Non è da sottovalutare il cambiamento di prospettiva che è avvenuto al processo vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato nell’udienza del 5 ottobre. Le difese di René Bruelhart e Tommaso Di Ruzza, rispettivamente presidente e direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria all’epoca dei fatti contestati, hanno ricostruito i fatti, messo in contesto i documenti, superato le ricostruzioni dell’accusa senza mai distaccarsi da quelli che sono gli atti del processo, ma anzi rileggendoli e guardandoli da una prospettiva diversa. E questa rilettura stringente ha operato un profondo cambio di prospettiva, che ha un valore importante non solo per gli imputati, ma per comprendere quello che è in gioco per la Santa Sede con questo processo.
L’Autorità di Informazione Finanziaria ha sempre agito secondo le sue prerogative, supportando la Segreteria di Stato quando questa ha fatto richiesta di valutare la ristrutturazione dell’investimento sul palazzo di Londra, e anche sottolineato la fattibilità di un prestito dell’Istituto delle Opere di Religione alla Segreteria di Stato per poter rimodulare l’oneroso mutuo acceso per la gestione dell’immobile. Ma non ha mai superato le sue prerogative, mai è entrato in conflitto di interessi, e soprattutto mai ha approvato formalmente una decisione, che poteva spettare solo all’organo di governo.
Giuseppe Schlitzer è il nuovo direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana. La nomina è stata ufficializzata oggi, insieme a quella di Federico Antellini Russo come vice direttore. Schlitzer subentra a Tommaso Di Ruzza, direttore dal 2015, il cui mandato era scaduto il 20 gennaio 2020 e non era stato rinnovato.
Piena fiducia al direttore Tommaso Di Ruzza, totale cooperazione con le autorità competenti e auspicio che le potenziali incomprensioni saranno presto chiarite, anche alla luce del fatto che una indagine interna ha definito che le attività dell’Autorità sono state di tipo prettamente istituzionale e conformi allo statuto: il Consiglio Direttivo dell’Autorità di Informazione Finanziaria prende posizione in un comunicato a seguito delle perquisizioni nei suoi uffici e in quelli della Segreteria di Stato che hanno portato alla sospensione di cinque officiali vaticani, tra i quali il direttore Tommaso Di Ruzza.
Meno segnalazioni di attività sospette, ma di maggiore qualità, con un incremento delle segnalazioni anche da parte dei dicasteri vaticani. Maggiore consolidamento del quadro di regole. E una sempre più rafforzata cooperazione internazionale. Sono questi i tre elementi chiave del quinto rapporto dell’Autorità di Informazione Finanziaria Vaticana.
Le segnalazioni aumentano, ma non i crimini. La fotografia del sistema di vigilanza e intelligence finanziaria dato dal rapporto AIF 2015 racconta di un sistema che si è rafforzato e di un cambio di mentalità in atto. Tanto che una delle ragioni che hanno portato ad un aumento delle segnalazioni è proprio una maggiore consapevolezza da parte degli enti interessati, ha spiegato il direttore dell’Autorità, Tommaso Di Ruzza. Il quale rivendica il ruolo di una Autorità di Informazione Finanziaria che non riceve informazioni, ma sollecita informazioni.
Il continuo rafforzamento del quadro normativo interno. Il consolidamento della cooperazione internazionale. La progressiva stabilizzazione della vigilanza. Tommaso Di Ruzza, Direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF), traccia un quadro dell’attività sinora svolta dall’Autorità, descrivendo i passi che sono stati fatti e quelli ancora da fare.