lunedì, novembre 25, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Letture, Carlo e Sandra i due giovani beati che ci ricordano la festa del 1 novembre

Carlo e Sandra: due ragazzi, vissuti in un tempo quasi contemporaneo ai nostri giorni. Due giovani, giovanissimi beati, futuri santi. Di loro si è parlato molto, ultimamente, e in particolare di Sandra Sabbatini, visto che proprio la settimana scorsa è stata proclamata beata a Bologna.

Se ne parla anche perché Sandra è stata definita ‘la prima fidanzata beata’, dato che era appunto fidanzata con un ragazzo quando è morta. Com’è facilmente comprensibile questo dettaglio ha catturato la curiosità del grande pubblico.

Il punto è che la storia di questi ragazzi dimostra che la santità è realmente un’esperienza molto vicina a tutti, quotidiana. Non è insomma solo qualcosa di molto lontano e di “misterioso” – anche se certo il Mistero è più che mai in azione e presente – non si tratta di persone eccezionali, fuori della norma. La santità è la meta di ogni credente, in pellegrinaggio su questa terra, la dimensione per vivere pienamente la propria fede. Una possibilità aperta a tutti. Facciamo fatica a ricordare tutto ciò e le vite di Carlo Acutis  e Sandra Sabbatini invece assolvono a questo compito con grande efficacia. Vite semplici, di ragazzi come tanti, con famiglie normali, le giornate passate a scuola, nei vari gruppi e comunità, con tanti sogni, progetti, simili a quelli di tanti altri giovani. Però loro avevano deciso di affidare il proprio destino interamente a Cristo; si sono lasciati “lavorare” dalla Grazia e le loro brevi esistenze – quella di Carlo brevissima – sono state una folgorante parabola di amore e di fede.

Considerazione che tornano in primo piano alla vigilia delle due grandi feste liturgicamente associate al primo e al due novembre, la festa di tutti i santi e della commemorazione dei defunti, che si stiamo preparando a celebrare. 

Leggere ora le testimonianze e le biografie di Carlo Acutis e Carla Sabbatini rappresenta una sorta di viatico ideale per “introdursi” al mistero della santità e della vita eterna. Recentemente sono stati pubblicati diversi libri che raccontano queste  vite di ordinaria santità e che segnaliamo alla fine di questo articolo. 

Santità e vita eterna, vita, morte, resurrezione. Le feste di questi giorni ci riportano a queste dimensioni che tendiamo a ignorare, presi dal vortice di esistenze sempre più stressate e ingombrate da appuntamenti, impegni, obblighi sociali, a partire da quello di “doversi divertire”. Persino la festa di tutti i santi è stata trasformata nella sarabanda frastornata di Halloween. A cui si potrebbero opporre  le potenti parole della preghiera di Sant’Ambrogio: “Signore Dio, non possiamo sperare per gli altri più di quanto si desidera per se stessi. Per questo io ti supplico: non separarmi dopo la morte da coloro che ho così teneramente amato sulla terra.  Signore, ti supplico che la' dove sono io gli altri si trovino con me, affinché lassù possa rallegrarsi della loro presenza,  dato che ne fui così presto privato sulla terra. Ti imploro Dio sovrano, affrettati ad accogliere questi figli diletti nel seno della vita. Al posto della loro vita terrena così breve, concedi loro di possedere la felicità eterna”.

Per rileggere queste e altre meditazioni, riflessioni, invocazioni per i defunti si può ricorrere ad un volume pubblicato qualche anno fa dalle edizioni Paoline dal titolo “Contemplerò il Tuo volto”, una raccolta di preghiere e invocazioni di diversi autori.

La morte sembra il distacco totale da chi abbiamo amato, però il cristiano ha una grande speranza: sa che con la morte finisce una modalità di esistere e ne inizia un altro che durerà per  l'eternità. 

Perché piangere, dal momento che l'anima, che ci fa amare il nostro prossimo, vivrà per sempre? La nostra non è che una separazione temporanea: si abbandona la terra, non la vita. Di questa speranza  viene data testimonianza anche in un saggio appena pubblicato, con il titolo “La vera vita dell’aldilà”, che disegna una geografia “della speranza” per coloro che hanno incontrato Cristo e che si preparano alla vita che verrà, superato il passaggio della morte, che umanamente fa paura, ma che invece dobbiamo guardare con uno sguardo diverso. Riconciliarsi con l'idea della morte,  censurata in gran parte dalla cultura contemporanea,  o perlomeno accettarla, come parte inalienabile del nostro destino. Aprire il cuore alla speranza, nonostante la paura, l'angoscia, il dolore. E non abbandonare o disperdere, annacquare  la  tradizione della Chiesa che prega e onora i defunti fin dalle sue origini.  

Ma fu nel 928 che l'abate benedettino Odilone chiese ai monaci dell'ordine cluniacense di scegliere il 2 novembre come giorno dedicato alle preghiere per i defunti, in particolare per le anime del Purgatorio. Tradizione che divenne ufficiale per l'intera Chiesa nel 1311.

Antonia Salzani Acutis, Il segreto di mio figlio – perchè Carlo Acutis è considerato un Santo, edizioni Piemme, pp. 304, euro 17,90 

Il diario di Sandra Sabbatibi, Sempre editore, pp.192, euro 9

Fausto Negri, Luigi Guglielmoni, Contemplerò il Tuo volto, edizioni Paoline, pp,240, euro 11

Mario D’Antino, La vera vita dell’aldilà, Edizioni Segno, pp.337, euro 27

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