Roma, 22 January, 2018 / 10:00 AM
La pace, la lotta alla povertà, la mancanza di educazione e di opportunità lavorative per i giovani, i matrimoni forzati: sono solo alcune delle sfide principali per costruire la pace in Sud Sudan. Se n’è parlato alla Tavola Rotonda “Costruire la pace insieme”, un progetto nato per mantenere viva l’attenzione sul travagliato paese dell’Africa centrale. ACI Stampa ha affrontato l’argomento con John Ashworth, missionario in Sudan e in Sud Sudan, consigliere della Conferenza Episcopale, del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan e di altre organizzazioni ecclesiastiche.
Il titolo della Tavola Rotonda organizzata alla Pontificia Università Urbaniana citava: “La gente del Sud Sudan fa sentire la sua voce e costruisce la pace”. Dottor Ashworth, in che modo il Sud Sudan si sta attivando per il dialogo e la pace?
I sud sudanesi sanno che la loro voce non è mai stata ascoltata. Loro hanno descritto la seconda guerra civile sudanese (1983-2005) come una "guerra dimenticata". Le Organizzazioni della società civile nel Sud Sudan sono ancora molto giovani e hanno un impatto limitato, quindi è solo la Chiesa (non solo la Chiesa cattolica ma, in questo paese molto ecumenico anche le chiese che lavorano insieme e parlano con una sola voce) che porta la "voce dei senza voce" verso il mondo esterno. In questo terza guerra civile è ancora più importante che la Chiesa parli.
Noi cosa possiamo fare da qui per la pace in Sud Sudan?
La comunità internazionale e le organizzazioni africane regionali si interessano del conflitto in Sud Sudan, ma purtroppo questo è spesso un interesse personale. Essi non sono visti come "intermediari onesti" e neutrali. E allo stesso tempo sono anche notevolmente ignoranti delle reali dinamiche in Sud Sudan: della storia, della cultura, del contesto, di quel passato che guida il conflitto. Cercano soluzioni semplici, soluzioni rapide. Ascoltano politici e intellettuali, ma non seguono la gente comune. Quindi cosa possiamo fare? Per prima cosa, istruiamoci sui problemi reali e quindi istruiamo i nostri governi a impegnarsi nei veri interessi del Sud Sudan. Secondo, sosteniamo gli impegni di pace, in particolare il Consiglio del Sud Sudan delle Chiese con il suo "Piano d'azione per la pace". Ultimo, ma non meno importante, preghiamo, proprio come ha chiesto e ci chiede Papa Francesco.
Papa Francesco dice spesso di volere visitare il Sud Sudan….
La visita del Papa in Sud Sudan è attesissima da tutti i Sud Sudanesi, non solo dai i cattolici, ma anche da tutti gli uomini di buona volontà. Una vera “visita di solidarietà”. Perché solo così le persone che stanno soffrendo questo duro conflitto avrebbero la consapevolezza che il Papa non li ha dimenticati. Papa Francesco ha già detto che desidera venire con l’Arcivescovo di Canterbury Justin Welby, per dare a questa visita anche un valore ecumenico. Tuttavia la visita richiede molta organizzazione. La visita sarebbe davvero produttiva in un momento in cui possa avere qualche impatto sul processo di pace, spingerlo in avanti in qualche modo, forse aiutando a superare qualche ostacolo o a mettere il sigillo per qualche accordo. Purtroppo, non vi è alcun processo di pace in corso che mostri qualsiasi promessa a breve termine. È un lungo viaggio, ma speriamo che Francis e Justin saranno pronti a venire al momento opportuno.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA