Città del Vaticano , 21 August, 2022 / 12:11 AM
Gesù chiede di passare dalla porta stretta non perché questa sia una porta per pochi, ma perché il suo metro di misura è il Vangelo, e seguire Gesù è impegnare la vita nell’amore, nel servizio e nel dono di sé, anche a costo di passare dalla porta stretta della croce. Nel commento al Vangelo domenicale, Papa Francesco ribadisce l’importanza di vivere una vita secondo l’impegno cristiano, al di là di ogni egoismo e fondata sull’amore. Al termine dell’Angelus, il pensiero di Papa Francesco per la situazione in Nicaragua, dove il vescovo Alvares è stato arrestato dal governo, con l’auspicio che il dialogo sia intrapreso e porti una convivenza pacifica. E il pensiero per l'Ucraina: "Proseguiamo nella preghiera e la vicinanza per il caro popolo ucraino che sta vivendo una immane crudeltà".
Penultima domenica di agosto, e ultimo Angelus del mese in piazza San Pietro, perché la prossima settimana il Papa sarà all’Aquila per la Perdonanza Celestiniana. Il Vangelo del giorno è quello in cui Gesù dice ai discepoli che si deve passare dalla “porta stretta”, che però è aperta a tutti, non è per pochi.
Ma cosa è questa porta stretta, si chiede Papa Francesco? Al tempo, spiega, la sera le porte delle città venivano chiuse e ne restava aperta una sola, “la più piccola e stretta, e per rientrare a casa si poteva passare solo di lì”. E Gesù stesso ha detto di essere la porta, il luogo da cui passare per salvarsi.
“Ci vuole dire – chiosa Papa Francesco - che per entrare nella vita di Dio, nella salvezza, bisogna passare attraverso di Lui, accogliere Lui e la sua Parola. Come per entrare in città bisognava ‘misurarsi’ con l’unica porta stretta rimasta aperta, così quella del cristiano è una vita ‘a misura di Cristo’, fondata e modellata su di Lui”.
Questo metro misura è il Vangelo, e cioè “non quello che pensiamo noi, ma quello che ci dice lui”, e dunque è una porta stretta “non perché sia destinata a pochi, ma perché essere di Gesù significa seguirlo, impegnare la vita nell’amore, nel servizio e nel dono di sé come ha fatto lui, che è passato per la porta stretta della croce”.
Il progetto di vita proposto da Dio “ci chiede di restringere lo spazio dell’egoismo, di ridurre la presunzione dell’autosufficienza, di abbassare le alture della superbia e dell’orgoglio, di superare la pigrizia per attraversare il rischio dell’amore, anche quando comporta la croce”.
Papa Francesco completa il concetto chiedendo di guardare “ai gesti d’amore che portiamo avanti con fatica”, dai genitori che “si dedicano ai figli facendo sacrifici”, a quanti si occupano per gli altri, che curano anziani, poveri e fragili, ma anche a chi “va avanti a lavorare con impegno, sopportando disagi e magari incomprensioni”, e anche “a chi soffre a motivo della fede, ma continua a pregare e ad amare; a quanti, anziché seguire i propri istinti, rispondono al male con il bene, trovano la forza di perdonare e il coraggio di ricominciare”.
Il Papa sottolinea che questi sono solo alcuni esempi di persone che scelgono “la porta stretta di Gesù, una vita spesa nell’amore”: E allora, chiede, “noi da che parte vogliamo stare? Preferiamo la strada facile del pensare solo a noi stessi o la porta stretta del Vangelo, che mette in crisi i nostri egoismi ma ci rende capaci di accogliere la vera vita che viene da Dio? Da che parte stiamo?”
Al termine dell’Angelus, il pensiero per il Nicaragua: “Fratelli e sorelle, seguo da vicino con preoccupazione e dolore la situazione creatasi in Nicaragua che coinvolge persone e istituzioni. Vorrei esprimere la mia convinzione e il mio auspicio che per mezzo di un dialogo sincero e aperto si possano trovare le basi per una convivenza rispettosa e pacifica. Chiediamo al Signore per intercessione della purissima che ispiri nel cuore di tutti tale concreta volontà”.
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