Non ci sarà l’interrogatorio del Cardinale Angelo Becciu il prossimo 7 aprile, per indisponibilità dell’avvocato, e non c’è stato oggi l’interrogatorio dell’ex direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria Tommaso Di Ruzza. Udienza fiume di sette ore, oggi, per il processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, che ha al centro la vicenda dell’investimento della Segreteria di Stato in un palazzo a Londra.
È un rapporto che ci tiene a marcare una discontinuità con il passato, a partire dal nome dell’Autorità (prima si chiamava Autorità di Informazione Finanziaria, ora Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria) fino ad arrivare alla grafica. Ed è un rapporto che vuole sottolineare i risultati raggiunti dalla nuova direzione, a partire dal Rapporto Moneyval sui progressi, che viene definito in termini molto positivi nonostante la Santa Sede abbia ricevuto solo valutazioni intermedie, e sei su 11 di quelle valutazione pendevano piuttosto verso il lato dei giudizi negativi che da quelli positivi.
L’Autorità di Informazione Finanziaria cambia nome, diventa Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria, e rafforza il ruolo del presidnte nel proporre ed elaborare gli obiettivi strategiche dell’Autorità. Con un chirografo, Papa Francesco rende ufficiali le modifiche già annunciate al momento della presentazione del rapporto AIF 2019. Viene istituita anche una sezione su Regolamentazione e Affari legali.
Giuseppe Schlitzer è il nuovo direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana. La nomina è stata ufficializzata oggi, insieme a quella di Federico Antellini Russo come vice direttore. Schlitzer subentra a Tommaso Di Ruzza, direttore dal 2015, il cui mandato era scaduto il 20 gennaio 2020 e non era stato rinnovato.
Aveva firmato, insieme al governatore della Banca d’Italia Visco, il protocollo di Intesa tra l’Autorità di Informazione Finanziaria e la Banca d’Italia. Ora Carmelo Barbagallo è stato nominato da Papa Francecso presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria della Santa Sede.
La notizia della non conferma di René Bruelhart come presidente dell’Autorità di Informazione Vaticana è arrivata quasi come un fulmine a ciel sereno. Il mandato di René Bruelhart come presidente dell’Autorità andava a scadere a novembre. Papa Francesco ha deciso però di non rinnovarglielo, e ha già scelto il successore.
Piena fiducia al direttore Tommaso Di Ruzza, totale cooperazione con le autorità competenti e auspicio che le potenziali incomprensioni saranno presto chiarite, anche alla luce del fatto che una indagine interna ha definito che le attività dell’Autorità sono state di tipo prettamente istituzionale e conformi allo statuto: il Consiglio Direttivo dell’Autorità di Informazione Finanziaria prende posizione in un comunicato a seguito delle perquisizioni nei suoi uffici e in quelli della Segreteria di Stato che hanno portato alla sospensione di cinque officiali vaticani, tra i quali il direttore Tommaso Di Ruzza.
La crisi istituzionale aperta con le perquisizioni in Segreteria di Stato e all’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) potrebbe avere ripercussioni sul prossimo “round” di valutazioni di Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio degli Stati che vi aderiscono.
Le ultime vicende finanziarie vaticane, che hanno portato al sequestro di documenti, computer e altri dispositivi elettronici nella Segreteria di Stato vaticana e nell’Autorità di Informazione Finanziaria, nonché alla sospensione di cinque officiali della Santa Sede, possono avere anche conseguenze sul piano internazionale, nonché della struttura interna della Santa Sede.
Quattro casi per meglio comprendere il lavoro svolto, un emendamento di una legge e due nuove leggi dello Stato di Città del Vaticano che hanno rafforzato il quadro legale, 11 rapporti trasmessi al Promotore di Giustizia vaticano per ulteriori indagini, 231 scambi di informazioni con autorità interne e 473 scambi di informazioni con Unità di Informazioni Finanziarie: il rapporto 2018 dell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana, pubblicato oggi, racconta di un sistema di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo che continua a perfezionarsi.
A un osservatore distratto, il rapporto sull’attività del 2017 dell’Autorità di Informazione Vaticana può apparire la fotografia di un sistema che è entrato a regime, senza ormai né scandali da cercare né grossi malfunzionamenti da mettere a punto. Ma è proprio in questa “normalità” che sta il senso di tutto il rapporto. Perché in questi anni la Santa Sede ha messo a punto un sistema che funziona, lavorando allo stesso tempo per un cambio di mentalità all’interno delle mura della Città Leonina che sta cominciando a dare ai suoi frutti.
Meno segnalazioni di attività sospette, ma di maggiore qualità, con un incremento delle segnalazioni anche da parte dei dicasteri vaticani. Maggiore consolidamento del quadro di regole. E una sempre più rafforzata cooperazione internazionale. Sono questi i tre elementi chiave del quinto rapporto dell’Autorità di Informazione Finanziaria Vaticana.
Finanza Vaticana, adottato il secondo rapporto dei progressi. MONEYVAL, il Comitato di esperti del Consiglio d’Europa che valuta le misure anti-riciclaggio dei Paesi che vi partecipano, ha così giudicato i progressi della Santa Sede nel delineare un sistema finanziario trasparente e aderente agli standard internazionali soddisfacente.