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Mediterraneo, frontiera di pace. "Il ruolo delle religioni è fondamentale"

"Oggi, siamo ad un punto della storia umana in cui non possiamo più permettere che si affermino quelle dinamiche che ci rendano uno straniero all’altro, perché le sfide che abbiamo davanti richiedono di essere affrontate insieme e non da una parte a scapito dell’altra". Così interviene il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI, a Bologna, durante l’incontro “Mediterranean Sea: Frontier of Peace”, organizzato dalla Fondazione per le scienze religiose nell’ambito del “G20 Interfaith Forum”.

La piattaforma raccoglie organizzazioni interreligiose e interculturali, leader religiosi, studiosi, enti umanitari e di sviluppo e attori economici e della società civile, con l’obiettivo di offrire intuizioni e raccomandazioni che concorrano a dare forma alle agende politiche globali.

Il Cardinale Bassetti nel suo intervento racconta la storia e gli appuntamenti di questo evento importante. "Un’iniziativa che, come sapete, ha avuto una prima edizione a Bari nel febbraio 2020 e avrà una seconda edizione a Firenze nel febbraio 2022. Se a Bari, infatti, c’è stato l’inizio di un cammino comune tra i vescovi delle diocesi che si affacciano sul Mediterraneo, a Firenze ci sarà la seconda tappa di questo discernimento comunitario che assume, come angolo prospettico e come luogo di incontro ecclesiale, quella regione del mondo che, con una locuzione consunta e abusata, viene ancora identificata nel discorso pubblico come mare nostrum. Una definizione riduttiva che non ci restituisce appieno né la ricchezza interna del mondo mediterraneo né la sua cruciale collocazione geopolitica e oserei dire geo-religiosa", spiega l'Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve.

"Il Concilio Vaticano II ci ha offerto strumenti preziosi, di cui noi cattolici siamo debitori al mondo: sono gli strumenti del dialogo intra-ecclesiale, del dialogo ecumenico e del dialogo interreligioso. Strumenti essenziali non solo per affrontare le questioni teologiche, ma soprattutto per andare al cuore dei problemi dell’umanità, di cui il Mediterraneo costituisce un caleidoscopio meraviglioso e al tempo stesso terribile. La dichiarazione sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune di Papa Francesco e del Grande Imam di Al Azhar è, in questo senso, un atto storico di grande portata e di valore autenticamente profetico", commenta ancora il Cardinale Presidente.

"Durante la mia presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, ho inteso suggerire questa prospettiva alla Chiesa italiana e ai miei confratelli. L’orizzonte mediterraneo, infatti, non è essenziale solo per comprendere la realtà socio-politica, ma anche quella ecclesiale. È importante, mentre avviamo il cammino sinodale della Chiesa italiana, comprenderci dentro questo spazio più ampio, a cavallo tra vari mondi, perché non riusciremmo a comprendere integralmente noi stessi e a discernere il percorso da intraprendere come Chiesa chiudendoci in uno sguardo solo nazionale o occidentale", sottolinea il Cardinale Bassetti.

Conclude Bassetti: "È dunque fondamentale che i cristiani siano presenti in questi luoghi e in questo momento storico, non come mera presenza convegnistica, ma come una profezia vivente dell’amore di Cristo e come testimonianza concreta della potenza liberatrice del Vangelo. Solo in questo modo il Mediterraneo, in cui si affacciano le civiltà che appartengono alla «triplice famiglia di Abramo», come scriveva La Pira, può realmente diventare un luogo di incontro tra culture, religioni e popoli diversi".

Anche il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, interviene durante l'incontro. "L’attenzione per la dignità di ogni essere umano, soprattutto dei più fragili e indifesi; la spinta verso il dialogo e l’incontro fra i popoli; la cura del creato come “casa comune”. Questi ed altri sono i valori che i Paesi delle diverse sponde del Mediterraneo, insieme, hanno da annunciare al mondo", sottolinea il Cardinale Betori.

"Il ruolo delle religioni è fondamentale. Lo può essere in senso negativo, quando le differenze religiose diventano il pretesto per conflitti che hanno in realtà ben altre motivazioni, geopolitiche, economiche, sociali. Lo può essere nel bene: perché l’incontro e il dialogo tra le religioni può aprire un tempo nuovo. Questo riguarda, in modo particolare, l’incontro tra ebrei, cristiani, musulmani la cui convivenza in questo spazio ristretto, sulle sponde che circondano un piccolo mare, rappresenta una grave responsabilità di fronte all’umanità intera", conclude l'Arcivescovo di Firenze.

 

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