In seguito all'attacco con coltello di un adolescente a un vescovo nella sua chiesa di Sydney, lunedì, politici e rappresentanti religiosi hanno fatto appello all'unità e messo in guardia da ulteriori violenze.
L’arcivescovo Peter Comensoli di Melbourne non ha usato mezze parole: la riforma sulle esenzioni religiosi dell’Equal Opportunity Act andrà gravemente a diminuire i diritti delle organizzazioni religiose di gestire le loro attività secondo la loro fede e la loro coscienza.
Si ridimensiona l’Australia-gate vaticano. L’Austrac, autorità anti-riciclaggio australiana, aveva comunicato negli scorsi giorni che dalla Santa Sede erano partiti verso l’Australia 2,3 miliardi di dollari australiani (un po’ di meno di un miliardo e mezzo di euro) per operazioni poco chiare. Ma non era così. La stessa autorità australiana ha fatto sapere che si è trattato di un errore di calcolo: erano 9,5 milioni di dollari australiani (circa 6,5 milioni di euro), distribuiti in 362 bonifici versati tra il 2014 e il 2020.
Il quinto Stato australiano a mettere a rischio il segreto della confessione è quello del Queensland, dopo le leggi già approvate lo scorso anno negli Stati di South Australia and South Australian Capital Territory e poi in Vicotria e Tasmania. E ce ne potrebbe essere un sesto, quello del Western Australia. Dove però una commissione – ed è qui la buona notizia – ha piuttosto difeso il segreto della confessione.
Dopo la lettura della sentenza “ho sentito un grande applauso da qualche parte all'interno della prigione e i tre detenuti vicino a me hanno spiegato che erano felici per me.”. Così il Cardinale George Pell, nella prima intervista esclusiva - rilasciata a Catholic News Agency, l’agenzia in lingua inglese del gruppo ACI - dopo la sentenza che lo ha prosciolto dalle accuse di pedofilia.
“La Santa Sede, che ha sempre riposto fiducia nell’autorità giudiziaria australiana, accoglie con favore la sentenza unanime pronunciata dall’Alta Corte nei confronti del Cardinale George Pell, che lo proscioglie dalle accuse di abuso su minori, revocandone la condanna”. E’ quanto comunica la Sala Stampa della Santa Sede.
Il Cardinale George Pell è stato prosciolto dall’Alta Corte Australiana dalla accusa di pedofilia, accusa per la quale stava scontando in carcere – dal dicembre 2018 – sei anni di reclusione. La magistratura australiana ha accolto il ricorso presentato dal porporato.
L’ultimo caso è quello della California, dove una legge – emendata, ma non troppo - obbliga a riportare anche quello che si ascolta in confessione, in caso di abusi. In Cile si sta lavorando su una legge simile. In Australia, questa legge è già realtà in alcuni Stati. Ma l’attacco al segreto della confessione non è nuovo. Ed è parte di una offensiva generale che nasce con la questione degli abusi e punta, però, ad attaccare direttamente la Santa Sede. Nasce da qui la presa di posizione della Penitenzieria Apostolica.
“Avendo appreso della perdita di vite umane e della distruzione di proprietà causate dalle forti alluvioni a Townsville, il Santo Padre assicura la sua sincera solidarietà e le preghiere per tutte le persone colpite da questo disastro”. Lo scrive in un telegramma a nome del Papa il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e inviato al vescovo di Townsville, in Australia, Monsignor Timothy Harris.
L'ex arcivescovo di Adelaide Monsignor Philip Wilson é stato condannato a 12 mesi di reclusione per aver coperto un sacerdote riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori. La condanna per il presule è stata emessa dalla magistratura australiana.
In Australia, il segreto della confessione diventa reato. O, perlomeno, lo diventa nel territorio di Canberra, la capitale dello Stato oceanico, che per primo ha adottato una legge che rende perseguibile il sacerdote che non riporta casi di abuso sui minori anche qualora ne sia venuto a conoscenza durante la confessione.
Sfilano a migliaia davanti alle Reliquie di sant’Antonio nella Cappella del Tesoro a Padova senza contare quanti decidono di recarsi solamente alla Tomba del Santo, per toccare l’Arca o per rivolgere una preghiera, o quanti invece seguono soltanto le celebrazioni.
“Una tragedia nazionale”. Così il premier australiano, Malcolm Turnbull, ha definito i risultati emersi dal lavoro della commissione d’inchiesta australiana sulla pedofilia, "perpetrata per generazioni in molte istituzioni di fiducia" e per la quale il Paese "è venuto meno in modo grave ai suoi doveri" di protezione dei minori. Oltre 15.000 i minori che hanno raccontato di abusi subiti in quasi tutti i luoghi in cui vivevano o partecipavano ad attività educative, ricreative, sportive, religiose o culturali. Più di 4.000 le istituzioni coinvolte comprese molte entità cattoliche.
“La follia del partire, la follia del restare”: questo il titolo di un volume di Simone Varisco, edito dalla Tau e inserito nella collana della Fondazione Migrantes “Testimonianze ed esperienze delle migrazioni” che viene presentato oggi alla Radio Vaticana.