Città del Vaticano , 11 April, 2015 / 6:06 PM
Una lettera pastorale di un vescovo imbevuta di spirito ignaziano, una traccia per il lavoro nelle parrocchie e nelle comunità, uno sguardo al quotidiano della vita dei fedeli, ma anche dei lontani e dei fedeli delle religioni monoteiste che vedono Dio come “misericordioso”.
La Bolla “Misercordiae vultus” con la quale Papa Francesco indice ufficialmente l’ Anno Santo della Misericordia inizia dai testi biblici ed evangelici per arrivare alle esortazioni paterne, al richiamo alla misericordia quotidiana, all’invito a non cedere a corruzione e violenza.
L’Anno Santo si celebrerà, come già avvenne nel 2000, anche nelle Chiese particolari, e Papa Francesco chiede anche espressamente che ci sia in ogni cattedrale una “Porta Santa” attraverso la quale simbolicamente passare. Cuore e centro delle celebrazioni è ovviamente il Sacramento della Riconciliazione. Il Papa indica come celebrarlo e invia dei “missionari della misericordia”, sacerdoti con l’autorità data dal Papa di “perdonare anche i peccati che sono riservati alla Sede Apostolica.” A norma di Diritto Canonico sono cinque: la profanazione delle Sacre Specie, l'assoluzione del complice, la violazione del sigillo sacramentale, la consacrazione del vescovo senza autorizzazione del Papa, l'offesa al Pontefice.
E la Quaresima sarà particolare, “vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio.” Il Papa invita tutti alla pratica delle “24 ore di preghiera”, versione moderna delle pratica delle “Quarant’ore” di adorazione che San Filippo Neri “inventò” all’epoca della Controriforma.
Il Papa parla delle misericordia nelle sue molte declinazioni, nei testi biblici, nelle parabole che spiegano e ricordano che la misericordia è un annuncio di vita vissuta, è la testimonianza più alta dell’amore di Dio. E così ogni cristiano è apostolo di misericordia con la vita, e la Chiesa ovunque è presente lo deve essere come un’ oasi di misericordia perché “la prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo. Di questo amore, che giunge fino al perdono e al dono di sé, la Chiesa si fa serva e mediatrice presso gli uomini. Pertanto, dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre. Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia.”
Nel testo ci sono tutti i temi cari a Papa Francesco: la corruzione, le chiacchiere, le periferie esistenziali, il rischio del legalismo che offusca l’amore, il richiamo ai confessori ad essere delicati e soprattutto ben preparati ed accoglienti, il grido dei paesi poveri e dei poveri contro la indifferenza dei ricchi, la necessità di ogni cristiano di divenire pellegrino della fede.
Il Papa chiede un cambiamento di vita a tutti, grazie appunto al balsamo della misericordia.
Nel testo cita la introduzione della enciclica Dives in Misericordia di san Giovanni Paolo II ricordando che viviamo un tempo che ha dimenticato il senso stesso della misericordia e ancor prima del perdono. Ricorda santa Faustina Kowalska, apostola della Divina Misercordia.
“In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. La Chiesa sente in maniera forte l’urgenza di annunciare la misericordia di Dio. La sua vita è autentica e credibile quando fa della misericordia il suo annuncio convinto.”
In apertura della Bolla il Papa spiega anche che la data dell’8 dicembre per l’inizio dell’ Anno Santo è per ricordare i 50 anni di chiusura del Concilio Vaticano II. “La Chiesa - scrive il Papa- sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia.”
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