Città del Vaticano , 08 April, 2023 / 8:51 PM
Davanti alla tomba vuota le donne “invertono la rotta, cambiano strada; abbandonano il sepolcro e corrono ad annunciare ai discepoli un percorso nuovo: Gesù è risorto e li attende in Galilea”. Lo ha detto il Papa nell’omelia pronunciata durante la solenne veglia pasquale in San Pietro.
La Pasqua – ha ricordato – è un “passaggio”. Le donne “passano dal mesto cammino verso il sepolcro alla gioiosa corsa verso i discepoli, per dire loro non solo che il Signore è risorto, ma che c’è una meta da raggiungere subito, la Galilea. L’appuntamento col Risorto è lì, lì conduce la Risurrezione. La rinascita dei discepoli, la risurrezione del loro cuore passa dalla Galilea. Entriamo anche noi in questo cammino dei discepoli che va dalla tomba alla Galilea”.
“A volte – ha osservato il Pontefice - succede anche a noi di pensare che la gioia dell’incontro con Gesù appartenga al passato, mentre nel presente conosciamo soprattutto delle tombe sigillate. A volte abbiamo semplicemente avvertito la fatica di portare avanti la quotidianità, e ci siamo forse trovati faccia a faccia con la morte, perché ci ha tolto la dolce presenza dei nostri cari o perché ci ha sfiorato nella malattia o nelle calamità, e facilmente siamo rimasti preda della disillusione e si è disseccata la sorgente della speranza. Così i nostri cammini si arrestano davanti a delle tombe e noi restiamo immobili a piangere e a rimpiangere, soli e impotenti a ripeterci i nostri perché”.
Le donne invece “a Pasqua non restano paralizzate davanti a una tomba, portano la notizia che cambierà per sempre la vita e la storia: Cristo è risorto! Trasmettono la raccomandazione del Signore, il suo invito ai discepoli: che vadano in Galilea, perché là lo vedranno”.
Il Papa si sofferma sull’invito ad andare in Galilea. Vuol dire “uscire dal nascondimento per aprirsi alla missione, evadere dalla paura per camminare verso il futuro”. Significa anche “ritornare alle origini, perché proprio in Galilea tutto era iniziato. Andare in Galilea è tornare alla grazia originaria, è riacquistare la memoria che rigenera la speranza, la memoria del futuro con la quale siamo stati segnati dal Risorto”.
“La Pasqua del Signore – ha spronato Papa Francesco - ci spinge ad andare avanti, a uscire dal senso di sconfitta, a guardare con fiducia al futuro, perché Cristo è risorto e ha cambiato la direzione della storia”.
Per fare ciò si deve tornare in Galilea “dov’è iniziata la nostra storia d’amore con Gesù. Rivivere quel momento, quella situazione, quell’esperienza in cui abbiamo incontrato il Signore, abbiamo sperimentato il suo amore e abbiamo ricevuto uno sguardo nuovo e luminoso su noi stessi, sulla realtà, sul mistero della vita. Per risorgere, per ricominciare, per riprendere il cammino, abbiamo sempre bisogno di ritornare in Galilea, cioè di riandare non a un Gesù astratto, ideale, ma alla memoria viva, concreta e palpitante del primo incontro con Lui. Per avere speranza dobbiamo nutrire la memoria. Questo è l’invito: ricorda e cammina!”.
In Galilea abbiamo conosciuto “non un Dio lontano, ma il Dio vicino, che ti conosce più di ogni altro e ti ama più di chiunque altro”.
“Ciascuno di noi – ha concluso il Papa - conosce il proprio luogo di risurrezione interiore. Non possiamo lasciarlo al passato, il Risorto ci invita ad andare lì per fare la Pasqua. Perché è quando hai dimenticato quel primo amore, è quando hai scordato quel primo incontro che è cominciata a depositarsi della polvere sul tuo cuore. Ma oggi la forza di Pasqua invita a rotolare via i massi della delusione e della sfiducia; il Signore, esperto nel ribaltare le pietre tombali del peccato e della paura, vuole illuminare la tua memoria santa, il tuo ricordo più bello, rendere attuale il primo incontro con Lui. Ricorda e cammina: ritorna a Lui, ritrova la grazia della risurrezione di Dio in te. Torna in Galilea!”.
Nel corso della celebrazione Papa Francesco amministra i Sacramenti dell’iniziazione cristiana a 8 neofiti provenienti da Albania, Stati Uniti d’America, Nigeria, Italia e Venezuela.
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