Volte una Quaresima diversa? Volete un viaggio con Sant'Ignazio come guida? Ebbee basta un'app sullo smartphone: Jesuit Pilgrimage.
Affreschi, volte, pale d’altare: è facile perdersi tra le tante cappelle della barocca Chiesa del Gesù di Roma, fulcro della storia e della spiritualità della Compagnia del Gesù.
"Attraverso le crisi, Dio ci dice che non siamo i signori della Storia, con le lettere maiuscole, nemmeno delle nostre stesse storie, e anche se siamo liberi di corrispondere o meno agli appelli della sua grazia, è sempre il suo disegno d'amore che fa girare il mondo".
Se si pensa a Sant'Ignazio di Loyola, tutti associamo al suo nome uno dei capolavori della letteratura cristiana di tutti i tempi, gli Esercizi spirituali.
Leggendo l'Autobiografia di Sant'Ignazio di Loyola ci si accorge da subito che ha sempre cercato di spogliarsi di ciò che non era vangelo.
Il fine degli Esercizi spirituali è quello di fare una buona scelta e con questo mettersi al servizio della Chiesa e della collettività. Non una scelta qualsiasi, ma una buona scelta. Questo modo di procedere è tipico della spiritualità ignaziana.
La parola discernimento è al centro della volontà di Sant’Ignazio per potere guidare le anime. Discernere significa comprendere, capire e valutare nella vita ciò che è la voce del vangelo e ciò che, invece, è dettato da altre spinte.
Il Pontefice Gregorio XV il 12 marzo 1622 canonizzava cinque grandi figure della storia della Chiesa: Sant'Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio, Santa Teresa di Avila, Sant'Isidoro l'agricoltore e San Filippo Neri.
Sant'Ignazio, dopo aver trattato del Principio e Fondamento, nel libro degli Esercizi spirituali passa ad analizzare lo schema delle quattro settimane.
Tra i testi di spiritualità che hanno maggiormente influenzato le anime brillano gli Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio di Loyola.
Sant'Ignazio di Loyola, nel corso del proprio ministero sacerdotale, è stato un grande formatore di anime. Le ha aiutate e sorrette partendo dalla propria personale esperienza di Dio.
In attesa che Papa Francesco compia il viaggio promesso a Manresa i gesuiti che custodiscono il santuario de la Cueva, la grotta dove si era ritirato Sant’ Ignazio hanno presentato il lavori di abbellimento della chiesa che diverrà un gioiello dell’arte musiva di Marko Rupnik.
Sant'Ignazio di Loyola, dopo un periodo di convalescenza, per riprendersi dalla ferita ad una gamba, durante l'assedio di Pamplona, vive un periodo di forte unione con la fede.
Sant'Ignazio uscendo dalla piccola città basca di Loyola, ha in cuore di camminare per le vie di Dio.
Ignazio di Loyola è stato, senza dubbio, un uomo costantemente alla ricerca di Dio partendo dalla constatazione della propria esistenza.
Ignazio di Loyola (1491-1556) è stato uno dei grandi santi della Chiesa della fine del mille e cinquecento. Sacerdote, religioso, fondatore della Compagnia di Gesù non ha lasciato nulla al caso, pur di portare la Buona novella al mondo del suo tempo.
La teologia di Sant’ Ignazio letta attraverso l’arte e in chiave digitale. Il progetto unisce la Curia die Gesuiti e BeWeb, il portale dei Beni Ecclesiastici in Web.
Lo studio dell'esistenza di un uomo è una delle ricerche più complesse da intraprendere, in quanto alle volte questa è formata, da molti aspetti di difficile partecipazione sociale.
“Dio vi ha fondati come Gesuiti: questo giubileo è un momento di grazia per fare memoria e sentirvi con la Chiesa, in una Compagnia e in un’appartenenza che hanno un nome: Gesù. Fare memoria vuol dire fondarsi nuovamente in Gesù, nella sua vita. Significa ribadire un no chiaro alla tentazione di vivere per sé stessi; riaffermare che, come Gesù, esistiamo per il Padre; che, come Gesù, dobbiamo vivere per servire, non per essere serviti. Fare memoria è ripetere con l’intelligenza e la volontà che alla vita del gesuita basta la Pasqua del Signore. Non serve altro. Farà bene riprendere la seconda settimana degli Esercizi Spirituali, per rifondarsi sulla vita di Gesù, in cammino verso la Pasqua. Perché formarsi è anzitutto fondarsi. Gesù si annientò fino alla morte, imitate Gesù”. Lo ha detto il Papa ai suoi confratelli gesuiti della Collegio Internazionale del Gesù di cui ricorre il 50/mo anniversario della fondazione.
Papa Francesco si è recato ieri presso la Curia generalizia dei gesuiti per festeggiare Sant'Ignazio di Loyola di cui la Chiesa ieri ne celebra la memoria.