“Il nostro sguardo al Presepe non si ferma a Betlemme, ma contempla anche l’arrivo dei Magi, che ci ricorda l’universalità della salvezza, e anche la successiva fuga in Egitto della famiglia di Gesù, che ci pone di fronte all’incomprensione, alla chiusura, alla violenza nei confronti di uomini in fuga che segnano anche il Natale, di ieri come di oggi”. Lo ha detto Mons. Gian Carlo Perego – Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Presidente di Migrantes – celebrando il 10 dicembre scorso la Messa per i delegati di Migrantes Emilia-Romagna a Piacenza, diocesi guidata nel secolo scorso da San Giovanni Battista Scalabrini, che spese la sua vita per i migranti.
Il quadro è stabile, e purtroppo non è buono. É quanto emerge dal XXXI Rapporto Immigrazione 2022 Caritas Italiana e Fondazione Migrantes che è stato presentato oggi a Roma.
Papa Giovanni Paolo II proclamò beato Giovanni Battista Scalabrini il 9 novembre 1997. Il 9 ottobre 2022 il "padre dei migranti" sarà proclamato Santo da Papa Francesco. Proprio in vista della canonizzazione del vescovo Scalabrini la Congregazione dei Missionari di San Carlo Borromeo, la Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo e l’Istituto delle Missionarie Secolari Scalabriniane hanno organizzato una conferenza stampa ricca di interventi per far conoscere a tutti Giovanni Battista Scalabrini, pioniere nel considerare il fatto migratorio in tutti i suoi aspetti.
La Chiesa italiana, a metà del XIX secolo, istituì le Missioni Cattoliche Italiane per essere accanto ai connazionali che partivano dall’Italia.
La fotografia che si sviluppa sotto gli occhi di chi legge il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana è sempre molto profetica.
262 rintocchi di campana ieri mattina a Marcinelle nella miniera del “Bois du Cazier hanno ricordato l’8 agosto del 1956 l’ incendio che uccise 262 minatori di ben dodici nazionalità diverse, tra cui 136 italiani.
Nonostante la pandemia la Missione della Chiesa non si ferma e passa per i giovani. Così Missio Marche propone una Stage missionario per giovani a Loreto.
In questi giorni e in queste ore il Ministero degli Esteri Italiano è impegnato per dare supporto agli italiani che in queste ore si trovano all’estero per vari motivi e che non riescono a rientrare.
Le migrazioni riguardano sempre più i giovanissimi, i ragazzi, e Migrantes si occupa di loro con un rapporto specifico.
Se è vero che aumentano i migranti che arrivano in Italia, è anche vero che tanti italiani emigrano. Il dato emerge dalle ricerche della fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana che ogni anno presenta un rapporto sulla presenza degli italiani nel mondo.
Un appuntamento che segna la voglia di accoglienza dei cattolici romani, la Festa dei Popoli a Piazza San Giovanni.
In occasione dei 30 anni della Fondazione Migrantes e degli oltre 50 dell’UCEI , Ufficio Centrale Emigrazione Italiana, l’ 11 maggio 2018 si terrà presso la sede della Fondazione Migrantes a Roma la presentazione dell’opera, in cinque volumi, di Simone Varisco sulla storia della pastorale migratoria UCEI/Migrantes, intitolata “Impronte e scie. 50 anni di Migrantes e migranti”.
Nel 2016 sono sbarcati in Italia 181.436 migranti, fino al 30 ottobre 2017 sono sbarcate invece sulle nostre coste 111.302 persone, il 30% in meno rispetto allo stesso periodo del 2016. Tra gli arrivi più numerosi nigeriani, bengalesi, guineani. Lo riporta il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017 realizzato da Anci, Caritas italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes, Servizio centrale dello Sprar e in collaborazione con l’Unhcr.
Aumentano sempre di più gli italiani che lasciano il nostro Paese. Negli ultimi 11 anni sono quasi 5 milioni i connazionali che si sono stabiliti all’estero. Lo rileva la Fondazione Migrantes nella XII edizione del “Rapporto Italiani nel mondo”. La maggior parte risiede ora in altre nazioni europee - in particolare in Svizzera e in Germania - e a seguire l’America Meridionale e l’Oceania.
Si è celebrata oggi la Giornata nazionale in memoria delle vittime delle migrazioni. Il 3 ottobre 2013, a pochi metri dalle coste di Lampedusa, fecero naufragio e persero la vita 368 persone. Uno dei più tragici, ma non l’unico e neppure l’ultimo dei naufragi di questi anni avvenuto nel braccio di mare che separa le nostre coste dall’Africa.
“L’amore materno della Chiesa verso questi nostri fratelli e sorelle chiede di manifestarsi concretamente in tutte le fasi dell’esperienza migratoria, dalla partenza al viaggio, dall’arrivo al ritorno, cosicché tutte le realtà ecclesiali locali situate lungo il tragitto siano protagoniste dell’unica missione, ciascuna secondo le proprie possibilità. Riconoscere e servire il Signore in questi membri del suo “popolo in cammino” è una responsabilità che accomuna tutte le Chiese particolari nella profusione di un impegno costante, coordinato ed efficace”. Sono chiare e decise le parole di Papa Francesco nel suo discorso rivolto ai ai direttori nazionali delle Migrazioni che partecipano all’Incontro promosso dal CCEE, a Roma presso la Pastor Bonus dal 21 al 23 settembre.
Ieri a Roma è stato presentato il Rapporto 2016 Caritas Migrantes, dedicato in maniera particolare al mondo giovanile. Un tema che la Chiesa sta battendo da tempo e al quale sarà dedicato il prossimo Sinodo, in programma nell'ottobre 2018. Di tutto questo ACI Stampa ha parlato con Monsignor Guerino Di Tora, Vescovo Ausiliare di Roma e Presidente della Fondazione Migrantes.
Nel 1990 per la prima volta venne lanciata la Giornata Internazionale dei Rom. L’occasione era il 4° Congresso Internazionale Rom, che si svolgeva a Serock in Polonia.
Un’iniziativa unica del suo genere, promossa dagli Uffici per la Cultura, Caritas, Migrantes e Missioni della Diocesi di Ragusa, che vede la partecipazione di trentanove artisti professionisti, tra cui dei giovani talenti e il coinvolgimento di ragazzi ospiti in diversi centri di accoglienza. E’ la mostra interculturale d’arte “Migrantes”, che è stata inaugurata giovedì 23 febbraio presso il Palazzo Garofalo di Ragusa.
“C’è una sorta di legame tra la Chiesa di Cremona e di Ferrara-Comacchio, forse generato dal comune corso del fiume Po e dalle meravigliose oasi naturali, che si mantiene nel tempo, quasi per generare uno scambio, oserei dire, di ragioni della fede e del cuore che caratterizzano la ricca storia di due comunità cristiane.