Città del Vaticano , 08 December, 2017 / 10:30 AM
La Santa Sede passa ancora una volta l’esame di MONEYVAL, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta il sistema di prevenzione al riciclaggio e al finanziamento al terrorismo dei Paesi che partecipano alle valutazioni. Il rapporto sui progressi in materia di prevenzione al riciclaggio e del finanziamento al terrorismo è stato approvato lo scorso 6 dicembre a Strasburgo, durante la 55esima sessione plenaria del Comitato.
La Sala Stampa della Santa Sede comunica che “il Comitato MONEYVAL ha accolto positivamente i progressi compiuti nei due anni passati. In particolare ha notato la creazione di una Unità specializzata nelle Indagini sui Crimini Economici e Finanziari nel Corpo della Gendarmeria e la nomina di un Promotore di Giustizia Aggiunto specializzato ed ha riconosciuto che l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) svolge in maniera efficiente le proprie funzioni di Unità di Informazione Finanziaria e di Vigilanza e Regolamentazione”.
“Sono stati altresì sottolineati – si legge ancora nel comunicato - lo stabilimento di un sistema di segnalazione funzionante e sostenibile, nonché il significativo grado di cooperazione internazionale".
Viene anche notato come "allo stesso tempo, vi sono ancora aree di ulteriore miglioramento, in particolare nell’ambito del law enforcement e giudiziario".
"La Santa Sede - conclude il comunicato - è impegnata nell’adottare le azioni necessarie nelle aree rilevanti al fine di rafforzare ulteriormente i propri sforzi nel contrasto e nella prevenzione dei crimini finanziari”.
Sebbene qualche raccomandazione il dato positivo è che il rapporto è stato adottato, e seguendo le procedure ordinarie. Se non fosse stato adottato, la Santa Sede avrebbe dovuto relazionare già alla plenaria successiva. Così, invece, il prossimo rapporto sui progressi sarà presentato nel 2019, secondo la cadenza regolare, e - si deduce dal rapporto - ci sarà un altra visita degli ispettori di MONEYVAL in Vaticano nel 2018. Anche questa è parte della procedura regolare.
Il punto di vista di MONEYVAL
Dal canto suo, MONEYVAL sottolinea che l'Autorità di Informazione Finanziaria "sembra di lavorare con efficienza sia come unità di intelligenza finanziaria che come supervisore", e sottolinea che "negli ultimi due anni la Santa Sede ha stabilito un sistema funzionale", ma allo stesso tempo mette in luce che "fino ad ora la Santa Sede non ha portato a processo alcun caso di riciclaggio", sebbene un considerevole ammontare di denaro sia stato congelato, e ha quindi "raccomandato alla Santa Sede di "assicurare" che le investigazioni vengano "proattivamente perseguite"
Il progress report
Ma cosa dice nel dettaglio il “progress report” di MONEYVAL?
Le conclusioni danno il tono del documento: c’è un plauso al lavoro dell’Autorità di Informazione Finanziaria, e uno all’AIF e al tribunale vaticano per l’attività sul campo di cooperazione internazionale, così come un giudizio generalmente positivo sul modo in cui viene messo a punto il sistema, cosa che ha portato ad una nuova unità per i crimini finanziari nella Gendarmeria Vaticana e – appunto – alla sezione per i reati finanziari all’interno del Vaticano. Ma – viene notato – l’efficacia della legge si basa su come verranno gestiti casi di riciclaggio, e casi del genere, fino ad ora, non sono mai stati portati di fronte il tribunale vaticano.
La segreteria di MONEYVAL subito mette le mani avanti: il rapporto sui progressi, a questo punto della valutazione, è “desk based”, cioè fatto sulla base delle risposte al questionario. Non c’è stata nessuna visita in loco (on site visit) per verificare l’efficacia delle riforme, cosa che avverrà nel 2018, come si deduce dal rapporto.
Le principali novità
Quali le principali novità della Santa Sede che si deducono dal rapporto? Intanto, una nuova legge sulla registrazione e la vigilanza delle organizzazioni non profit è stata adottata lo scorso 22 novembre, portando – tra le altre cose – il settore del non profit sotto il monitoraggio dell’Autorità di Informazione Finanziaria. È una novità così recente che non è stata valutata nel progress report.
È stato invece stilato una sorta di protocollo sulla Valutazione di Rischi sul riciclaggio e sul finanziamento del terrorismo, che sarà adottato alla fine 2017.
Il punto 26 giudica come “sviluppo molto positivo” la creazione di una Unità per i Crimini Economici Finanziari nel Corpo della Gendarmeria Vaticana, con due agenti full time giunti direttamente dalla polizia italiana ed entrambi esperti delle moderne tecniche di investigazione finanziaria – uno degli agenti, che ha più di 10 anni di esperienza nel campo, è stato chiamato a dirigere l’unità. Altri sviluppi positivi riguardanti la gendarmeria sono considerati i protocolli di intesa con la Guardia di Finanza e l’Arma dei Carabinieri, nonché con la polizia nazionale in Colombia, tutti avvenuti nel 2015.
A maggio 2017, il Vaticano ha nominato un Assistente Promotore di giustizia, chiamato a guidare la nuova sezione per i Crimini Finanziari ed Economici, ed anche questo è stato apprezzato.
In generale, i due provvedimenti sono descritti come “importanti” e “necessari e opportuni”.
Molto apprezzate anche le misure di legge e il regime sulla confisca dei beni introdotto con la legge numero IX dell’11 luglio 2013 e la legge XVIII dell’Ottobre 2013. E ovviamente, non poteva sfuggire il fatto che la Santa Sede abbia aderito alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione.
I numeri
Si possono quantificare i progressi della Santa Sede? Ci sono dei numeri, ma vanno interpretati in maniera corretta. Per esempio, c’è stato un processo di revisione dei conti dello IOR, che ha portato alla chiusura di circa 4800 conti correnti. Nel 2015, le segnalazioni di attività sospetta hanno raggiunto la cifra record di 530, e questo era dovuto proprio al processo di revisione dei conti IOR, tanto che le segnalazioni sono diventate 208 nel 2016 e 106 dall’1 gennaio al 30 settembre 2017.
Dal gennaio 2013, l’AIF ha fatto 69 segnalazioni di sospetto riciclaggio al Promotore di Giustizia, che ha cominciato 27 investigazioni. Di queste, 8 sono state chiuse senza prove a carico, sei sono state trovate senza capi di imputazione, e 3 si sono concluse con dei capi di imputazione – ma 2 di queste sono sospese, perché il processo è in corso in Italia. Al momento, ci sono 8 indagini penali aperte per sospetto riciclaggio.
Ancora numeri: tra ottobre 2015 e settembre 2017, l’AIF ha adottato 8 sospensioni per un ammontare di 9,812,403 euro, e due di queste hanno portato al congelamento di fondi per un ammontare di 8.467.622 euro.
Sono al momento congelati per sospetto riciclaggio: 11.755.697 euro, 3.708.423 dollari, 1.152.260 sterline, 805,174 dollari australini e 650,275 franchi svizzeri.
(La storia continua sotto)
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La cooperazione internazionale prosegue spedita: nel 2015, l’ AIF ha ricevuto 181 rogatorie e ne ha effettuate 199, per un totale di 380 casi di cooperazione internazionale. L’AIF ha continuato a siglare protocolli di intesa con autorità analoghe nel corso del 2017: 24 protocolli sono stati siglati con le Unità di Informazione Finanziaria di Paesi esteri, per le attività di intelligence, e altre 4 con autorità di supervisione.
La Santa Sede stima di aver congelato circa 3,5 milioni di euro come risposta a richieste di cooperazione internazionale.
IOR e APSA
Sono stati circa 4800 i conti correnti chiusi nell’Istituto delle Opere di Religione, a seguito di una prima ispezione generale nel 2014, cui hanno fatto seguito varie ispezioni allo IOR su obiettivi specifici, e due “on site inspections” nel 2015 e nel 2017.
L’APSA non è più sotto la giurisdizione dell’AIF. Come già previsto nel rapporto MONEYVAL del 2012, tutti i conti in essere nell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica – considerato una sorta di “banca centrale” del Vaticano – sono stati chiusi al termine del 2015, e la vigilanza dell’APSA è diventata appannaggio della Segreteria per l’Economia, descritta come “una nuova agenzia di coordinamento per gli affari economici ed amministrativi”.
Le note negative
Le raccomandazioni riguardano soprattutto il lato giudiziale, tanto che il rapporto esorta a un training specifico per i membri del tribunale vaticano.
Si legge al punto 28 che “è in qualche modo sorprendente che nessuna imputazione o azione giudiziaria sia stata portata di fronte al tribunale sul tema del riciclaggio o del finanziamento al terrorismo”, e si individua che “la mancanza di esperienza in questo tipo di casi fino al 2016/2017 può essere una spiegazione”.
In più, il successo del Promotore in tribunale è considerato “in generale non incoraggiante”, che le persone “sono state sollevate dai capi di accusa dal Tribunale”, e questo senza reazioni da parte del Promotore, che “in caso di insoddisfazione” è “incoraggiato ad essere proattivo nell’appellarsi”.
I casi specifici
Infine, i casi specifici. Senza fare nomi, MONEYVAL ne descrive vari, e tre sono facilmente riconoscibili.
Si parla al punto 13 di “una compagnia italiana, impegnata nella ristrutturazione di proprietà immobiliare, di proprietà di un uomo d’affari italiano che ha un conto allo IOR”. Il caso è stato riportato nel 2013 dall’AIF al promotore di Giustizia, e anche alla Unità di Informazione della Banca d’Italia. Questo ha portato al congelamento del conto allo IOR, ed ha dato anche un contributo alle autorità italiane, che hanno arrestato l’uomo d’affari per bancarotta fraudolenta.
Si tratta del caso di Angelo Proietti, ed è stato il primo caso di sequestro preventivo di conti correnti di un cittadino italiano presso lo IOR. Per ora, il Vaticano non ha ravvisato danni. Si attende la fine del processo in Italia per definire se si sia configurato un reato di riciclaggio su suolo vaticano.
Quindi, il punto 19 del Rapporto parla del processo per peculato a Giuseppe Profiti e Massimo Spina, presidente e tesoriere della Fondazione Bambino Gesù. Al di là dell’andamento del processo, MONEYAL lamenta che il Promotore di Giustizia ha chiesto al tribunale di imporre una multa, e che non solo la multa non ci sia stata, ma che non ci sia stata nemmeno la possibilità di alcuna confisca, perché l’appartamento ristrutturato – che come si ricorda è l’abitazione attuale del Cardinale Tarcisio Bertone – è già di proprietà dello Stato di Città del Vaticano.
Al punto 21, si parla invece della denuncia ai danni di Angelo Caloia, ex presidente dell’IOR, “sospettato – si legge nel rapporto MONEYVAL – di aver venduto, con l’assistenza di una notaio, alcune proprietà immobiliari dell’istituzione per un beneficio privato. Il capo di accusa è quello di appropriazione indebita, mentre il notaio viene investigato in Svizzera per sospetto riciclaggio.
Nel rapporto, si parla anche di altri due casi più difficilmente riconoscibili. Uno del 2016, classificato come caso di corruzione, perché si sospetta che un ex sacerdote e titolare di un conto IOR abbia offerto una tangente a un officiale dello IOR per facilitare l’apertura di un conto nel nome di una terza persona. Secondo MONEYVAL, sarebbe stata fattibile una investigazione sulla terza persona – subito liberata da ogni accusa – o anche una investigazione su entrambi per “cospirazione al riciclaggio”. Ma questo “non è successo, e nel 2017 le accuse di corruzione sono state respinte dal tribunale” per insufficienza di prove.
Il percorso della Santa Sede
Questa è la terza volta che la Santa Sede si sottopone alla valutazione sui progressi svolti nel ramo finanziario. Dopo il rapporto generalmente positivo del 2012, la Santa Sede ha presentato i suoi progressi nel 2013, nel 2015 e quest’anno. Il quadro legislativo è profondamente mutato nel corso degli anni.
All’epoca del primo rapporto sui progressi, la Santa Sede chiese di relazione su tutte le raccomandazioni essenziali (le cosiddette key and core) e non solo su quelle considerati centrali per l’antiriciclaggio, come previsto, proprio a testimoniare l’impegno a mettere a punto un sistema che rispecchiasse le peculiarità della Santa Sede e allo stesso tempo aderisse agli standard internazionali. Nel rapporto 2015, fu notato che “la maggior parte delle questioni tecniche riguardo gli emendamenti della legislazione e dei regolamenti sono stati propriamente affrontati”.
Dal 2015 ad oggi, molti passi sono stati fatti. All’inaugurazione dell’Anno Giudiziario vaticano del 2016, si parlò persino di una “micro riforma giuridica per perseguire i reati finanziari” . All’inaugurazione dell’anno giudiziario vaticano 2017, la novità riguardo l’annuncio di aver costituito a ottobre 2016 una sezione per i reati in materia economica finanziaria all’interno del Tribunale vaticano.
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