Canberra, 15 December, 2017 / 6:10 PM
“Una tragedia nazionale”. Così il premier australiano, Malcolm Turnbull, ha definito i risultati emersi dal lavoro della commissione d’inchiesta australiana sulla pedofilia, "perpetrata per generazioni in molte istituzioni di fiducia" e per la quale il Paese "è venuto meno in modo grave ai suoi doveri" di protezione dei minori. Oltre 15.000 i minori che hanno raccontato di abusi subiti in quasi tutti i luoghi in cui vivevano o partecipavano ad attività educative, ricreative, sportive, religiose o culturali. Più di 4.000 le istituzioni coinvolte comprese molte entità cattoliche.
“Il rapporto finale della Royal Commission into Institutional Responses to Child Sex Abuse in Australia è il risultato degli accurati sforzi compiuti dalla Commissione negli ultimi anni e merita di essere studiato approfonditamente” riporta un comunicato ufficiale della Sala stampa Vaticana. “La Santa Sede - si legge ancora- resta vicina alla Chiesa cattolica in Australia - fedeli laici, religiosi e clero - mentre ascolta e accompagna le vittime e i sopravvissuti nello sforzo di portare guarigione e giustizia. Nel suo recente incontro con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, Papa Francesco ha affermato che la Chiesa è chiamata ad essere luogo di compassione, soprattutto per coloro che hanno sofferto, e ha ribadito che la Chiesa è impegnata nell’assicurare ambienti che garantiscono la protezione di tutti bambini e adulti vulnerabili”.
Il presidente della Commissione Peter McClellan ha avvertito che “non si tratta di un problema del passato” e che occorre fare di tutto per combattere questa piaga. “In molti decenni numerose istituzioni hanno tradito i nostri bambini. I sistemi di protezione dell’infanzia e di giustizia civile li hanno abbandonatii”, ha detto McClellan.
Sotto la lente di ingrandimento i casi di pedofilia dei decenni passati nella Chiesa cattolica che hanno avuto risonanza anche in Italia dopo le audizioni del cardinale George Pell. Il Cardinale, ormai 76enne, si è sempre dichiarato innocente ed ora è in Australia per difendersi dalle accuse. Secondo l’inchiesta Il 7% dei religiosi cattolici australiani è stato accusato di abusi sessuali su minori tra il 1950 e il 2010 senza però che i sospetti siano finiti sotto indagine; in alcune diocesi la percentuale ha raggiunto il 15% dei sacerdoti sospettati di pedofilia.
Secondo quanto riportato dall’Osservatore Romano, tra le raccomandazioni fornite dalla Commissione c’è anche quella rivolta ai sacerdoti che dovrebbero denunciare gli atti di pedofilia ammessi nel segreto del confessionale. A tal proposito, l’arcivescovo di Melbourne, Denis Hart, ha dichiarato che il segreto confessionale “è inviolabile” e “non può essere spezzato”. L’arcivescovo ha spiegato che se qualcuno confessa atti di pedofilia, dovrebbe essere incoraggiato ad ammettere i suoi crimini fuori dal confessionale e a denunciarli alla polizia.
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