Un Vangelo caratterizzato da due verbi, il salire e lo scendere. Ma il secondo è quello che permette il primo, perché si deve scendere con umiltà e vederci senza finzioni per poter davvero andare verso Dio. Nel giorno in cui Papa Francesco si iscrive ufficialmente alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona 2023, e si celebra la Giornata Missionaria Mondiale, il Vangelo è quello del pubblicano e del peccatore.
Gesù chiede di passare dalla porta stretta non perché questa sia una porta per pochi, ma perché il suo metro di misura è il Vangelo, e seguire Gesù è impegnare la vita nell’amore, nel servizio e nel dono di sé, anche a costo di passare dalla porta stretta della croce. Nel commento al Vangelo domenicale, Papa Francesco ribadisce l’importanza di vivere una vita secondo l’impegno cristiano, al di là di ogni egoismo e fondata sull’amore.
Il brano di Vangelo si apre con una domanda posta a Gesù da “un tale”: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Una domanda dal valore puramente accademico che in tanti si pongono per pura curiosità, ma che rimane priva di qualsiasi coinvolgimento personale. Il Signore rifiuta di entrare nel merito della questione per focalizzare l’attenzione su ciò che è veramente importante. Il vero problema non è il numero di coloro che si salvano, ma dove sono io, dov’è il mio cuore, come io mi pongo nei confronti di Dio. In definitiva che uso faccio della mia libertà?
Anche oggi, l’incarnazione di Gesù suscita scandalo. Anche oggi, il fatto che Dio ha deciso di “attuare la salvezza nella debolezza della carne umana” fa allontanare le persone incredule. Ma non ci si deve meravigliare – dice Papa Francesco – se “Gesù Cristo ci mette in crisi. Anzi, preoccupiamoci se non ci mette in crisi, perché forse abbiamo annacquato il suo messaggio”.