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Sant'Ignazio di Loyola ed il discernimento negli Esercizi spirituali

Sant'Ignazio di Loyola

Ignazio di Loyola è stato, senza dubbio, un uomo costantemente alla ricerca di Dio partendo dalla  constatazione della propria esistenza.

Già al tempo della dolorosa sconfitta dell'assedio di Pamplona, e per il resto dei suoi giorni guarderà al mondo, partendo dal discernimento degli spiriti.

Discernere, nella mentalità del santo, significa saper decidere, guardando all'equilibrio dei piatti di una bilancia, per l'avvento del Regno dei cieli.

Gli Esercizi spirituali, testo che raccoglie il percorso cosi descritto, sono stati composti fra il 1522 ed il 1535 ed arricchiti dal santo, da ulteriori annotazioni, durante tutto il percorso della propria vita.

La funzione può essere la più varia:dalla scelta sullo stato di vita ad una fondante per l'esistenza, purché su tutto trionfi la maggior gloria di Dio e non l'uomo.

Scegliere consiste nell'ascoltare le mozioni interiori, evitando quelli che Ignazio chiama gli attaccamenti disordinati, ovvero quelle realtà che possono sviare il cammino.

Nel Principio e Fondamento, il basco scrive:” l'uomo è creato per lodare, riverire, adorare e servire Dio nostro Signore e salvare così la propria anima e le altre cose sulla faccia della terra sono create per l'uomo e per aiutarlo a perseguire il fine per cui è creato. Da ciò consegue che l'uomo in tanto deve avvaleresene in quanto lo aiutano nel suo fine , ed in tanto deve allontanarsene in quanto gli siano di impedimento nello stesso È perciò necessario renderci liberi rispetto a tutte le cose create, in tutto quello che è lasciato al nostro libero arbitrio e non gli è proibito; in modo che, da parte nostra, non vogliamo più salute che malattia, ricchezza che povertà, onore che disonore, vita lunga che breve, e così via in tutto il resto; solamente desiderando e scegliendo quello che più ci conduce al fine per cui siamo creati.”.

La considerazione nasce dall'esperienza personale, fatta durante la convalescenza a seguito della battaglia per difendere la propria terra.

Durante quel periodo, protratto per circa un anno, Ignazio constatò  la gioia che gli procurava il pensiero di seguire gli esempi di San Francesco di Assisi e di San Domenico di Guzman, in contrasto con il desiderio, momentaneo, di continuare la vita del cavaliere.

Nell'Autobiografia scrive che sentiva il permanere del sentimento, nel mettersi alla sequela del Re dei cieli vincendo su ogni altra passione.

Questo illuminò il futuro del giovane che, lasciata ogni cosa si diresse verso la Terra santa per predicare il vangelo.

Ciò contribuirà, subito dopo, alla composizione degli Esercizi, iniziati come appunti personali nella grotta di Manresa, nella quale visse delle importanti esperienze mistiche.

Il metodo consiste, dopo aver sgombrato il campo da ogni cosa che non è Dio, nel valutare le varie opzioni sui cui porre in essere una decisione.

Tenendo presente ciò, è necessario farsi indifferenti ad ogni possibilità, per poter esser liberi di valutare, ascoltando le mozioni interiori di consolazione e desolazione, e chiedendo al Padre di muovere la volontà verso la direzione che riterrà migliore.

Alla base di ogni scelta, devono esserci, sempre, i principi della dottrina cattolica, quanto è insegnato nel Catechismo e nei documenti del Magistero della Chiesa, essendo il vangelo il cuore di ogni scelta per il domani dell'eserciziante.

Non per tutti la risposta sarà la medesima, ma il fine, ovvero la lode di Dio, rappresenterà il denominatore comune di tutte le decisioni.

Ultima tappa è chiedere al Padre, mediante la preghiera la forza di mettere in atto quanto compreso.

Il percorso non è un atto intellettivo, ma invocazione rivolta al Padre, per portare il seme del vangelo nella propria vita.

Il fondatore dei Gesuiti, giunto nella Città eterna, prima di prendere decisioni affrettate, continuò ad ascoltare ciò che gli chiedeva il cuore, con quel metodo che tutt'ora brilla nel pensiero di ogni buon compagno di Gesù.

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