È una Chiesa a fianco della popolazione, che fa sue le sfide del Paese: così il vescovo Emmanuel Bishay di Luxor, che ha contribuito ad organizzare il viaggio di Papa Francesco al Cairo, racconta la Chiesa d’Egitto. Un mese dopo, è il momento di fare un bilancio, e guardare indietro all’impatto della visita.
“Desidero rinnovare la mia profonda riconoscenza per l’ospitalità che mi ha offerto, così come per il nostro toccante incontro e per la preghiera comune, condivisa come fratelli in Cristo”. Con queste parole Papa Francesco si è rivolto a Tawadros II, Patriarca della Chiesa Ortodossa Copta, in occasione della giornata di amicizia tra Copti ortodossi e cattolici.
Papa Francesco e l’Egitto. E’ l’argomento principale dell’Udienza Generale di oggi in un’affollata Piazza San Pietro. Il Papa è entusiasta della riuscita del suo 18 viaggio apostolico, lo scorso 28 e 29 aprile in Egitto, e lo ripercorre tappa per tappa.
Come sempre il volo di ritorno da un viaggio apostolico è sempre occasione per i giornalisti di fare domande al Papa. E Francesco, di ritorno dall’Egitto, non si è sottratto affrontando argomenti ad ampio raggio.
“Non abbiate paura del peso del quotidiano, del peso delle circostanze difficili che alcuni di voi devono attraversare!” Papa Francesco ha parole di incoraggiamento per il clero egiziano, riunito ad ascoltarlo nel seminario del Maadi.
Secondo ed ultimo giorno del Viaggio apostolico di Papa Francesco in Egitto: stamane la Messa presso l’Air Defense Stadium. Lasciando la Nunziatura del Cairo, il Pontefice è stato salutato anche da un gruppo di bambini della Scuola Comboniana. Commentando il Vangelo - si tratta del brano dei discepoli di Emmaus - il Papa elenca le tre parole chiave del testo: morte, risurrezione e vita.
Una corona di fiori e un cero accesso, lì dove si ricordano i martiri dell’attentato dell’11 dicembre. E la consapevolezza che questo “misterioso e attuale” legame dell’ecumenismo del sangue ha aiutato anche a maturare il cammino ecumenico.
"Sono lieto di trovarmi in Egitto, terra di antichissima e nobile civiltà. Questa terra rappresenta molto per la storia dell’umanità e per la Tradizione della Chiesa, non solo per il suo prestigioso passato storico ma anche perché tanti Patriarchi vissero in Egitto o lo attraversarono". Così Papa Francesco nel discorso rivolto al Presidente egiziano Al Sisi e alle autorità politiche del paese nordafricano.
Tre orientamenti, tre linee guida per migliorare il dialogo interreligioso. Ma soprattutto, un appello ai leader religiosi di smascherare la violenza in nome di Dio, ai leader delle nazioni di essere costruttori di pace e fermare riarmo e populismi, a tutti gli uomini di buona volontà di sanare le ingiustizie per un mondo di pace.
Papa Francesco è giunto in Egitto, meta del suo 18/mo Viaggio Apostolico Internazionale. Il Pontefice è stato accolto all'aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane e dal dal Patriarca di Alessandria dei Copti Cattolici e Presidente dell’Assemblea della Gerarchia Cattolica dell’Egitto, Ibrahim Isaac Sedrak.
In Egitto la maggioranza dei cristiana è copta. Che siano cattolici od ortodossi o evangelici. Difficile conoscere il numero esatto, le cifre variano moltissimo, ma sembra che i cristiani copti siano circa 7-8 milioni di fedeli su una popolazione stimata di più di 85 milioni di abitanti. Tra loro 150-200 mila copti cattolici e circa 100 mila copti evangelici.
Durante il viaggio del Papa in Egitto, si “esprimerà un impegno comune dei cristiani e dei musulmani in favore della pace”. Lo dice il Segretario di Stato vaticano, Cardinale Pietro Parolin, nella consueta intervista che concede al CTV prima dei viaggi internazionali del Santo Padre.
La notizia è di pochi giorni fa, ancora uomini armati che attaccano vicino alle chiese. Stavolta il sedicente stato islamico ha attaccato un checkpoint vicino al Monastero di Santa Caterina nel Sinai.
"Dobbiamo tutti operare per rafforzare l'impegno crescente a favore del dialogo interreligioso, un grande segno di speranza per i popoli del mondo. Le differenze di religione non hanno mai costituito un ostacolo, ma piuttosto una forma di arricchimento reciproco al servizio dell'unica comunità nazionale". Con queste parole Papa Giovanni Paolo II salutava il popolo egiziano al suo arrivo al Cairo, nel febbraio 2000.
Una delle particolarità della Chiesa cattolica in Egitto è che comprende comunità di sette riti diversi: la copta che è maggioritaria, la latina, la armena, la maronita, la siro-cattolica, la caldea e la greco-melchita.
"La pace sia con voi!". E' l'augurio che il Papa rivolge agli egiziani nel videomessaggio diffuso nell'imminenza del Viaggio Apostolico nel Paese nordafricano. L'Egitto - spiega Francesco - è "culla di civiltà, dono del Nilo, terra del sole e dell’ospitalità, ove vissero Patriarchi e Profeti e ove Dio, Clemente e Misericordioso, l’Onnipotente e Unico, ha fatto sentire la Sua voce".
Non c’è ancora un programma della Conferenza Internazionale della Pace al Cairo. Per ora, si sa che Papa Francesco vi prenderà parte - e ci sono altri 200 invitati, ma non tutti hanno dato l'adesione - e che il suo intervento non sarà né un intervento di apertura, né uno di chiusura, come in genere accade. È uno dei dettagli sul viaggio di Papa Francesco in Egitto fornito da Greg Burke, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, in un briefing con i giornalisti
Instabilità e pugno di ferro. E’ questa in sintesi la fotografia della situazione politica dell’Egitto nel 2017. Da un lato il presidente - il generale Al Sisi - governa il Paese con il pugno di ferro, dall’altro - dopo aver praticamente messo al bando i Fratelli Musulmani - gli estremisti islamici e l’ISIS in particolare con ripetuti attentati - gli ultimi sanguinari il giorno della Domenica delle Palme - cercano di destabilizzare il governo
Non si sa moltissimo della Conferenza Mondiale sulla Pace organizzata dall’università di al Azhar, cui Papa Francesco sarà chiamato a intervenire in conclusione. Al di là dei dettagli, la conferenza ha un peso perché è parte di un percorso di al Azhar per dare nuova linfa e peso all’Islam moderato.
È la Domenica delle Palme, e la memoria della Passione di Nostro Signore fa da sfondo a quella, attuale, della comunità cristiana in Egitto. A 20 giorni dalla visita di Papa Francesco in quella nazione, cellule dell'estremismo islamico colpiscono la minoranza cristiana, quasi 4,2 milioni di persone. Da alcuni mesi la barbarie è irrefrenabile. Ricordiamo il precedente dello scorso dicembre: 26 morti nella cattedrale copta de Il Cairo. Ricordiamo i sette omicidi, tutti ispirati all'odio religioso, nei primi mesi del 2017 nel nord del Sinai.