Nella solennità di Tutti i Santi, l'Angelus del Papa
"Le Beatitudini di Gesù che sono la carta d’identità dei santi,(…) parlano di una vita controcorrente e rivoluzionaria!" Papa Francesco lo ribadisce prima della preghiera dell' Angelus in questa giornata di festa per la gloria di tutti santi.
Giorni intensi questi per tante comunità cristiane e tanti fedeli che raggiungono spesso i loro luoghi di origine per far visita ai propri cari defunti.
Gioia e profezia, sono queste le due parole che segnano la festa di oggi per Papa Francesco.
Carlo e Sandra: due ragazzi, vissuti in un tempo quasi contemporaneo ai nostri giorni. Due giovani, giovanissimi beati, futuri santi. Di loro si è parlato molto, ultimamente, e in particolare di Sandra Sabbatini, visto che proprio la settimana scorsa è stata proclamata beata a Bologna.
“In questa solenne festa di Tutti i Santi, la Chiesa ci invita a riflettere sulla grande speranza, che si fonda sulla risurrezione di Cristo e anche noi saremo con Lui. I Santi e i Beati sono i testimoni più autorevoli della speranza cristiana, perché l’hanno vissuta in pienezza nella loro esistenza, tra gioie e sofferenze, attuando le Beatitudini”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
La Chiesa celebra oggi la solennità di tutti i Santi. Con questa festa noi ricordiamo tutti i nostri fratelli defunti che partecipano già della pienezza della vita eterna e i cui nomi, pur non presenti nel calendario della Chiesa, sono però scritti nel Libro della Vita che solo Dio conosce. Santo, dunque, è un figlio di Dio - divenuto tale nel Battesimo - che essendo stato fedele alla chiamata alla fede, vive ora nella casa del Padre celeste. Con questa festa noi abbiamo la gioia di contemplare “la Chiesa del cielo”.
Il giorno dei santi e il giorno dei defunti: due feste vicine e strettamente connesse, due feste che rappresentano una sorta di finestra spalancata sul mondo che verrà, sulla vita che sarà eterna, sul nostro destino compiuto.
"Tutti siamo chiamati alla santità. I Santi e le Sante di ogni tempo, che oggi celebriamo tutti insieme, non sono semplicemente dei simboli, degli esseri umani lontani, irraggiungibili. Al contrario, sono persone che hanno vissuto con i piedi per terra". Sono queste le parole di Papa Francesco durante l'Angelus odierno in Piazza San Pietro in occasione della Solennità di Tutti i Santi.
“Halloween è una tradizione aliena alla nostra cultura e fede. Invece di spaventare, festeggiamo con i santi. Incoraggio a partecipare alla campagna Holy Wins. Promuove santità, gioia e bontà ”- Lo ha detto i portavoce della Conferenza episcopale polacca, Padre Paweł Rytel-Andrianik.
Anche quest'anno a Torino - nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre - l’Arcidiocesi organizza la Notte dei Santi, una iniziativa rivolta ai giovani per condurli alla scoperta dell’esperienza di fede dei Santi.
Quando nella Messa cantiamo il “Santo” siamo uniti a tutti i Santi nella lode a Dio. Lo ha spiegato il Papa - stamane - nel corso dell’Angelus in occasione della Solennità di Tutti i Santi.
L'ultima tappa del viaggio in Svezia Papa Francesco la dedica alla piccola comunità cattolica con la celebrazione della messa allo stadio di Malmoe nella Solennità di Tutti i Santi. 15.000 i fedeli che hanno partecipato al rito.
La Notte dei Santi, l’ormai tradizionale momento di festa organizzato dall’Arcidiocesi di Torino e dedicato ai giovani, quest’anno punta su fede, arte e cultura.
Quello delle beatitudini evangeliche “è un cammino difficile da comprendere perché va controcorrente, ma il Signore ci dice che chi che va per questa strada è felice, prima o poi diventa felice.” Papa Francesco lo ha ricordato ai fedeli che hanno partecipato alla messa che ha celebrato questo pomeriggio, nella Solennità di Tutti i Santi all’ingresso monumentale del Cimitero del Verano. Con lui il cardinale Vicario Agostino Vallini, l’arcivescovo Filippo Iannone, vicegerente della diocesi di Roma, e il parroco di San Lorenzo fuori le Mura, padre Armando Ambrosi.
I Santi “sono esempi da imitare. Non soltanto quelli canonizzati, ma i santi della porta accanto, che, con la grazia di Dio, si sono sforzati di praticare il Vangelo nell’ordinarietà della loro vita. Di questi santi ne abbiamo incontrati anche noi; forse ne abbiamo avuto qualcuno in famiglia, oppure tra gli amici e i conoscenti. Dobbiamo essere loro grati e soprattutto dobbiamo essere grati a Dio che ce li ha donati, che ce li ha messi vicino, come esempi vivi e contagiosi del modo di vivere e di morire nella fedeltà al Signore Gesù e al suo Vangelo. Quanta gente buona abbiamo conosciuto nella vita! E noi diciamo questa persona è un santo: questi sono i santi della porta accanto, quelli non canonizzati ma che vivono con noi. Imitare i loro gesti d’amore e di misericordia è un po’ come perpetuare la loro presenza in questo mondo. E in effetti quei gesti evangelici sono gli unici che resistono alla distruzione della morte: un atto di tenerezza, un aiuto generoso, un tempo passato ad ascoltare, una visita, una parola buona, un sorriso... Ai nostri occhi questi gesti possono sembrare insignificanti, ma agli occhi di Dio sono eterni,perché l’amore e la compassione sono più forti della morte”. Lo ha detto il Papa nel corso dell’Angelus, in occasione della Solennità di tutti i Santi.