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Un servizio di EWTN News

Il Papa: il fiume del male nulla può contro l'oceano della misericordia

“Non è alla sfera geopolitica che si deve guardare per definire il culmine del tempo”.

Il Papa apre l’anno civile con la messa della Solennità della Madre di Dio. Una giornata che i pontefici dedicano alla pace, ma non solo e non tanto nel senso “geopolitico”.

Commentando il passo di Paolo che parla di “pienezza del tempo”, Francesco dice: “non è la storia che decide della nascita di Cristo; è, piuttosto, la sua venuta nel mondo che permette alla storia di giungere alla sua pienezza”.

Ecco perché dalla nascita di Gesù inizia una nuova era, “quella che vede il compimento della promessa antica”.  E la la pienezza del tempo altro non è che “la presenza di Dio in prima persona nella nostra storia. Ora possiamo vedere la sua gloria che risplende nella povertà di una stalla, ed essere incoraggiati e sostenuti dal suo Verbo fattosi “piccolo” in un bambino. Grazie a Lui, il nostro tempo può trovare la sua pienezza. Anche il nostro tempo personale trova la sua pienzza nell'incontro con Dio fatto uomo".

Ma come vedere questa presenza nei tanti segni negativi “che lo fanno piuttosto sentire come assente” ? Prosegue il Papa: “la pienezza del tempo sembra sgretolarsi di fronte alle molteplici forme di ingiustizia e di violenza che feriscono quotidianamente l’umanità. A volte ci domandiamo: come è possibile che perduri la sopraffazione dell’uomo sull’uomo?, che l’arroganza del più forte continui a umiliare il più debole, relegandolo nei margini più squallidi del nostro mondo? Fino a quando la malvagità umana seminerà sulla terra violenza e odio, provocando vittime innocenti? Come può essere il tempo della pienezza quello che pone sotto i nostri occhi moltitudini di uomini, donne e bambini che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla persecuzione, disposti a rischiare la vita pur di vedere rispettati i loro diritti fondamentali? Un fiume di miseria, alimentato dal peccato, sembra contraddire la pienezza del tempo realizzata da Cristo”. Ed aggiunge: "ricordatevi voi cari Pueri cantores che questa era la terza domanda che mi avete fatto ieri. Anche i bambini si accorgono di questo". 

Ma questo “fiume in piena non può nulla contro l’oceano di misericordia che inonda il nostro mondo”.

Ecco la risposta e tutti siamo chiamati “ad immergerci in questo oceano, a lasciarci rigenerare, per vincere l’indifferenza che impedisce la solidarietà, e uscire dalla falsa neutralità che ostacola la condivisione. La grazia di Cristo, che porta a compimento l’attesa di salvezza, ci spinge a diventare suoi cooperatori nella costruzione di un mondo più giusto e fraterno, dove ogni persona e ogni creatura possa vivere in pace, nell’armonia della creazione originaria di Dio”.

Icona di questa pace è Maria, che con il suo “sì” ha fatto giungere la pienezza del tempo. Lei, “vaso sempre colmo della memoria di Gesù, Sede della Sapienza, da cui attingere per avere la coerente interpretazione del suo insegnamento” ci offre “la possibilità di cogliere il senso degli avvenimenti che toccano noi personalmente, le nostre famiglie, i nostri Paesi e il mondo intero. Dove non può arrivare la ragione dei filosofi né la trattativa della politica, là può giungere la forza della fede che porta la grazia del Vangelo di Cristo, e che può aprire sempre nuove vie alla ragione e alle trattative”.

A Lei il Papa si rivolge concludendo la sua riflessione: “Estendi su di noi la tua benedizione in questo giorno a te consacrato; mostraci il volto del tuo Figlio Gesù, che dona al mondo intero la misericordia e la pace”.

La messa, celebrata in latino, è stata in parte animata dai Pueri cantores che hanno concluso il loro 40 esimo congresso internazionale.

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