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Un servizio di EWTN News

Lavoro e difesa della vita. L'appello del Cardinale Bassetti alla politica

L'azione pastorale del prossimo futuro deve basarsi su tre verbi: "ricostruire, ricucire e pacificare". Lo ha detto nel pomeriggio di oggi il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia e Presidente della CEI, in occasione dell'apertura del Consiglio Permanente dei Vescovi Italiani. Bisogna ricostuire la speranza del Paese, ricucire unendo tutta "la comunità ecclesiale", pacificare superando "un clima di rancore sociale, alimentato da una complessa congiuntura economica, da una diffusa precarietà lavorativa e dall’emergere di paure collettive".

Tra i temi affrontati dal porporato spicca quello del fenomeno migratorio, argomento "complesso e cruciale, la cui discussione pubblica, però, è troppo spesso influenzata da equivoci, incomprensioni e contese politiche. La Chiesa si prende cura dei poveri, degli scartati e degli sconfitti della storia, con uno spirito di totale obbedienza al Vangelo, perché vede nelle loro piaghe il riflesso di quelle di Cristo sulla Croce: ogni cristiano è chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione. Bisogna reagire a una cultura della paura che, seppur in taluni casi comprensibile, non può mai tramutarsi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente. Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese".

Ricordando l'80/mo anniversario delle leggi razziali, il Cardinale Bassetti rilancia le parole di Pio XI che definì l'antisemitismo "inammissibile".

Parlando in concreto dell'Italia, il Presidente della CEI sottolinea - partendo dalla la 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani - l'importanza del lavoro. E' necessario "creare lavoro, combattere la precarietà e rendere compatibile il tempo di lavoro con il tempo degli affetti e del riposo: lavorare meglio, lavorare tutti.Il lavoro è dunque una priorità ma è soprattutto una vera emergenza sociale. Un’emergenza resa ancora più impellente dai dati relativi alla disoccupazione giovanile: è un grido di dolore e di aiuto quello che viene dai nostri giovani. Che va raccolto e va fatto nostro. Come faremo nel prossimo Sinodo dei Vescovi".

Sul fronte della povertà i dati sono allarmanti. Molte famiglie sono diventate povere e - avverte il Cardinale - "se si fermano le famiglie, si ferma il motore sociale del Paese. Smette di battere il cuore della società. È necessario ripeterlo con forza: è urgente e doveroso aiutare, curare e sostenere, in ogni modo possibile, le famiglie italiane".

Infine non è mancato il passaggio relative alle elezioni politiche del 4 marzo. I Vescovi invitano ad andare a votare ribadendo tuttavia che "la Chiesa non è un partito e non stringe accordi con alcun soggetto politico". Si cerchi il bene comune e ai candidati al Parlamento, l'Arcivescovo di Perugia chiede di "riflettere sulla natura della vocazione politica: una vocazione, una missione e non un trampolino di lancio verso il potere". Poi l'invito ad "una sobrietà nelle parole e nei comportamenti. La campagna elettorale sta rendendo serrato il dibattito, ma non si può comunque scordare quanto rimanga immorale lanciare promesse che già si sa di non riuscire a mantenere. Altrettanto immorale è speculare sulle paure della gente: al riguardo, bisogna essere coscienti che quando si soffia sul fuoco le scintille possono volare lontano e infiammare la casa comune, la casa di tutti".

Concludendo il Cardinale rivolge tre indicazioni ai cattolici in politica: "vivete la politica con gratuità e spirito di servizio. Guardate al passato per costruire il futuro. Guardate ad una stagione alta e nobile del cattolicesimo politico italiano. Prendete come esempi uomini e donne di diverso schieramento politico che, nella storia della Repubblica, hanno saputo indicare percorsi concreti e interventi mirati per affrontare le questioni e i problemi della nostra gente. Abbiate cura, senza intermittenza, dei poveri e della difesa della vita. Sono due temi speculari, due facce della stessa medaglia, due campi complementari e non scindibili. Non è in alcun modo giustificabile chiudere gli occhi su un aspetto e considerare una parte come il tutto. Un bambino nel grembo materno e un clochard, un migrante e una schiava della prostituzione hanno la stessa necessità di essere difesi nella loro incalpestabile dignità personale. E di essere liberati dalla schiavitù del commercio del corpo umano, dall’affermazione di una tecnoscienza pervasiva e dalla diffusione di una mentalità nichilista e consumista. La vita non si uccide, non si compra, non si sfrutta e non si odia!".

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