Città del Vaticano , 23 April, 2018 / 12:00 AM
Il Cardinale Sean O’Malley lo aveva detto: cominceremo i lavori ascoltando le vittime di abusi. E così è stato: la prima riunione della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori dopo che Papa Francesco ne ha rinnovato mandato e alcuni membri è stata dedicata prima di tutto all’ascolto delle vittime.
La plenaria si è riunita dal 20 al 22 aprile, e il 19 aprile il Cardinale Sean O’Malley, presidente confermato, è stato in udienza da Papa Francesco.
È la prima volta che la Commissione si riunisce nella nuova composizione. Erano già fuori dai membri le due ex vittime Peter Saunders e Marie Collins, sebbene quest’ultima abbia continuato a collaborare con la Commissione. E, quando fu annunciata la nuova composizione della commissione, era stato detto che vi erano anche vittime degli abusi tra i membri, ma non era stato specificato chi fossero.
L’intenzione era quella di evitare ogni strumentalizzazione. Ma che l’ascolto delle vittime resti una priorità, è stato testimoniato dal primo giorno della plenario, quando i membri della Commissione hanno incontrato i membri del Survivor Advisory Panel della Commissione Cattolica di Salvaguardia di Inghilterra e Galles.
“L’incontro – si legge nel comunicato stampa diffuso dalla commissione – è stato parte del continuo impegno per assicurarsi che i pensieri e il contributo di persone che sono state abusate informi ogni aspetto del lavoro della Commissione”.
Uno dei membri della SAP ha espresso l’auspicio che l’incontro porti la Commissione a creare un network di sopravvissuti, per consigliarne e supportarne il lavoro.
Tre sono state le presentazioni discusse durante la plenaria.
La prima è stata sui “Risultati della Australian Royal Commission”, una inchiesta sugli abusi che, oltre ad identificare una serie di abusi commessi da sacerdoti, è arrivata anche alla conclusione di attaccare il segreto della confessione.
La seconda presentazione ha riguardato la “Convenzione ONU sui Diritti del Bambino”: la Santa Sede l’ha ratificata, ed era stata richiesta di presentare nel 2017 un rapporto periodico dovrebbe in questo anno presentare un secondo rapporto su come questa viene implementata nello Stato di Città del Vaticano, dopo la presentazione del 2014. Le considerazioni del Comitato della Convenzione non sono vincolanti, ma hanno un peso. E il rapporto sulla Santa Sede del 2014 arrivava persino a chiedere un cambio nel diritto canonico e ad attaccare il “codice del silenzio” della confessione.
Infine, la terza presentazione ha riguardato “Il ruolo delle comunità di fedeli nel superare il trauma di abusi”. Un tema, questo, fondamentale, ed esplorato da tempo – un tema che fu anche parte del convegno “Verso la Guarigione e il rinnovamento” che ha portato ad un centro per la Protezione dei Minori all’Università Gregoriana e un corso sul tema. Molti di quanti hanno collaborato alla conferenza e al master sono poi entrati a far parte della Commissione – tra i nuovi membri, si segnala Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, ma anche Teresa Kettelkamp, che già collaborava con la commissione.
Il 21 aprile, la Pontificia Commissione è stata ricevuta in udienza da Papa Francesco, che ha detto di voler definitivamente confermare gli Statuti della Commissione.
L’annuncio arriva a tre anni esatti dall’approvazione ad experimentum degli statuti della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori: questi furono infatti approvati dal Segretario di Stato vaticano su mandato del Papa il 21 aprile 2015.
Negli Statuti, è spiegato che la Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori è un organo consultivo al servizio del Papa al fine di promuovere la responsabilità locale delle Chiese particolari per la protezione di tutti i minori e adulti vulnerabili.
Ora, la Commissione si è divisa in tre gruppi di lavoro, su queste aree tematiche: lavorare con i sopravvissuti; educazione e formazione; linee e norme di salvaguardia. I tre gruppi di lavoro sono parte integrante della struttura lavorativa della commissione, e portano avanti ricerche e progetti nelle loro aree di competenza nei periodi che intercorrono tra una assemblea plenaria e l’altra.
Il comunicato della Commissione non fa riferimento alla possibilità di istituire tribunali regionali della Congregazione della Dottrina della Fede. Il tema era stato sollevato durante l’ultimo Consiglio dei Cardinali a febbraio, e potrebbe essere di nuovo oggetto di discussione nella riunione del Consiglio che si tiene dal 23 al 25 aprile.
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