Città del Vaticano , 23 February, 2023 / 10:30 AM
Il “cammino verso Emmaus può simboleggiare il percorso ecumenico dei cristiani verso la piena comunione”. Lo ha scritto il Papa nel discorso consegnato stamane ad una delegazione di giovani sacerdoti e monaci delle Chiese Ortodosse Orientali.
Anche in questa occasione Francesco sottolinea tre aspetti. “Il primo è che, se i cristiani camminano insieme, come facevano i due discepoli di Emmaus, saranno accompagnati da Cristo, che affiancherà, motiverà e porterà a compimento il loro percorso”.
“Lo scoraggiamento e l’autoreferenzialità – ha sottolineato - impediscono ai cristiani di Confessioni diverse di vedere ciò che li unisce, di riconoscere Colui che li unisce. Allora, in quanto credenti dobbiamo credere che, quanto più camminiamo insieme, tanto più saremo misteriosamente accompagnati da Cristo, perché l’unità è un pellegrinaggio comune”.
Vi è poi il “dialogo: dialogo della carità, dialogo della verità, dialogo della vita. Il dialogo dei pellegrini di Emmaus porta al dialogo con Gesù, che ne diventa l’esegeta; Cristo parla ai loro cuori. Questo ci mostra che il dialogo tra i cristiani si fonda sulla Parola di Dio, che il Signore Gesù ci fa comprendere con la luce del suo Spirito”.
Infine “il Signore non impone la sua presenza, ma i discepoli lo pregano di rimanere. Hanno desiderato stare insieme con Cristo. Ecco il terzo elemento: bisogna desiderare l’unità con la preghiera, con tutto il cuore e le forze, con insistenza, senza stancarsi. Perché, se il desiderio dell’unità è spento, non basta camminare e dialogare: tutto diventa qualcosa di dovuto e formale. Se invece il desiderio spinge ad aprire le porte a Cristo insieme al fratello, tutto cambia”.
“Questo è forse – ha concluso il Pontefice - ciò che oggi più manca ai cristiani delle varie Confessioni: un desiderio ardente di unità, che venga prima degli interessi di parte. L’unità è pellegrinaggio, l’unità è dialogo, l’unità è desiderio. Qualcuno di voi viene dalla tribolata Siria; vorrei esprimere una vicinanza particolare a quel caro popolo, provato, oltre che dalla guerra, dal terremoto che, come in Turchia, ha provocato tante vittime e devastazioni terribili. Di fronte alla sofferenza di tanti innocenti, bambini, donne, mamme, famiglie, auspico che si faccia tutto il possibile per la gente, che non vi siano ragioni o sanzioni che ostacolino gli urgenti e necessari aiuti alla popolazione”.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA