“Vi incoraggio a continuare, in particolare perché ciò esprime il desiderio di non lasciar passare invano l’importante occasione che il 2025 ci offre. L’anno prossimo, infatti – che per la Chiesa Cattolica sarà Giubileo ordinario –, la celebrazione della Pasqua, a motivo della coincidenza dei calendari, sarà comune per tutti i cristiani. È un segno importante, a cui si aggiunge la ricorrenza dei 1700 anni dalla celebrazione del primo Concilio Ecumenico, quello di Nicea, che, oltre a promulgare il Simbolo della fede, trattò anche il tema della data della Pasqua, a causa delle differenti tradizioni esistenti già a quel tempo”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, ricevendo in udienza la Delegazione del Gruppo “Pasqua Together 2025”.
Lunedì 25 marzo, ad inizio della Settimana Santa, nella parrocchia dello ‘Spirito Santo’ di Tolentino, nella diocesi di Macerata,
“La Pasqua di Gesù ci parla della sua risurrezione e ci ricorda che non è un tornare indietro dal regno dei morti, non è un ritrovarsi improvvisamente rianimati come dopo un coma o una morte apparente ma è un andare oltre, è un passaggio verso una forma di vita talmente nuova e piena che noi non riusciamo nemmeno a immaginarla”. Così Padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, nel messaggio pubblicato in occasione della Pasqua.
“In questo solennissimo giorno di Pasqua si celebra la Statione in questa chiesa della gloriosa Vergine”, cioè a Santa Maria Maggiore,
Papa Francesco ha presieduto regolarmente la Veglia Pasquale nella Basilica Vaticana. Ieri sera il Pontefice non aveva preso parte alla Via Crucis al Colosseo “per conservare la salute” in vista degli impegni di stasera e di domani.
“Stiamo sperimentando delle tenebre profondissime che avvolgono migliaia di persone, in tanti luoghi nel mondo, in particolare in Ucraina e in Terra Santa. Quanta desolazione! Non possiamo abituarci alla guerra, ai combattimenti che non risparmiano deboli e innocenti, soprattutto i bambini: dovremmo sempre guardare attraverso le loro lacrime, attraverso il pianto dei più piccoli. È da lì che capiamo tutto l’orrore e la violenza della guerra, dell’ingiustizia e quanto questo sia inaccettabile”. Lo scrive la presidenza della CEI nel messaggio di auguri per Pasqua.
“La morte ci fa paura. La morte è un orrore. Sembra divorare tutto, sembra togliere senso ad ognicosa".
"Desidero che ciascuno di voi senta il mio affetto di padre, che conosce le vostre sofferenze e le vostre fatiche, in particolare quelle di questi ultimi mesi. Insieme al mio affetto, possiate percepire quello di tutti i cattolici del mondo! Il Signore Gesù, nostra Vita, come Buon Samaritano versi sulle ferite del vostro corpo e della vostra anima l’olio della consolazione e il vino della speranza". Il Pontefice scrive una Lettera ai cattolici di Terra Santa. L'occasione è la Pasqua che sta per arrivare, "cuore della nostra fede, ancora più significativa per voi che la celebrate nei Luoghi in cui il Signore è vissuto, morto e risorto".
Questa santa veglia, queste ore che stiamo vivendo sono le ore più grandi della nostra vita, quelle più cariche di significato perchè, come abbiamo cantato nel Preconio pasquale, celebriamo “la vittoria del più grande dei re”, la terra si ridesta di gioia e “le tenebre sono scomparse, messe in fuga dall’Eterno Signore della Luce”.
Davanti alla tomba vuota le donne “invertono la rotta, cambiano strada; abbandonano il sepolcro e corrono ad annunciare ai discepoli un percorso nuovo: Gesù è risorto e li attende in Galilea”. Lo ha detto il Papa nell’omelia pronunciata durante la solenne veglia pasquale in San Pietro.
"Per quanto avessero ricacciato sotto le pietre la terra, affinché nulla ci crescesse sopra, e rinettassero qualsiasi erba ne spuntasse fuori, e affumicassero tutto di carbone e di petrolio, e mozzassero gli alberi, e allontanassero tutte le bestie e gli uccelli, la primavera era primavera anche in città".
Tre eventi culturali nell’imminenza della Pasqua nella concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio. L’arciprete don Simone Sorbaioli: «Sono importanti appuntamenti all’insegna della fede, della cultura e dell’arte, che contribuiscono alla promozione artistica della nostra concattedrale e dell’intera città».
Al termine della Celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, prima della Benedizione Apostolica, Francesco guida la recita della preghiera dell’Angelus.
Sarà un mese di aprile molto intenso per Papa Francesco. Il calendario degli impegni liturgici che è stato pubblicato oggi si apre con le cerimonie pasquali.
“Sentiamo tutto il peso della sofferenza della nostra famiglia umana, schiacciata dalla violenza, dalla guerra e da tante ingiustizie”.
Celebriamo oggi l’evento che ha cambiato le sorti dell’umanità: la resurrezione di Cristo. Se l’esito finale della vita di Gesù fosse stata la morte, la sua esistenza si sarebbe rivelata inutile ed insensata.
Papa Francesco ha assistito e non presieduto la solenne Veglia pasquale nella Basilica Vaticana. Al suo posto il Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Sacro Collegio. Nel corso del rito il Pontefice ha comunque pronunciato l’omelia.
Alla vigilia del Triduo Pasquale, il Papa incentra la sua riflessione sul tema: “La pace di Pasqua”. Nell'Udienza generale odierna, dall'Aula Paolo VI, il Pontefice spiega che "la pace che Gesù ci dà a Pasqua non è la pace che segue le strategie del mondo".
I ‘panini benedetti’ sono un segno particolare della devozione a san Nicola da Tolentino, legati ad un episodio della sua vita. San Nicola, gravemente malato, ottenne la grazia della guarigione per intervento della Vergine Maria, che, apparsa in visione, gli aveva assicurato: “Chiedi in carità, in nome di mio Figlio, un pane. Quando lo avrai ricevuto, tu lo mangerai dopo averlo intinto nell’acqua, e grazie alla mia intercessione riacquisterai la salute”.
La data limite è quella del 2025. È l’anno in cui si celebra il 1700esimo anniversario dal Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico cristiano, e sono previste grandi iniziative. Ma è anche l’anno in cui la data della Pasqua dei cristiani di rito latino coincide con la Pasqua dei cristiani di rito orientale, ortodossi o cattolici: sarà il 20 aprile. La Pasqua, infatti, viene celebrata in date diverse, a seconda se viene seguito il calendario gregoriano (come fa la Chiesa di rito latino) o il calendario di rito giuliano (come fanno le Chiese di rito orientale). Da tempo, nell’ambito ecumenico, si parla di una unificazione delle date, per celebrare tutti insieme e dare un segno di unità. Il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, è aperto all’idea. Anche se, ammette, c’è ancora del lavoro da fare.