Città del Vaticano , 15 April, 2020 / 2:00 PM
Giuseppe Schlitzer è il nuovo direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana. La nomina è stata ufficializzata oggi, insieme a quella di Federico Antellini Russo come vice direttore. Schlitzer subentra a Tommaso Di Ruzza, direttore dal 2015, il cui mandato era scaduto il 20 gennaio 2020 e non era stato rinnovato.
Se la nomina di Giuseppe Schlitzer sembrerebbe dare un segno di discontinuità, l’affiancamento di Antellini Russo, che già lavora all’AIF, nel ruolo di vicedirettore dà l’idea che si vuole preservare il lavoro svolto in quest’ultimo quinquennio. Un lavoro che ha dato alla Santa Sede un sistema finanziario credibile e riconosciuto a livello internazionale.
Dichiara il direttore uscente Di Ruzza: “Ringrazio il Santo Padre per la possibilità che mi ha concesso di servire la Santa Sede. Sono fiducioso che in questi anni l’AIF ha dato il massimo per costruire un sistema antiriciclaggio solido e credibile a livello internazionale. E questo è stato un impegno e un servizio sul piano tecnico e morale”.
Schlitzer è laureato in Economia e Commercio all’Università Federico II di Napoli, si è specializzato in economia negli Stati Uniti presso la University of Chicago e la George Washington University.
Ha ricoperto incarichi presso la Banca d’Italia – dove attualmente è Consigliere Censore presso la filiale del Centro Donato Menichella –, il Fondo Monetario Internazionale a Washington D.C., la Confindustria e la Federazione Abi-ANIA, ed è stato Consigliere Delegato di AITEC, la associazione di Confindustria rappresentativa degli industriali del cemento. È vice Presidente Vicario dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain, nel 2014 è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana.
Il nuovo vicedirettore Federico Antellini Russo è invece laureato in economia politica all'Università LUISS Guido Carli e poi docente in questo ateneo. Dal 2008 al 2013 è stato economista presso l’area Research and Development di Consip spa e dal 2013 al 2015 presso il Servizio Ricerca e Studi di Cassa Depositi e Prestiti.
Le nomine del nuovo direttore e vicedirettore va a completare i ranghi dei vertici dell’Autorità di Informazione Finanziaria. Papa Francesco aveva già nominato Carmelo Barbagallo come presidente dell’Autorità, dopo non aver rinnovato il mandato a René Bruelhart. Si tratta, ora, di completare la membership del Consiglio direttivo dell’Autorità. Dopo la sospensione della Santa Sede dal circuito sicuro di Egmont (poi ripristinato grazie ad un accordo tra il Tribunale e l’Autorità di Informazione Finanziaria) e la mancata conferma di Bruelhart alla guida dell’Autorità, si erano dimessi dal “board” anche Marc Odendall e Juan Zarate, due profili internazionali di altissimo spessore. Anche loro, dovranno essere sostituiti.
Il nuovo direttore raccoglie in eredità una Santa Sede rafforzata e credibile nei temi di trasparenza finanziaria, con rapporti internazionali costruiti sulla fiducia e una cornice giuridica solida. La Segreteria di Stato e molti altri esponenti hanno dato atto a Di Ruzza del lavoro svolto e pienamente documentabile, e anche Papa Francesco, nel discorso di Natale alla Curia del 2018, aveva messo in luce i “lodevoli sforzi” dell’Autorità di Informazione Finanziaria.
Di Ruzza era in forze all’Autorità di Informazione Finanziaria dal 2011. Sotto la sua direzione, in particolare, è stato rafforzato il ruolo della Santa Sede nelle relazioni internazionali, ma sono stati anche normalizzati e rafforzati rapporti privilegiati che si erano molto deteriorati, come quello con l’Italia.
Tra i successi più importanti della direzione: l’adesione dell’Autorità di Informazione Finanziaria al Gruppo Egmont, che riunisce 150 Unità di Informazione Finanziaria di tutto il mondo; l’ingresso della Santa Sede nell’Area SEPA (Sistema Europeo Unico di Pagamenti), che ha portato all’ottenimento dell’IBAN vaticano; i protocolli di intesa firmati con più di sessanta autorità di vigilanza e di informazione finanziaria in tutto il mondo. Sono tutti segni del riconoscimento internazionale della bontà del lavoro fatto della Santa Sede in tema di trasparenza finanziaria.
Più nel dettaglio, Di Ruzza era stato tra gli artefici della nuova legge antiriciclaggio del gennaio 2012, che aveva portato al giudizio sostanzialmente positivo del comitato del Consiglio d’Europa MONEYVAL nel luglio 2012.
L’adozione della nuova legge aveva segnato l’inizio della “seconda stagione” nella costruzione del sistema di trasparenza finanziaria vaticana. Se la prima stagione era stata quella delle soluzioni dettate dall’emergenza, come il sequestro di alcuni fondi dell’Istituto per le Opere di Religione, la seconda stagione è stata invece impostata sulla sostenibilità a lungo periodo.
Dopo la prima riforma della legge 127 nel 2012 , c’era stata una seconda riforma nel 2013, con la legge 18, che aveva ulteriormente migliorato il sistema e che lo aveva traghettato in una terza stagione.
La terza stagione è stata quella che ha mostrato il vero funzionamento del sistema. A novembre 2013, l’AIF adotta un nuovo statuto (di cui Di Ruzza è tra i principali artefici), prevedendo la presenza di un Consiglio e del presidente esclusivamente laici.
Nel 2014 Bruelhart diventa presidente dell’Autorità e Di Ruzza vicedirettore, mentre l’AIF adotta il Regolamento n. 1 per la vigilanza prudenziale dello Ior, inizio di un percorso di riconduzione dell’Istituto a standard internazionali anche sul piano dei criteri di organizzazione e gestione, oltre che di precisi criteri di autorizzazione e vigilanza delle attività finanziarie. Nel 2015 Di Ruzza viene nominato direttore.
In questi anni, si sono moltiplicati i protocolli di intesa con autorità estere, che portano anche ad un considerevole scambio di informazioni. L’ultimo rapporto annuale sulle attività operative dell’Autorità ne elencava ben 56 con le controparti AIF in materia di informazione e 8 con le controparti di vigilanza. Tra queste, non solo l’Unità di Informazione Finanziaria italiana e la Banca d’Italia, ma anche autorità di vigilanza degli Stati Uniti, la banca centrale tedesca, oltre alle principali Unità di Informazione Finanziaria estere.
Nel 2018, la Santa Sede entra nell’area del sistema dei pagamenti unici europei (SEPA), che porta alla registrazione di un codice IBAN vaticano e l’ingresso dello IOR negli schemi SEPA.
Tutti questi progressi sono stati certificati da MONEYVAL. Dal 2011, anno di adesione della Santa Sede, ci sono stati quattro rapporti del Comitato, che hanno certificato i costanti miglioramenti della Santa Sede. Il primo, del 2012, era quello generale sul sistema. Poi un primo rapporto sui progressi del 2013, un secondo rapporto sui progressi nel 2015 e un terzo rapporto sui progressi del 2017.
Il comunicato finale del rapporto sui progressi 2017 ricordava che la Santa Sede era chiamata a presentare le azioni prese per attuare le raccomandazioni del comitato entro dicembre 2019, mentre la valutazione sarebbe stata fissata per il 2020 secondo le procedure ordinarie applicabili agli Stati che non sono sottoposti a monitoraggio rafforzato. Questa valutazione si concentrerà sull’efficacia del sistema antiriciclaggio.
Per questo, Moneyval valuterà l’attività giudiziaria negli ultimi cinque anni, e in particolare se l’ufficio del Promotore di Giustizia abbia effettivamente dato seguito alle raccomandazioni di Moneyval, e in che modo.
La valutazione era prevista in primavera, ma tutto è slittato a causa dell’emergenza coronavirus.
Resta da vedere se il nuovo direttore porterà avanti il lavoro secondo questa mentalità internazionale, o se invece il lavoro sarà improntato di nuovo ad una mentalità bilaterale, come era successo all'inizio della storia dell'Autorità.
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