Città del Vaticano , 01 October, 2015 / 2:24 PM
In quanto missionari "siete servitori e messaggeri del Vangelo, specialmente per coloro che non lo conoscono o lo hanno dimenticato. All’origine della vostra missione c’è un dono: c’è l’iniziativa gratuita dell’amore di Dio che vi ha rivolto una duplice chiamata: a stare con Lui e ad andare a predicare. Alla base di tutto c’è la relazione personale con Cristo, radicata nel Battesimo, e, per alcuni, rafforzata dall’Ordinazione. Vivere con Cristo determina tutto il nostro essere e il nostro agire; e si vive e si alimenta soprattutto nella preghiera, nel rimanere presso il Signore, nell’adorazione, nel colloquio cuore a cuore con Lui". Lo ha detto il Papa ricevendo stamane in udienza i partecipanti al Capitolo Generale dei Missionari Comboniani che ieri hanno eletto PadreTesfaye Tadesse Gebresilasie, 46 anni, originario dell'Etiopia nuovo Superiore Generale.
"Il missionario - ha aggiunto Francesco - si fa servitore del Dio-che-parla, che vuole parlare agli uomini e alle donne di oggi, come Gesù parlava a quelli del suo tempo, e conquistava il cuore della gente. La missione, per essere autentica, deve riferirsi e porre al centro la grazia di Cristo che scaturisce dalla Croce: credendo in Lui si può trasmettere la Parola di Dio che anima, sostiene e feconda l’impegno del missionario. Per questo dobbiamo nutrirci sempre della Parola di Dio" in cui si trova "la saggezza che viene dall’alto, e che permette di trovare linguaggi, atteggiamenti, strumenti adatti per rispondere alle sfide dell’umanità che cambia".
Il carisma dei Comboniani - ha specificato il Pontefice - arriva dal Cuore di Gesù nel quale si trova "la fonte della misericordia che salva e genera speranza. Pertanto, come consacrati a Dio per la missione, siete chiamati ad imitare Gesù misericordioso e mite, per vivere il vostro servizio con cuore umile, prendendovi cura dei più abbandonati del nostro tempo. Da quel Cuore, si impara la mitezza necessaria per affrontare l’azione apostolica anche in contesti difficili e ostili".
"Dalla contemplazione del Cuore ferito di Gesù" i Comboniani - ha auspicato ancora il Papa - potranno "continuare a promuovere la giustizia e la pace, il rispetto e la dignità di ogni persona", guardando ai tanti confratelli "che hanno offerto la loro vita alla causa del Vangelo, disposti anche alla suprema testimonianza del sangue".
E prima di impartire la benedizione il Papa, parlando a braccio, ha espresso la sua "grande ammirazione" per i Comboniani "per il lavoro che fate, per i rischi che affrontate".
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