“Morirò, ma non ti lascerò entrare in chiesa”. Furono queste le ultime parole di Akash Bashir, che il 15 marzo 2015 a Lahore ha sacrificato la sua vita per fermare un terrorista che voleva compiere una strage nella chiesa di San Giovanni, a Lahore. Aveva solo 20 anni. Nel 2022, è stato proclamato Servo di Dio e si è aperta la fase diocesana della causa di beatificazione, il 15 marzo 2024, nell’anniversario del suo martirio, la fase diocesana è stata ufficialmente conclusa.
“Io sono stato testimone del tragico attacco suicida nella mia parrocchia, mentre celebravo la Messa cui partecipavano più di 2500 fedeli”. Cominciava così la lettera con cui padre Francis Guilzar, parroco della chiesa di San Giovanni di Lahore, in Pakistan, raccontava del martirio del ventenne Akash Bashir, che, sacrificando la propria vita, impedì a dei kamikaze di entrare in chiesa, costringendoli ad esplodersi all’ingresso della chiesa. L’attacco provoco 20 vittime e 80 feriti, ma sarebbero stati molti di più senza il sacrificio del giovane. Il 9 novembre 2021, la Congregazione per le Cause dei Santi ha autorizzato l’arcidiocesi di Lahore ad aprire la causa di beatificazione. Akash Bashir è così il primo servo di Dio della Chiesa proveniente dal Pakistan.
Si chiama Akash Bashir, ed è un giovane che ha sacrificato la sua vita per evitare un massacro di fedeli riuniti nella Chiesa cattolica Saint John di Lahore, in Pakistan. Uno dei tanti martiri dei nostri tempi, che potrebbe diventare beato. Il vicario generale dell’arcidiocesi ha infatti sollecitato l’apertura della causa di martirio.