Roma, 18 March, 2021 / 5:00 PM
Una basilica antica e una parrocchia moderna. La Basilica dei Santo Silvestro e Martino ai Monti è stata costruita da Papa Sergio II che fu Pontefice tra l’844 e l’847.
Accanto alla chiesa un edificio romano è stato decorato con pitture cristiane nel VI secolo e le fonti antiche menzionano la chiesa già sotto Costantino all’inizio del IV secolo. Per molto tempo si pensava anche che l’edificio romano accanto alla chiesa fosse un luogo di culto cristiano dove i cristiani si riunivano durante le persecuzioni nel III secolo.
Ai tempi di Costantino, le fonti menzionano due “parrocchie” o “tituli”, uno che porta il nome di prete Equizio, uno che invece ricorda il nome di Papa Silvestro, vescovo di Roma sotto Costantino. Entrambi devono aver confluito nella chiesa di S. Martino ai Monti, dedicata a S. Martino alla fine del V secolo. Martino, vescovo di Tours alla fine del IV secolo, è uno dei fondatori del monachesimo occidentale già prima di S. Benedetto.
La fase carolingia della chiesa si vede solo all’esterno nell’abside e nelle fondazioni. L’interno risale alle ricostruzioni nel XVII e XVIII secolo.
Entrando a sinistra si trova subito la più famosa di queste pitture: quella che rappresenta l’interno di San Giovanni in Laterano prima del grande rifacimento barocco di Francesco Borromini per l’Anno Santo del 1650. La basilica di San Giovanni esiste, e Filippo “delle Prospettive” l’aveva vista, eppure l’affresco è una pura fantasia. Probabilmente ha provato a immaginare come fosse la basilica di San Giovanni prima dei restauri medievali, e per questo ha dipinto i colonnati antichi e non i pilastri medievali in muratura che li avevano sostituiti dopo diversi terremoti.
La chiesa è sempre affidata ai padri carmelitani, e tra le attività c’è anche quella dell’assistenza ai senzatetto che gravitano su Colle Oppio.
Domani l’appuntamento per il cammino stazionale è a Sant’ Eusebio all’ Esquilino alle 18.00
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