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Francesco in Iraq, "fraternità e speranza". Prima visita di un Papa nella terra di Abramo

Tutto pronto per il viaggio "storico" di Papa Francesco in Iraq dal 5 all'8 marzo. Previsti 4 discorsi, due omelie, un Angelus e una preghiera di suffragio per le vittime della guerra. Un intenso programma di eventi accompagnati dal logo e dal motto: " Siete tutti fratelli". Oggi, presentate ai giornalisti, dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni, le modalità e le novità di questo 33esimo viaggio apostolico.

Innanzitutto è un viaggio difficile. La pandemia da Covid 19 nel paese iracheno ha spinto il Ministero della Salute a imporre in Iraq il lockdown nazionale in particolare nei weekend. Ma lo scenario difficile non riguarda solo la pandemia. Quella di Francesco è una prima visita internazionale durante la crisi pandemica ( dopo ben 15 mesi di stop), ma anche la prima volta di un Pontefice nel Paese martoriato per anni da guerra,  terrorismo, conflitti. Il Papa non incontrerà folle, come di consueto, sarà per questo un "viaggio diverso". Ma il Papa vuole far sapere che è vicino agli iracheni, anche attraverso una televisione.

"Il 10 giugno 2019 il Papa aveva espresso il desiderio di recarsi in Iraq, 'un pensiero insistente mi accompagna pensando all'Iraq'. Un pensiero insistente tanto che nel 2018 si instaura un dialogo a distanza con i giovani iracheni. Si tratta di una nazione in cui nessun Papa è mai stato prima. Desiderio e attesa del Papa di andare in Iraq", dice Matteo Bruni durante il briefing.

Il viaggio del Papa sarà come un "pellegrinaggio e un'apertura al futuro", dice il direttore della Sala stampa della Santa Sede. Una lettura del viaggio del Papa è certamente il desiderio del Pontefice di esprimere la propria vicinanza alla minoranza cristiana; la presenza cristiana in Iraq è davvero antica, due discepoli dell'apostolo Tommaso.

La seconda lettura del viaggio del Papa, sottolineata da Matteo Bruni, è il voler evidenziare il rapporto tra religioni diverse. L'Iraq è una "vera e propria culla di civiltà". E' la prima volta che un Papa si reca in un paese a maggioranza sciita. "Il Papa va a cercare fratelli e si fa fratello".

La terza lettura del viaggio del Papa è "l'incontro con l'Iraq come paese che ha sofferto in anni recenti". Ma non si può parlare dell'Iraq senza la Siria. Il Papa incontra l'Iraq, ma parla anche in un'altra molto più vasta. "Il Papa allarga l'orizzonte ai popoli vicini", dice ancora il direttore Matteo Bruni.

"Fraternità e speranza sintetizzano questo viaggio", dice il direttore della Sala Stampa ai giornalisti che partiranno per l'Iraq.

Venerdì 5 marzo è prevista nella mattina la partenza in aereo da Roma/Fiumicino per Baghdad, dove il Papa arriverà nel pomeriggio all'Aeroporto internazionale, dove si svolgerà l'accoglienza ufficiale. Ci sarà l'incontro con il Primo Ministro Mustafa Al-Kadhimi. La cerimonia ufficiale di benvenuto si svolgerà invece presso il Palazzo Presidenziale a Baghdad. Qui ci sarà la foto ufficiale e l'incontro privato. Seguirà poi l'appuntamento con i vescovi, sacerdoti, religiosi/e, seminaristi e catechisti nella Cattedrale Siro-Cattolica di "Nostra Signora della Salvezza" a Baghdad. Qui ci fu un attacco, il 31 ottobre del 2010, che portò alla morte 48 persone. Il Papa firmerà il Libro d'onore.

Najaf, Nassirya e la Piana di Ur, nella seconda giornata di Francesco in Iraq. Sabato 6 marzo Papa Francesco, in mattinata, lascerà infatti Baghdad per raggiungere in aereo la città di Najaf a sud della capitale, una delle località più sacre dell'islam sciita. Qui avrà luogo la visita di cortesia al Grande Ayatollah Sayyd Ali Al- Husaymi Al -Sistani, al termine della quale il Papa ripartirà alla volta di Nassiriya, sulle rive dell'Eufrate, per un Incontro interreligioso presso la Piana di Ur. "Un incontro significativo", lo definisce così Matteo Bruni. Ci saranno varie testimonianze, canti e preghiere. Saranno presenti 100 persone. Nel pomeriggio, alle 17.30 celebrazione della Messa nella Cattedrale Caldea di "San Giuseppe" a Baghdad, una delle 11 Cattedrali presenti nel Paese. Sarà la prima volta che il Papa celebrerà la Messa in rito caldeo. 

Domenica 7 marzo, la mattina il Pontefice partirà in aereo per Erbil, dove all'aeroporto sarà accolto dalle autorità religiose e civili della regione autonoma del Kurdistan iracheno. Quindi in elicottero a Mosul, per la preghiera di suffragio per le vittime della guerra presso Hosh al-Bieaa. Ci sarà anche il lancio di una colomba in segno di pace. Il Papa partirà quindi in elicottero per Qaraqosh, per la visita alla comunità cristiana locale e la recita dell'Angelus. Francesco celebrerà la messa nello Stadio "Franso Hariri", prima di rientrare a Baghdad. Qui ci sarà l'ultimo intervento del Papa.

Lunedì 8 il Papa farò ritorno a Roma, in Vaticano, verso le 12.45. Parteciperanno al viaggio il Cardinale Sandri, il Cardinale Filoni e il Cardinale Ayuso. Il Papa ha voluto anche un infermiere della Direzione Sanità e Igiene del Vaticano. Il Papa pronuncerà tutti i suoi discorsi in italiano.

"Il Papa parte con la Madonna di Loreto che lo accompagna", dice Matteo Bruni. "Francesco probabilmente userà un'auto blindata, ma comunque per certo so che il Papa viaggerà in un'auto chiusa, forse solo all'interno dello stadio di Erbil userà un'auto scoperta", dice il direttore rispondendo alle domande dei giornalisti. 

 

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