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Sarà santo Giovanni Battista Scalabrini, padre per tutti i migranti e i rifugiati

Papa Giovanni Paolo II proclamò beato Giovanni Battista Scalabrini il 9 novembre 1997. Il 9 ottobre 2022 il "padre dei migranti" sarà proclamato Santo da Papa Francesco. Proprio in vista della canonizzazione del vescovo Scalabrini la Congregazione dei Missionari di San Carlo Borromeo, la Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo e l’Istituto delle Missionarie Secolari Scalabriniane hanno organizzato una conferenza stampa ricca di interventi per far conoscere a tutti Giovanni Battista Scalabrini, pioniere nel considerare il fatto migratorio in tutti i suoi aspetti.

All’evento hanno partecipato padre Leonir Chiarello, Superiore Generale dei Missionari di San Carlo Borromeo Scalabriniani, suor Neusa de Fatima Mariano, superiora della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane, Giulia Civitelli, missionaria secolare scalabriniana, il postulatore padre Graziano Battistella. Presente anche monsignor Pierpaolo Felicolo il nuovo Direttore generale della Fondazione Migrantes.

Il nuovo direttore di Migrantes sottolinea i tratti principali di Scalabrini. "La canonizzazione di un vescovo è sempre motivo di particolare gioia per la Chiesa. E la canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini lo è particolarmente per la Chiesa Italiana e per la Fondazione Migrantes che nella e per la Cei segue particolarmente il mondo della mobilità umana. Un impegno che Scalabrini “Padre dei Migranti” - come lo ha definito Giovanni Paolo II venticinque anni fa in occasione della beatificazione - ha portato avanti mettendosi a fianco degli italiani che alla fine dell’Ottocento lasciavano l’Italia per altri lidi e fondando una Congregazione, quella dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani) e quella delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo (Scalabriniane), insieme alle missionarie laiche per l’assistenza dei migranti. Scalabrini non voleva far mancare ai migranti che allora partivano soprattutto per le Americhe, quella vicinanza spirituale ma anche culturale importante per la tutela dei loro diritti e per la loro promozione sociale nei paesi di arrivo.", dice Monsignor Felicolo.

Le rilevazioni statistiche dell'emigrazione dall'Italia iniziarono nel 1875. Secondo quei dati dal 1876 al 1905 emigrarono in Europa oltre 3.711.000 italiani e in America 4.150.000. Per quanto riguarda l'origini, tre quinti dei migranti provenivano dal Nord Italiam, ma a partire dal 1900 la maggioranza di essi proveniva dal Sud. Scalabrini fu colpito fortemente da questo fenomeno di massa. Ne studiò le dinamiche, tenne numerose conferenze per sollecitare l'intervento del governo e della società civile. Come ha detto in conferenza stampa padre Leonir Chiarello, Superiore Generale dei Missionari di San Carlo Borromeo Scalabriniani, Scalabrini fu "l'iniziatore di un evento multiforme e articolato" nel coinvolgere anche lo Stato per rispondere alle esigenze umane dei migranti.

Fondò la Congregazione dei Missionari di San Carlo Borromeo, delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo e la Società San Raffaele, una associaizone laica attiva nei porti di imbarco e sbarco.

Suor Lina Guzzo è missionaria Scalabriniana da 57 anni. Suor Lina, intervistata da ACI Stampa durante la conferenza, racconta il suo impegno a Messina nell'aiutare la comunità del Sri Lanka e delle Filippine ad integrarsi con la società. Insegna ai bambini e accompagna i ragazzi stranieri nel loro percorso di vita. Per anni è stata "l'animatrice del porto di Reggio Calabria". Così la chiamavano i volontari che insieme a lei e alle sorelle accoglievano i migranti.

Suor Lina, vicepostulatrice della canonizzazione di Scalabrini, è rinoscente a Papa Francesco per questo dono della santità al padre dei migranti.

"Scalabrini è un uomo di Dio, per me è un modello, la passione che aveva lui per gli uomini e donne me l'ha passata, Scalabrini aveva uno spirito forte, dentro di me sento il dna del Vescovo di Piacenza, ho molta strada da fare, ma mi sento molto in sintonia con quello che ha scritto e ha fatto. Scalabrini si interessava di tutto e dove poteva si rimboccava le maniche. Si è mosso lui ed ha attirato tutti gli altri. Io mi sento il braccio lungo del futuro Santo Scalabrini. Lui aveva la preoccupazione degli italiani all'estero, sta succedendo adesso tutto quello che lui aveva predetto. L'immigrazione è una necessità, io ho vissuto in Calabria e c'erano tantissime persone, ho dei ricordi molto forti di alcuni di loro, notti in ospedale insieme, c'erano donne bruciate dal petrolio e dall'acqua della barca, io ho capito quello che Scalabrini voleva dire, di andare e vedere, toccare con mano, come dice Papa Francesco. Io ho visto funerali di bambini e tante altre cose", dice la missionaria ad ACI Stampa.

"La pace viene attraverso la conversazione. Se la pace la vogliamo deve essere contagiosa, perchè il contagio porta a capire che quella gente è come me, gli africani, gli etiopi hanno le stesse frasi che usavano gli italiani in Germania. Loro non vogliono il nostro male, vogliono solo condividere la dignità", aggiunge ancora Suor Lina ai microfoni di ACI Stampa.

I missionari scalabriniani svolgono un servizio di ospitalità verso ogni tipo di migrante, deportato, rifugiato. Sono circa 650 religiosi, presenti in 33 paesi del mondo. Hanno aperto 27 case per i Migranti e 13 centri per l'Apostolato del Mare. La Congregazione delle suore è presente in 27 paesi, con circa 520 suore. Ogni giorno nel mondo assistono 12.000 migranti.

 

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