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Un servizio di EWTN News

Il Papa in Egitto: un viaggio "pastorale, ecumenico, interreligioso"

Greg Burke, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, durante il briefing sul viaggio in Egitto, 24 aprile 2017

Non c’è ancora un programma della Conferenza Internazionale della Pace al Cairo. Per ora, si sa che Papa Francesco vi prenderà parte - e ci sono altri 200 invitati, ma non tutti hanno dato l'adesione - e che il suo intervento non sarà né un intervento di apertura, né uno di chiusura, come in genere accade. È uno dei dettagli sul viaggio di Papa Francesco in Egitto fornito da Greg Burke, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, in un briefing con i giornalisti

Quello che farà dal 28 al 29 aprile sarà per Papa Francesco il suo diciottesimo viaggio internazionale. Il Papa toccherà per la prima volta nella sua vita la terra delle piramidi, marcando così il 27esimo Stato durante il suo pontificato. 

Ci arriva dopo aver ricevuto gli inviti dal presidente della Repubblica egiziana al Sisi, dei vescovi cattolici che sono stati da lui in visita ad limina, di Papa Tawadros, capo dei copti ortodossi, che con Papa Francesco ha persino trascorso una settimana all’inizio del Pontificato, e del Grande Imam al Tayeb, dell’Università al Azhar, che a maggio è stato dal Papa dopo aver riaperto un canale di dialogo chiuso ormai dal 2011.

Ci tiene, il direttore della Sala Stampa, a ricordare che è un viaggio “pastorale, interreligioso ed ecumenico”, in un Paese in cui la storia cristiana è antichissima: fu evangelizzato dall’Apostolo Marco, che fu martirizzato ad Alessandria, patria anche di padri della Chiesa come Clemente e Girolamo.

Va in una situazione complessa, con una forte maggioranza sunnita dei 90 milioni di abitanti, una Chiesa cattolica che include diversi riti (copto, latino, armeno, maroniti), riuniti in una Assemblea della Gerarchia Cattolica, che include sia i membri che i superiori delle congregazioni generali.

Detto dell’incontro con al Azhar, che sta cercando di diventare il punto di riferimento dell’Islam moderato, sarà importante particolarmente l’incontro con Papa Tawadros, con il quale il Papa camminerà dal Patriarcato alla Chiesa di San Pietro, recentemente colpita da un attentato. Di fronte alla Chiesa, Papa Francesco e Papa Tawadros porranno dei fiori e accenderanno una candela per le vittime.

I “fuori programma” – al di là della possibilità per il Papa di parlare a braccio, come forse succederà nell’incontro al seminario al Mahdi, un saluto durante il pranzo del venerdì a un gruppo di bambini della Scuola Comboniana del Cairo, e un saluto a cena con 300 giovani che sono arrivati al Cairo dopo due giorni di pellegrinaggio: saranno fatti entrare dal Papa verso la fine della cena.

Nessuna auto blindata per il Papa. Nonostante i recenti attentati, Papa Francesco si sposterà con un auto "chiusa, ma non blindata", ha spiegato Greg Burke perché "la sicurezza è una questione centrale ovunque oggi, non solo in Egitto. Il Papa però vuole andare avanti, anche come segno di vicinanza a questo popolo".

Una particolarità: la Messa di sabato mattina varrà anche per la domenica, nonostante non sia vespertina, perché "la domenica è lavorativa in Egitto, e così si permette a quanti partecipano alla Messa di poter vivere una Messa domenicale senza la difficoltà di dover chiedere un altro giorno di permesso".

Al seminario, il Papa benedirà anche gli abiti dei seminaristi e rinnoverà con loro le promesse della vita consacrata. Parlerà in italiano, con traduzione simultanea in arabo.

Viaggeranno con il Papa il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, e il suo sostituto, l’arcivescovo Becciu; il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, e il Cardinale Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Il Cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, sarà lì, ma arriverà in anticipo con un altro volo. Il Papa sarà accompagnato anche dal patriarca cattolico Sidrak, il nunzio apostolico, il vescovo Musarò, e il vescovo Emmanuel Bishay, coordinatore del viaggio. Il traduttore sarà monsignor Yohannes Lahzi Gaid, secondo segretario particolare del Papa.

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