Città del Vaticano , 25 February, 2018 / 11:00 AM
“Si abbattono le mura della morte e della indifferenza, solo sapendo ricostruire! E si ricostruisce, solo tornando a rispondere alle domande fondamentali del nostro esistere, prima fra tutte: “per quale fine?”; solo la riscoperta del fine comune che unisce tutti gli uomini: l’essere e il diventare persone, potrà permettere, nel tempo, di recuperare una autentica sensibilità per l’altro, perché il mio interesse è anche il suo e la sua sofferenza è anche la mia”.
Il cardinale Mauro Piacenza, Presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre, lo ha ripetuto ieri sera durante l’evento che ha “illuminato di rosso” il Colosseo e alcune delle Chiese simbolo del martirio dei cristiani di oggi.
Dalle 18 fino alla 2 di notte musica e parole si sono intrecciate con la preghiera. Presenti il cardnale Pietro Parolin Segretario di Stato vaticano, Nunzio Galantino Segretario Generale CEI e altre personalità civili.
Ricordiamo i cristiani perseguitati senza dimenticare i fedeli di altre religioni ha detto il Segretario di Stato vaticano, “ Fratelli e sorelle che sono le prime vittime della propagazione di una mentalità che non riconosce spazio per altro”.
E del resto ha aggiunto, “Il rispetto della libertà religiosa non è altro che il riconoscimento della dignità della persona umana”.
il Cardinale Parolin ha ricordato che “oggi più che mai tanti cristiani in tutto il mondo “ testimoniano la fede e la speranza che porta il Vangelo.
Il Colosseo è proprio il simbolo del martirio cristiano, ma anche ll segno stesso della speranza, ha ricordato il cardinale che in una intervista ad EWTN ha ricordato l’impegno della Santa Sede per la pace in Medio Oriente e rinnovato l’appello ai responsabili delle nazioni perché in Siria si arrivi alla pace e in Iraq i cristiani possano davvero rientrare nelle loro case.
Tra le testimonianze quella di Ashiq Masih ed Eisham Ashiq marito e figlia minore di Asia Bibi) e Rebecca Bitrus cristiana nigeriana rapita e violentata da Boko Haram; Poi il lancio di dieci lanterne luminose che simboleggiano altrettanti martiri cristiani.
Infine la riflessione del cardinale Mauro Piacenza. “Il dramma del XX secolo , affermava S. Massimiliano Maria Kolbe , è l’indifferenza! Io penso - ha detto il cardinale- che l’indifferenza sia anche il dramma di questo nostro XXI secolo. L’indifferenza di fronte al fratello che soffre, che non ha di che vivere, non può accedere alle cure e alla formazione di base; di fronte al fratello la cui dignità è calpestata da taluni poteri ciechi, dal fratello che non può vivere la propria fede e la propria appartenenza, se non a prezzo della stessa vita fisica”. Il cardinale ha ricordato che ““Aiuto alla Chiesa che soffre”, da 70 anni, lotta in tutto il mondo per sostenere i fratelli nel bisogno e difenderne la legittima libertà di professare la propria fede. Abbattiamo le mura della morte, iniziando dalle mura della nostra indifferenza: non posso essere sereno se il mio fratello soffre! Non posso non ascoltare il grido di Abele, di “tutti gli Abele” del mondo, grido che sale a Dio dalla terra!”
A conclusione dell’evento si è recitata la preghiera di Pio XII per la Chiesa perseguitata. Fino alla 2 di notte il Colosseo è rimasto illuminato con il passaggio continuo di immagini.
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