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Terni: si festeggia San Valentino, patrono della città e protettore degli innamorati

“San Valentino, per 70 anni maestro di questa città, padre dei poveri e dei giovani innamorati; va intensificata la sua dimensione di custode dell’amore, del matrimonio, della famiglia, ma anche di testimone fino al martirio della coerenza alla fede, della libertà religiosa, del dialogo interreligioso, dei diritti umani, della cura e preoccupazione per la città e altri vari aspetti”. E’ il pensiero del Vescovo di Terni, monsignor Giuseppe Piemontese, contenuto nella lettera pastorale alla città di Terni per la festa di San Valentino, il 14 febbraio.

Ogni anno, durante il mese di febbraio, Terni rende omaggio a San Valentino, patrono della città, con una cornice di appuntamenti culturali, riflessivi, di festa, ma soprattutto liturgici volti a tenere insieme la dimensione religiosa delle celebrazioni del Santo e quella civile delle iniziative ispirate alla forza evocativa dello stesso. Il più noto appuntamento è probabilmente la “festa della promessa”, la domenica precedente il 14 febbraio, in cui centinaia di giovani vengono a Terni in vista del loro matrimonio nei mesi seguenti.

Nato a Terni nel 176 d.C, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e successivamente dalla Chiesa anglicana, è considerato patrono degli innamorati e protettore degli epilettici. “Sarebbe certamente una sfida di alta eccellenza – continua il vescovo Piemontese nella sua lettera -  e grande testimonianza se la Chiesa, il mondo ternano della cultura e tutta la città nelle sue articolazioni amministrative, le associazioni, le imprese ecc. riuscissero a coalizzarsi per dare vita a quello che potremmo definire 'Progetto San Valentino di Terni'".

Sono molte le leggende entrate a far parte della cultura popolare su episodi riguardanti la vita di san Valentino. Secondo un racconto, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia e il centurione romano Sabino. L'unione era ostacolata dai genitori di lei ma, vinta la resistenza di questi, si scoprì che la giovane era gravemente malata. Il centurione chiamò Valentino al capezzale della giovane morente e gli chiese di non essere mai più separato dall'amata. Il santo vescovo lo battezzò e quindi lo unì in matrimonio a Serapia, dopo di che morirono entrambi.

La lettera del Vescovo di Terni si conclude con l’augurio a tutta la città e alla Diocesi di “sperimentare la vicinanza e le cure paterne di San Valentino in questi tempi difficili, ma anche carichi di provocazioni entusiasmanti”. “Egli- scrive ancora - doni a tutti noi la grazia della conversione e la voglia di aprirci all’attenzione vicendevole, ai poveri, ai disoccupati e soprattutto ai giovani perché le loro speranze realizzate siano premessa e consistenza delle speranze della nostra città”.

L’appuntamento per la diocesi è alle ore 9.30 del 14 febbraio, nella Chiesa Madre di Terni, la Cattedrale, per elevare la preghiera comune per la Città e per la celebrazione ecclesiale della Messa pontificale di san Valentino.

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