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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco a Presov, l’arcivescovo Babjak: “Nel ricordo dei nostri martiri”

L'arcieparca di Presov Jan Babjak durante una Divina Liturgia

Durante la visita a Presov, Papa Francesco celebrerà la Divina Liturgia. Un segno importante, in un luogo dove la Chiesa Greco Cattolica fu cancellata nel 1950, con uno pseudo-sinodo che ne sancì la fine o l’assorbimento. È una comunità che fa memoria dei suoi martiri, sepolti nella cattedrale, e che da quei martiri è ripartita. Lo racconta ad ACI Stampa l’arcieparca Jan Babjak, che guida dal 2008 la sede primaziale dei cattolici di rito orientale di Slovacchia.

Che significato ha, per la sua eparchia, la visita di Papa Francesco?

La visita di Papa Francesco ha una peculiare importanza per ogni paese. È così perché il Papa è la suprema autorità morale non solo per i fedeli cristiani, ma anche per quasi tutta la gente del mondo. La visita di una Chiesa locale ha ancora maggiore importanza, perché il Santo Padre viene sempre a rinforzare dei fratelli e delle sorelle nella fede. E sappiamo che la fede nella società secolare di oggi è abbastanza commossa e indebolita. La vita di consumo disloca la fede sulle margini di vita dell´uomo. Il Santo Padre con la visita ai Greco-Cattolici di Prešov, non visiterà solo l´Arcieparchia di Prešov, ma l´intera Metropolia Greco-cattolica. Per questo insieme partecipiamo nella preparazione del viaggio del Santo Padre.

Che messaggio lancia al mondo cattolico di rito bizantino?

La Chiesa Greco Cattolica si distingue per il fatto che i suoi vescovi, presbiteri e fedeli negli anni della sua liquidazione, con l´aiuto di Dio, sono rimasti fedeli: alla fede cattolica, al Santo Padre e alla loro coscienza. La nostra Chiesa ha sperimentato in sé stessa la verità delle parole di Cristo della Sua Chiesa: le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Di quel periodo abbiamo i tre beati martiri. Si tratta di due vescovi e un religioso (che non sono ancora molto conosciuti nel mondo): S. E. Pavel Peter Gojdič OSBM, S. E. Vasiľ Hopko e padre Metod Dominik Trčka CSsR. Ma abbiamo anche numerosi confessori della fede: presbiteri, religiosi, religiose e fedeli. Percepiamo la visita del Santo Padre come la conferma che nessuno può sorpassare il Signore nel Suo amore e nella Sua fedeltà. Dio tiene conto della fedeltà dei nostri antenati. La visita apostolica viene percepita anche come una grande benedizione Divina per l'intera Metropolia Greco Cattolica sui iuris e direttamente come un miracolo.

Ha fatto accenno ai martiri. Proprio a Presov si tenne lo pseudosinodo che decretò la fine della Chiesa Greco Cattolica slovacca. Quanto sono profonde ancora quelle ferite?

Sì, il 28 aprile 1950 a Prešov si tenne lo pseudo sinodo, il cosiddetto Sinodo di Prešov, che proibì la Chiesa Greco-cattolica in tutta la Cecoslovacchia di quel tempo. Era stato organizzato dai communisti secondo gli ordini da Mosca, che dopo la Seconda guerra mondiale “puliva” i territori conquistati. Purtroppo, anche la Chiesa Ortodossa prese parte alla liquidazione, profittando molto siccome tutte le chiese, case parrocchiali con beni mobili e immobili della Chiesa Greco-cattolica erano passati nelle sue mani. I vescovi e presbiteri greco-cattolici furono imprigionati e condannati a molti anni in carcere. Dopo due anni il regime ha trasferito quasi tutti i presbiteri con le loro famiglie in esilio nella Repubblica Ceca, specialmente nella regione di Sudeti, dove prima vivevano i tedeschi e dove c´erano dei luoghi disabitati a seguito dell’espulsione dei tedeschi dalla Cecoslovacchia. Ma è stato Gesù a fondare la Chiesa, e per questo i comunisti non riuscirono a distruggerla. La Chiesa Greco Cattolica sopravvisse come Chiesa sotterranea. Dopo diciotto lunghi anni, durante la cosiddetta “Primavera di Praga”, risuscitò. Sì, era decimata, perché numerosi fedeli erano rimasti nella Chiesa Cattolica Latina e una parte dei fedeli anche nella Chiesa Ortodossa. Credo che oggi le ferite siano lentamente guarite, innanzi tutto dopo che le nostre chiese e le case parrocchiale erano ritornate a noi. Certo, una parte dei beni non era ritornata, perché il regime comunista l´ha donato per costruire delle case, e anche lo stesso regime aveva costruito sui nostri terreni degli edifici che non ci aveva restituito. Però la Chiesa Greco Cattolica vive di nuovo e tutti noi siamo grati del cuore al Signore perché è misericordioso verso di noi e ci ha resuscitato nuovamente nella vita.

Quali sono i rapporti con la Chiesa ortodossa?

Con la Chiesa Ortodossa, con l´aiuto di Dio, collaboriamo sempre di più. Ultimamente la Chiesa Ortodossa partecipa con la nostra Chiesa nella traduzione rutena della Scrittura. Come la visita del San Giovanni Paolo II nell´anno 1995 a Prešov, così anche la gioiosa aspettazione della visita del Santo Padre Francesco sono un balsamo per tutte le ferite e nello stesso tempo un invito di camminare rinnovati verso delle nuove sfide, anche delle sfide ecumeniche.

Come descriverebbe la Chiesa Greco Cattolica Slovacca?

I Greco Cattolici in Slovacchia sono i cattolici di rito bizantino, di cui capo è il Santo Padre, il Pontefice Romano. La nostra Chiesa, che riguarda l´insegnamento, fede e morale, ha tutto in comune con la Chiesa Latina. Abbiamo però il rito bizantino, con la bellezza del quale arricchiamo i Cattolici romani, anzi anche i membri delle altre Chiese. Siamo guidati dal Codice di Diritto Canonico delle Chiese Orientali, i latini dal Codice di Diritto Canonico. Nella Chiesa Greco Cattolica il vescovo può ordinare anche gli uomini/seminaristi sposati a sacerdoti. Abbiamo anche presbiteri che vivono in celibato. I religiosi entrano nell'ordine di San Basilio Magno e nella congregazione del Santissimo Redentore. Altri vivono anche dai Gesuiti, Studiti, Salesiani ecc. Le religiose stanno nell´ordine di San Basilio Magno, nella Congregazione delle Suore Ancelle Maria Immacolata e delle Redentoriste.

Quale è la situazione della vocazioni?

C’è un grande numero di vocazioni sacerdotali, che vedo come frutto del periodo di persecuzione della Chiesa Greco-cattolica. Dall´anno 1990 fin ora ci sono stati 501 presbiteri ordinati nella Chiesa Greco-cattolica in Slovacchia. Alcuni nostri presbiteri e laici sono più profondamente formati nei movimenti e comunità che esistono nella Chiesa Greco-cattolica. Abbiamo anche dei presbiteri chi lavorano nelle eparchie fuori Slovacchia.

Quale è lo stato della fede nella sua arcipearchia? Quali le sfide maggiori?

Ci sono delle parrocchie molto vive, ma anche delle parrocchie che stanno fisicamente morendo, particolarmente nella zona vicino alla frontiera con Polonia e l’Ucraina. Il problema più grande è la disoccupazione e perciò tanti padri delle famiglie vanno in ricerca di lavoro all´estero e per i lunghi periodi di tempo. Questo non è buono. C´è anche grande numero delle donne chi lavorano come au-pair in Austria e in Germania. In questo modo le famiglie non sono complete, alcun si sono disintegrate per causa di questo. Anche i giovani dopo gli studi vanno per lavoro o nella Slovacchia Occidentale o direttamente all´estero. Nell´Arcieparchia di Prešov lavorano bene alcuni centri di formazione, come per esempio il Centro per la Gioventù a Juskova Voľa, il Centro per le famiglie a Sigord, o più numerosi centri della Missione di Rom a Čičava, a Lenartov, a Šarišské Jastrabie e altri. Facciamo grande attenzione ai centri di pellegrinaggio a Ľutina e Litmanová, dove lavorano più presbiteri pronti quotidianamente ad ascoltare delle confessioni, celebrare Divine Liturgie (S. Messe) e sono a disposizione dei pellegrini. Nell'Eparchia di Košice c´è il luogo di pellegrinaggio Mariano Klokočov. Le importanti istituzioni sono la Facoltà Greco Cattolica di Teologia dell´Università di Prešov e il Seminario di Beato P. P. Gojdič a Prešov. Abbiamo anche delle scuole elementari e medie che appartengono alla Chiesa. La crisi demografica è una delle sfide più grandi nell´intera Slovacchia, come anche il secolarismo che si vede anche tra i nostri fedeli. Per la Chiesa Greco-cattolica la grande sfida sta nella cura pastorale delle famiglie e gioventù, dei Rom e la cura degli anziani, cui in Slovacchia provvede particolarmente la Caritas Cattolica nelle diverse eparchie e diocesi.

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