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Il Cardinale Sepe ad Assisi: “San Francesco apra il nostro cuore all’accoglienza”

Oggi, 4 Ottobre, si festeggia San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia. Uno dei Santi più conosciuti al mondo. La festa più grande si celebra nella Basilica di Assisi, dove San Francesco è nato e dove si conserva il suo corpo da oltre 800 anni. A celebrare la Messa per la memoria liturgica del poverello di Assisi è stato il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli, con i Vescovi della Campania, il Vescovo di Assisi, i Ministri Generali e Provinciali delle Famiglie Francescane.

“‘A Maronna v’accumpagna” ha concluso l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe nell’omelia.

“Partecipare ad Assisi a una celebrazione così intensa e significativa – uno dei passi dell’omelia riportati dalla rivista “San Francesco patrono d’Italia”– è per la Campania e le cinque province che la compongono un modo per ravvivare la responsabilità di tutti rispetto alle grandi sfide della difesa dell’ambiente, del dialogo e della solidarietà. San Francesco voglia benedire le nostre terre, l’Italia intera, aprendo il nostro cuore all’accoglienza e illuminando tutti perché prevalga la saggezza, nella consapevolezza che apparteniamo tutti alla stessa famiglia umana, ma comunque nel rispetto delle persone, dei diritti di ciascuno, delle regole poste in ogni Paese a presidio della civile convivenza”.

Il Cardinale Sepe ha tra l’altro sottolineato come la presenza della Campania per la Festa di San Francesco 2018 ad Assisi sia un segno che la regione vuole lasciarsi “illuminare dall’esperienza spirituale di Francesco, per vivere la fede con nuovo entusiasmo, per seguire in letizia le orme di Cristo”.

Nella sua omelia il Cardinale Sepe ha sostenuto che “l’amore per l’altro fa miracoli: il miracolo di coniugare insieme le esigenze dei cittadini italiani con l’esasperazione di chi vuole sfuggire pericoli gravissimi, le garanzie dei cittadini con le urgenze dei più poveri, le sicurezze degli anziani con le prospettive di futuro dei giovani”. Un miracolo che San Francesco “ha già compiuto, quando a Gubbio è riuscito a conciliare la legittima tutela dei cittadini impauriti e le altrettanto comprensibili esigenze di fratello lupo”.

Conclude infine il Cardinale la sua omelia: “La vicenda di Francesco è, pertanto, oggi, di grande attualità anche per il dialogo interreligioso e per la pace mondiale, tanto da rappresentare, pur a distanza di molti secoli, l’avvenimento più emblematico nella ricerca di coesione e reciprocità tra popoli e culture diverse. Per il dialogo tra l’Islam e l’Occidente cristiano si riparte dal Poverello di Assisi. Non a caso Papa San Giovanni Paolo II venne ad Assisi per incontrare i rappresentanti di tutte le religioni”.

 

 

 

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