Città del Vaticano , 29 May, 2021 / 5:00 PM
Dall’alto protegge il Libano e tutta quella fascia costiera del Medio Oriente e di quella che in Occidente chiamiamo Terra Santa. Nostra Signora di Harissa in Libano a pochi chilometri da Beirut.
Oggi la tappa per la maratona di preghiera voluta da Papa Francesco arriva in questo luogo amatissimo dai cristiani del Medio Oriente, e si prega per le persone consacrate.
L’esortazione ha un valore enorme perché porta dei temi che sembrano solo occidentali in Medio Oriente: il tema della sana laicità, ad esempio, è molto importante per un paese del Medio Oriente che ospita 18 confessioni. Il testo contiene indicazioni concrete per le Chiese perché ricreino una vera e profonda identità cristiana, basata sulla certezza della fede, il catechismo, i sacramenti. È un invito ai cristiani a restare in Medio Oriente e ad essere veri cristiani, perché solo così si può incidere nella società.
Anche Giovanni Paolo II si recò ad Harissa e il 10 maggio del 1997 incontrò i giovani del Libano ai quali disse : “spetta a voi far cadere i muri che hanno potuto erigersi durante i periodi dolorosi della storia della vostra Nazione; non innalzate nuovi muri nel vostro Paese! Al contrario, è vostro compito costruire dei ponti tra le persone, tra le famiglie e tra le diverse comunità. Nella vita quotidiana, vi auguro di porre gesti di riconciliazione, per passare dalla diffidenza alla fiducia!”.
Simbolo del santuario è la statua della Vergine si erge bianca sulla collina, a 650 metri di altezza, a braccia aperte verso il mare.
Il santuario di Harissa nasce nel 1904, in occasione del cinquantesimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione da parte di Papa Pio IX. Due anni dopo l’enorme statua 15 tonnellate di bronzo, rivestito di bianco venne trasportata da Parigi in Libano.
Harissa è un centro nevralgico avvicina tutte le comunità cristiane del Paese. Vicino c’è la sede patriarcale maronita di Bkerké, la sede della nunziatura apostolica in Libano, il convento dei padri Missionari di San Paolo (Chiesa melkita), il convento dei padri francescani, la sede del patriarcato siro-cattolico e quella del patriarcato armeno-cattolico.
E il santuario è visitato anche da fedeli musulmani, che venerano l’immagine di Maria.
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