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Sinodo 2024. Maggiore responsabilità alle donne, trasparenza. Ecco le proposte dell’Instrumentum laboris

Presentato e pubblicato oggi "l’Instrumentum laboris", ossia lo "strumento di lavoro" per i membri della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. La parola stessa "strumento di lavoro" ricorda che "non è un documento del magistero", ma un testo-base "frutto dell’ascolto, del discernimento e della riflessione sulla Sinodalità maturata nel corso del processo sinodale". Più partecipazione delle donne ai processi decisionali, più trasparenza, l’importanza della accountability. Queste alcune delle proposte di questo testo per il prossimo ottobre 2024.

Presso la Sala Stampa della Santa Sede presenti il Cardinale Mario Grech, Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo e il Cardinale Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Luxembourg, Relatore Generale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Con i loro interventi hanno aiutato i giornalisti a capire meglio il valore e i temi di questo IL.

Tutto questo in vista della consegna al Pontefice di un Documento finale della XVI Assemblea che sarà a fine ottobre 2024. L'IL è diviso in tre parti: relazioni, percorsi e luoghi. Ci sono anche l'introduzione con i fondamenti e la conclusione.

La Segreteria Generale del Sinodo spiega che le tre "Parti" sono "strettamente intrecciate e illuminano da prospettive diverse la vita sinodale missionaria della Chiesa: la prospettiva delle Relazioni, con il Signore, tra i fratelli e le sorelle e tra le Chiese, che sostengono la vitalità della Chiesa ben più radicalmente delle sue strutture; la prospettiva dei Percorsi che sorreggono e alimentano nella concretezza il dinamismo delle relazioni; la prospettiva dei Luoghi che, contro la tentazione di un universalismo astratto, parlano della concretezza dei contesti in cui si incarnano le relazioni, con la loro varietà, pluralità e interconnessione, e con il loro radicamento nel fondamento sorgivo della professione di fede".

Ricordiamo che questa è una Seconda Sessione. Il primo IL distribuito per l'incontro dell'ottobre scorso, conteneva molte schede con molte domande. Ma sempre la Segreteria Generale del Sinodo risponde a questo quesito, ossia che "mentre nella Prima Sessione era stato richiesto ai membri di scegliere l’ambito tematico in cui desideravano portare il proprio contributo, nella Seconda Sessione, tutti i membri affronteranno lo stesso testo e si confronteranno sulle stesse proposte".

Il testo nasce dalle "riflessioni che le Conferenze Episcopali, le Chiese Orientali Cattoliche e altre realtà ecclesiali internazionali hanno presentato oltre ai rapporti redatti dai parroci nella tre-giorni di lavoro dell’incontro Parroci per il Sinodo. Inoltre nel dicembre 2023, la Segreteria Generale ha invitato attraverso il documento "Verso Ottobre 2024" tutta la comunità cristiana a riflettere sulla domanda guida individuata per la Seconda Sessione della XVI Assemblea "Come essere Chiesa sinodale in missione"?.

“Nonostante i tempi contingentati, sono arrivate alla Segreteria Generale del Sinodo ben 108 Sintesi nazionali preparate dalle Conferenze Episcopali, cui si aggiungono 9 Risposte pervenute dalle Chiese Orientali Cattoliche, 4 dalle Riunioni Internazionali di Conferenze Episcopali e la Sintesi dell’Unione dei Superiori Generali e dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali in rappresentanza della Vita consacrata. Questo ricco materiale, cui bisogna sommare le Osservazioni liberamente inviate da singoli e gruppi (incluse pure alcune Facoltà di teologia e diritto canonico), costituisce l’armatura portante del documento che oggi viene presentato, perché – fedele a quel movimento circolare di cui prima dicevo – il suo scopo è ora di sottoporre al discernimento di alcuni – i Membri del Sinodo, che torneranno a riunirsi a ottobre – quello che è stato detto da tutti – le Chiese locali in cui vive il Popolo di Dio”, commenta il Cardinale Grech durante la conferenza stampa.

Ben 70 persone sono state interpellate e chiamate a dare il loro apporto, in presenza o a distanza: Vescovi e Presbiteri, Consacrati e Consacrate, Laici e Laiche. Tra di loro vi sono biblisti, teologi, canonisti, esperti in scienze umane. Dopo un’intensa sessione di lavoro – svoltasi a Roma tra il 5 e il 13 giugno, con la partecipazione di 25 esperti, inclusi i membri della Commissione Preparatoria per l’Assemblea sinodale –, i contatti sono proseguiti alacremente fino ai giorni scorsi. Si è così realizzato un variopinto concerto di voci, una vera e propria polifonia, ricca di timbri e accenti, di cui l’Instrumentum laboris per la Seconda Sessione dell’Assemblea del Sinodo è il risultato e la testimonianza”, spiega ancora il Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo.

"L’Instrumentum laboris è rivolto prevalentemente ai membri della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi. Tuttavia, è anche un valido strumento per i singoli gruppi che a livello diocesano e nazionale desiderano proseguire il loro cammino di riflessione e di discernimento su come camminiamo insieme come Chiesa; e realizzare iniziative ecclesiali", spiega sempre la Segreteria Generale del Sinodo.

Nella parte prima delle “Relazioni” viene sottolineato il desiderio di una Chiesa non burocratica, ma concreta. “Lungo tutto il processo sinodale e a tutte le latitudini è emersa la richiesta di una Chiesa non burocratica, ma capace di nutrire le relazioni: con il Signore, tra uomini e donne, nella famiglia, nella comunità, tra gruppi sociali. Solo una trama di relazioni che intrecci la molteplicità delle appartenenze è in grado di sostenere le persone e le comunità, offrendo loro punti di riferimento e di orientamento e mostrando la bellezza della vita secondo il Vangelo: è nelle relazioni – con Cristo, con gli altri, nella comunità – che si trasmette la fede”, si legge nel testo.

Nel testo-base nei fondamenti compaiono le donne, il loro ruolo nella Chiesa. Nell’IL in particolare si reclama “una più ampia partecipazione delle donne nei processi di discernimento ecclesiale e a tutte le fasi dei processi decisionali”, anche un “un più ampio accesso a posizioni di responsabilità nelle diocesi e nelle istituzioni ecclesiastiche”, anche “nel ruolo di giudice nei processi canonici”.  E ancora “un maggiore riconoscimento e un più deciso sostegno alla vita e ai carismi delle consacrate e il loro impiego in posizioni di responsabilità”.

Sul diaconato femminile c'è invece una sorta di stop.  Il testo dice che viene richiesta da “alcune Chiese locali”, mentre altre “ribadiscono la loro contrarietà”. Ma il diaconato “non sarà oggetto dei lavori” . 

Nella seconda parte, “Percorsi”, vengono messi “in luce i processi che assicurano la cura e lo sviluppo delle relazioni, in particolare l’unione a Cristo in vista della missione e l’armonia della vita comunitaria, grazie alla capacità di affrontare insieme conflitti e difficoltà. Mette a fuoco quattro ambiti distinti, ma profondamente intrecciati nella vita della Chiesa sinodale missionaria: la formazione, in particolar modo all’ascolto (della Parola di Dio, dei fratelli e delle sorelle, e della voce dello Spirito) e al discernimento, che conduce a sviluppare modalità partecipate di decisione nel rispetto dei diversi ruoli, con una circolarità che approda alla trasparenza, al rendiconto delle responsabilità ricevute e a una valutazione che rilancia il discernimento per la missione”.

Al punto 67 del testo viene descritta anche “l’articolazione dei processi decisionali”. “Per favorire la sua attuazione, pare opportuna una riflessione sull’articolazione dei processi decisionali. Quest’ultima d’abitudine prevede una fase di elaborazione o istruzione (decision-making, secondo la terminologia inglese usata anche in altre lingue), attraverso un lavoro comune di discernimento, consultazione e cooperazione, che informa e sostiene la successiva presa di decisione (decision-taking), che spetta all’autorità competente (ad esempio, in una Diocesi o Eparchia al Vescovo). Fra le due fasi non vi è competizione o contrasto, ma con la loro articolazione concorrono a che le decisioni prese siano quanto più possibile conformi al volere di Dio”, riporta l’IL.

In una Chiesa sinodale, la competenza decisionale del Vescovo, del Collegio Episcopale e del Romano Pontefice è inalienabile, in quanto radicata nella struttura gerarchica della Chiesa stabilita da Cristo. Tuttavia, non è incondizionata: un orientamento che emerga nel processo consultivo come esito di un corretto discernimento, soprattutto se compiuto dagli organismi di partecipazione della Chiesa locale, non può essere ignorato”, continua il testo.

“L’obiettivo del discernimento ecclesiale sinodale non è far obbedire i Vescovi alla voce del Popolo, subordinando i primi al secondo, né offrire ai Vescovi un espediente per rendere accettabili decisioni già prese, ma condurre a una decisione condivisa in obbedienza allo Spirito Santo. Risulta dunque inadeguata una contrapposizione tra consultazione e deliberazione: nella Chiesa la deliberazione avviene con l’aiuto di tutti, mai senza l’autorità pastorale che decide in virtù del suo ufficio. Per questa ragione la formula ricorrente nel CIC, che parla di “voto solamente consultivo” (tantum consultivum), sminuisce il valore della consultazione e va corretta”, così riporta ancora il testo.

Nella terza parte, “Percorsi”, viene sottolineato come “nella vita sinodale missionaria della Chiesa, le relazioni di cui è intessuta e i percorsi che ne assicurano lo sviluppo, non possono mai prescindere dalla concretezza di un “luogo”, cioè di un contesto e di una cultura. Questa Parte III ci invita a superare una visione statica dei luoghi, che li ordina per livelli o gradi successivi (Parrocchia, zona, Diocesi o Eparchia, Provincia Ecclesiastica, Conferenza Episcopale o Struttura Gerarchica Orientale, Chiesa universale) secondo un modello piramidale”, si legge ancora nel testo base.

“Una Chiesa sinodale ha bisogno di cultura e pratica della trasparenza e del rendiconto (accountability) che sono indispensabili per promuovere la fiducia reciproca necessaria per camminare insieme ed esercitare la corresponsabilità per la comune missione”, si legge infine nel testo. “Trasparenza e rendiconto non si limitano all’ambito degli abusi sessuali e finanziari”, ma “devono riguardare anche i piani pastorali, i metodi di evangelizzazione e le modalità con cui la Chiesa rispetta la dignità della persona umana, ad esempio per quanto riguarda le condizioni di lavoro all’interno delle sue istituzioni”. In pratica, “la trasparenza deve essere una caratteristica dell’esercizio dell’autorità nella Chiesa”.

“Come Popolo di Dio uniamoci a questa lode, mentre come pellegrini di speranza continuiamo ad avanzare lungo il cammino sinodale verso coloro che ancora attendono l’annuncio della Buona Notizia della salvezza!”, questo l’augurio e la frase finale di questo testo che nasce dall'ascolto di tutto il Popolo di Dio.

Una sintesi dell’IL è disponibile sul sito www.synod.va

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