Bari, 22 February, 2020 / 12:30 AM
“Una festa che lega attraverso la tradizione liturgica due sponde del Mediterraneo: la cattedra di Pietro ad Antiochia, nell’odierna Turchia ma della cui sede sono titolari alcuni dei Patriarchi qui presenti, e la cattedra di Pietro a Roma, entrambe ora ricondotte in unico giorno festivo.”
Così questa mattina a Bari nella Cattedrale il cardinale Sandri Prefetto della Congregazione per le chiese Orientali ha ricordato la festa della Cattedra di San Pietro.
“Se la cattedra di Gesù, il Servo del Signore annunciato dai canti del profeta Isaia, - ha detto il Cardinale- è stata quella di colui che si mette in ginocchio per lavare i piedi e si innalza poi per consegnarsi alla croce, anche la cattedra di Pietro non potrà essere diversa: non essere padrone della vita e della fede degli altri, ma porsi a servizio del loro incontro con l’unico Salvatore della storia. Per questo gli inferi e le loro porte staranno nel tempo perennemente inquiete contro la Chiesa ma esattamente perché quando essa vive in autenticità è una perenne e potente testimonianza del mistero della salvezza in Cristo”.
Con un riferimento al Rotolo miniato dell’Exultet custodito nella cattedrale, il cardinale ha ricordato che “i pastori che si incontrano, insieme al Successore di Pietro, portano con sè i dolori e le angosce, le gioie e le speranze delle comunità e dei popoli da cui provengono: insieme ai problemi, essi riaccendono la luce della fede, della speranza e della carità. Essa risplende persino nelle notti più oscure, come luce gentile e insieme come colonna di fuoco che guida anche oggi i redenti al porto sicuro che la Parola di Dio ci indica”.
Ed ha concluso con un ricordo ai lavori dell’ incontro sul Mediterrano che si chiudono domani con il Papa e alla vista di Paolo VI: “andiamo spiritualmente anche noi pellegrini sulle rive del lago di Tiberiade, nel luogo che la tradizione riconosce essere la scena del primato, a Tabgha, e come san Paolo VI chiniamoci a baciare la Roccia che commemora la Parola del Signore a Pietro ed il suo primato di presiedere nella carità, come dirà più tardi Ignazio di Antiochia. E preghiamo che il nostro incontro a Bari possa essere definito in futuro come il Santo Pontefice definì il suo pellegrinaggio in Terra Santa: esso è stato come un colpo d’aratro, che ha smosso un terreno ormai indurito ed inerte, e ha sollevato la coscienza di pensieri e di disegni divini che erano stati sepolti, ma non spenti da una secolare esperienza storica, che ora sembra aprirsi a voci profetiche.”
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