Lahore, 12 February, 2022 / 11:00 AM
“Io sono stato testimone del tragico attacco suicida nella mia parrocchia, mentre celebravo la Messa cui partecipavano più di 2500 fedeli”. Cominciava così la lettera con cui padre Francis Guilzar, parroco della chiesa di San Giovanni di Lahore, in Pakistan, raccontava del martirio del ventenne Akash Bashir, che, sacrificando la propria vita, impedì a dei kamikaze di entrare in chiesa, costringendoli ad esplodersi all’ingresso della chiesa. L’attacco provoco 20 vittime e 80 feriti, ma sarebbero stati molti di più senza il sacrificio del giovane. Il 9 novembre 2021, la Congregazione per le Cause dei Santi ha autorizzato l’arcidiocesi di Lahore ad aprire la causa di beatificazione. Akash Bashir è così il primo servo di Dio della Chiesa proveniente dal Pakistan.
L’annuncio è stato dato all’arcidiocesi il 31 gennaio, festa di San Giovanni Bosco, per la gioia di padre Guilzar, la cui lettera aveva fatto partire il procedimento. È – ha detto in una dichiarazione – “un grande giorno per la Chiesa cattolica in Pakistan. Ha offerto la sua vita come sacrificio per salvare le vite alla comunità cristiana della chiesa cattolica di San Giovanni, Youhanabad”.
Lahore è l’arcidiocesi cattolica più grande del Pakistan, con 450 mila fedeli, e Youhanabd è l’area più cattolica. Ma la città che dà il nome all’arcidiocesi è anche tristemente conosciuta per essere stata la sede di vari attacchi: l’attentato della Pasqua 2016, con un bilancio di 78 vittime e 300 feriti, in maggioranza cristiano; o come il doppio attentato del 15 marzo 2015, contro una Chiesa protestante e allo stesso tempo contro una zona cattolica di Youhannabad. E fu proprio in questa occasione che il giovane Akash sacrificò la sua vita.
Akash Bashir era nato il 22 giugno 1994 a Risalpur. Aveva dunque venti anni quando due attentatori suicidi arrivarono davanti la chiesa di San Giovanni con l’intenzione di provocare una strage. Erano terroristi del gruppo Tehreek-e-Taliban Pakisan Jammatul Ahrar.
Akash era uno studente dell’Istituto Tecnico Don Bosco, e faceva volontario alla chiesa come guardia di sicurezza. Fu lui ad accorgersi degli attentatori. “Morirò, ma non ti lascerò entrare”, disse Bashir. Il terrorista, non potendo entrare, detonò la bomba, uccidendo se stesso, Bashir, e due altri fuori dalla Chiesa.
Scrisse padre Guilzar: Akash “aveva un amore grande per la sua Chiesa” e “non pensò a salvare la propria vita”. Ora, il suo martirio è al vaglio della Congregazione delle Cause dei Santi. Potrebbe diventare il primo beato del Pakistan.
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