Per la festa di San Pietro e Paolo, il 29 giugno, su un giornale italiano è appara una pagina con una così detta “supplica” rivolta a Papa Francesco per “sistemare” la Chiesa in Polonia e difenderla dagli abusi dei pedofili nella Chiesa.
Un evento straordinario è contrassegnato dalle pagine di questo nuovo libro: per la prima volta nella storia della Chiesa due Papi parlano all’unisono, denunciando la piaga terribile della pedofilia che ha sconquassato la Chiesa negli ultimi anni.
“Ci sono, purtroppo, anche situazioni, mai abbastanza deplorate, in cui è la Chiesa stessa a soffrire per l’infedeltà di alcuni suoi ministri.
“Il prossimo fine settimana, il Santo Padre accoglierà a Casa Santa Marta tre vittime di abusi commessi dal Clero in Cile: rispettivamente Juan Carlos Cruz, James Hamilton e Jose Andrés Murillo”. Lo ha dichiarato Greg Burke, direttore della Sala Stampa Vaticana in un comunicato diffuso ai giornalisti.
Il Cardinale Sean O’Malley lo aveva detto: cominceremo i lavori ascoltando le vittime di abusi. E così è stato: la prima riunione della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori dopo che Papa Francesco ne ha rinnovato mandato e alcuni membri è stata dedicata prima di tutto all’ascolto delle vittime.
"Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio, e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato un sacrificio diabolico, che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa? Alcune vittime sono arrivate fino al suicidio. Questi morti pesano sul mio cuore, sulla mia coscienza e su quella di tutta la Chiesa. Alle loro famiglie porgo i miei sentimenti di amore e di dolore e, umilmente, chiedo perdono". Lo scrive Papa Francesco nella prefazione del libro "La perdono, padre" di Daniel Pittet, uno svizzero vittima di abusi da parte di esponenti del clero.
L’ultimo caso, quello che ha coinvolto il Cardinal Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, può far venire il dubbio che è pronta un’altra offensiva contro la Chiesa sul tema pedofilia. Il penultimo caso, quello del Cardinal George Pell, chiamato a difendersi davanti alla Royal Commission in una serie di audizioni, ha lasciato comunque il sospetto che la tesi da dimostrare è che la Chiesa sia abituata da sempre a coprire. Un sospetto che resta, se si guarda il film “Spotlight,” vincitore del premio Oscar come miglior film. Non un film contro la Chiesa, e neppure un monito alla Chiesa. Ma di certo un film che, quando parla della Chiesa, ne vuole mettere in luce i problemi, più che esaltare il lavoro fatto nel corso degli anni. Che è tantissimo.
“Non ci fermiamo!” Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter che ormai da un quarto di secolo combatte la pedofilia, lo scandisce forte con ACI Stampa. Dopo aver comunicato la scoperta di altri 40 video che riprendono decine di bambine legate e stuprate dentro ‘stanze di hotel’ da soggetti adulti che riprendono con telecamere le scene, l’Associazione Meter ha persino subito insulti minacce. Ma questo non arretra di una virgola il suo impegno.
A ranghi completi, la Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori si è riunita per la seconda volta dal 9 all’11 ottobre. L’obiettivo? Discutere possibili linee guida, vedere come assistere le Conferenze Episcopali di tutto il mondo che chiedono di essere aiutate, migliorare i processi di individuazione delle responsabilità in caso di abusi (la cosiddetta accountability). Ma soprattutto, studiare. Dice un portavoce della Pontificia Commissione, infatti, che “il loro compito è quello di studiare. Non ci sono da vedere effetti a breve termine.”
Papa Francesco ha incontrato 5 vittime di pedofilia nella mattina, e ne ha voluto dare personalmente l’annuncio ai vescovi che ha incontrato poco dopo l’incontro nel seminario di San Carlo Borromeo. Ma la vera novità dell’incontro è che le 5 vittime non avevano tutti subito abusi da membri del clero, ma anche da educatori o in famiglia.
C’era molta curiosità di vedere come sarebbero stati chiamati i testimoni a deporre, e in quale modo si sarebbe proceduto. Ma si dovrà ancora aspettare: Jozef Wesolowski, l’ex nunzio della Repubblica Dominicana accusato di aver adescato e abusato di ragazzini e per questo ridotto allo Stato laicale con giudizio canonico, non ha potuto essere presente in aula per il primo processo penale vaticano per il crimine di pedofilia. Un malore improvviso lo ha costretto in terapia intensiva. Il processo è aperto, ma il dibattimento è rinviato.
Arrivano a Roma in un viaggio non programmato, per parlare con il presidente della Pontificia Commissione dei Minori ed eventualmente con Papa Francesco. Peter Saunders e Mary Collins, vittime di abusi in passato e ora membri della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori, vogliono rendere visibile il loro disappunto per la nomina di Juan Barros Madrid a vescovo di Osorno, in Cile. Il Vaticano ha già fatto sapere che non ha trovato ostacoli alla sua nomina, e che la sua posizione era stata analizzata. Ma il peso delle accuse di aver non solo nascosto, ma anche assistito, agli abusi perpetrati da padre Fernando Karadima negli anni Novanta, è troppo forte perché passi inosservato.