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Un servizio di EWTN News

Il Prelato dell'Opus Dei spiega la santità secondo San Josemaría

“Il mio umile obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità”. Con queste parole inizia la nuova esortazione apostolica di Papa Francesco sulla chiamata universale alla santità: "Gaudete et exsultate".

In questo documento Papa Francesco racchiude tutta la tradizione delle nuove istituzioni sorte nel XX secolo e riconosciute dal Concilio Vaticano II, come per esempio la Prelatura dell’Opus Dei che ha come carisma proprio la ricerca della santità nella vita ordinaria: La famiglia, il matrimonio, il lavoro e le varie occupazioni di ogni momento; questa nuova esortazione apostolica esce proprio nell’anno in cui l’Opus Dei compie il 90.mo anniversario della sua fondazione.    

In un’intervista rilasciata a EWTN dall’attuale Prelato dell’Opus Dei, Mons. Fernando Ocáriz sottolinea l’importanza della “missione dei laici” nella vita della Chiesa e le sfide che i giovani devono affrontare oggigiorno. 

Che cosa ha significato la prelatura dell’Opus Dei per la Chiesa?

Da una parte, San Josemaría ha ripetuto molte volte che l’Opus Dei è servire la Chiesa così come la Chiesa vuole essere servita. Il servizio alla Chiesa, cosa vuol dire? Quello che vuole la Chiesa è portare il vangelo nel mondo. La Chiesa non è una società chiusa in sé stessa, ma rende un servizio al mondo. Come dice Sant’Agostino, la Chiesa è il mondo riconciliato. E che cosa fa l’Opera? L’Opera, proprio perché parte della Chiesa, ha anche per così dire uno spirito proprio, un carisma proprio, che è la santificazione del lavoro ordinario, della vita ordinaria, incontrare Dio nella famiglia, nel lavoro e trasformare tutto ciò non soltanto in un mezzo, in un cammino di unione con il Signore, con Gesù, ma anche in un’opera di trasmissione del Vangelo. Questo è ciò che l’Opus Dei sta facendo e che con la grazia di Dio faremo sempre: Costruire una Chiesa così come lo fanno moltissime altre persone, tantissime altre istituzioni.

Papa Francesco nella sua ultima esortazione apostolica parla della gioia, della tristezza, di come vive la gente il presente. Ma come riuscire a trasmettere la fede nel mondo contemporaneo?

Da un lato esistono quelle attività assistenziali ed educative, come università o centri di aiuto per le persone più bisognose. Ma la cosa più importante che San Josemaría ci ha insegnato è il rapporto personale, l’amicizia: Trasmettere il Vangelo da persona a persona. Trasmettere spontaneamente ciò che si ha nell’anima; è un seme che uno getta. Dal punto di vista di un normale cristiano, almeno nell’Opus Dei, la cosa più efficace di tutte rimane il rapporto personale con la gente, un’amicizia vera; che non vuol dire usare l’amicizia in modo strumentale, ma che sia un’amicizia autentica, e per tale ragione cerca di trasmettere i valori più intimi.

Che cosa offre l’Opus Dei ai giovani?

Credo sia una questione di esperienza. E’ evidente che la chiave di tutto ciò sia Gesù Cristo, che riguarda sia i giovani che i meno giovani. Non serve elaborare dei ragionamenti astratti, trionfare, conquistare il mondo. Serve parlarli di Gesù Cristo, che è proprio ciò che hanno fatto gli Apostoli. Portare Gesù Cristo alle persone, questa è la chiave; questo sempre attraverso l’amicizia. Mi tornano in mente le parole che pronunciò Benedetto XVI, quando disse che non esiste niente di più bello che essere raggiunti da Gesù Cristo, dal Vangelo. E riuscire a trasmettere questa esperienza agli altri, quella della persona di Gesù Cristo, è fondamentale.

Vuole lasciare un messaggio ai giovani, o quanti sono alla ricerca della “loro strada”?

Vale la pena conoscere Gesù Cristo. Lui ha detto di essere la Verità, la Via e la Vita; tante persone stanno percorrendo una strada che non ha una destinazione, che non ha senso. Tutto ciò si può trovare soltanto in Gesù. Vorrei spingere i giovani a conoscerlo attraverso la lettura del Vangelo. Leggete il Vangelo, anche se pensate di conoscerlo o che non vi abbia convinto; leggetelo di nuovo. E a coloro che non lo conoscono per niente e che lo leggono per la prima volta: provate a conoscere il Signore.

 

 

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