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Un servizio di EWTN News

Ucraina, la lotta per l’indipendenza che la accomunava alla Bielorussia

Papa Francesco saluta alcuni soldati ucraini al termine di una udienza generale del 2018

Non si può comprendere l’Ucraina di oggi senza comprendere la lotta per l’indipendenza della nazione che si è tenuta dal 1917 al 1921. Si è trattato – ha detto Tetiana Izehvska, per più di dieci anni ambasciatore di Ucraina presso la Santa Sede – di “uno dei più complessi e drammatici periodi della moderna storia ucraina”, che ha “messo insieme diversi processi, incluso il consolidamento della nazione ucraina, del senso di uno Stato ucrain e della dichiarazione di indipendenza ucraina”.

L’ambasciatore Izhevska ne ha parlato alla conferenza “1918 anno dell’indipendenza. Perché accade cento anni fa?”. Organizzata lo scorso novembre dall’Ambasciata Polacca presso la Santa Sede, gli atti della conferenza sono in digitale presso il sito della stessa ambasciata.

Izhevska ha spiegato che “la rivoluzione ucraina era la conseguenza diretta della rivoluzione di febbraio del 1917” che ebbe luogo in Russia, ma fu diversa dalla rivoluzione russa perché quella ucraina fu “caratterizzata non solo da ispirazioni socio-democratiche, ma anche dalla richiesta di uno stato nazionale”.

Aspirazioni da Stato che furono anche della vicina Bielorussia. Ma la dichiarazione di indipendenza del popolo bielorusso fallì subito, e già nel 1921 la Bielorussia fu proclamata una repubblica socialista, mentre il trattato di Riga divise la Bielorussia tra Polonia e Unione Sovietica. Non è un caso che la Bielorussia ancora cerca di creare una identità statale, preferisce farsi chiamare “Belarus” invece di Bielorussia e cerca di diffondere la cultura nazionale e la lingua.

Più complicata la situazione dell’Ucraina, la cui lotta si protrasse per quattro anni, dal 1917 al 1921.

Con la Rivoluzione di febbraio, ci fu un movimento di indipendenza in tutta l’Ucraina, che fu la prima nazione insieme alla Finlandia che proclamò l’indipendenza da tutti gli imperi. Era la prima volta che l’Ucraina poteva essere una nazione indipendente, formata da 30 milioni di persone “capaci di parlare per loro stessi come una nazione separata che potesse dire chi fossero e dove volessero vivere”.

La firma del Trattato di Brest Litovsk fu il primo successo diplomatico della diplomazia ucraina, mentre il primo atto della Repubblica Nazionale fu la fondazione del “Riconoscimento legale dell’Ucraina”

“Nel mezzo di grandi difficoltà interne ed esterne, minacciate dal’instabilità politica, l’aggressione bolscevica e la presenza dell’Ucraina nelle formazioni military austro-ungheresi, la Rada (il parlamento) ucraino fu in grado di fare passi avanti nel formare uno Stato nazionale”.

Nell’aprile 1918, l’Ucraina promulga la prima costituzione della sua storia. I principi fondamentali di questi documenti non diventarono realtà.

Furono tre i periodi della rivoluzione ucraina. Il primo fu quello della Repubblica Nazionale Ucraina dal marzo 1917 all’aprile 1918. Quindi, ci fu il periodo del Direttorato Nazionale Ucraino, da dicembre 1918 alla fine del 1920. Fu in questo periodo che lo Stato ucraino prese la forma di governo dell’ “hetmanato”, durante il quale ebbe diversi successi e anche una discrete rete diplomatica: l’Ucraina aveva, in quell periodo, 11 diplomatici, quasi 15 rappresentanti in 20 nazioni, mentre c’erano in Ucraina 12 diplomatici e 42 consiglieri.

Nel 1918, Ucraina a Crimea si federarono. Poi, terminò la guerra, ci fu un nuovo periodo di crisi, la rivoluzione formò una ribellione anti-hetmanita. Comincia il terzo periodo, quello del direttorato. Le armate ucraine persero contro quelle sovietiche, si allearono con I polacchi, poterono vincere una battaglia ma persero la guerra. Già a giugno del 1920, i sovietici avevano ripreso Kiev.

L’atto di unificazione tra l’Ucraina nazionale e la Repubblica dell’ovest di Ucraina fu firmato nel gennaio 1919, tanto che il 22 gennaio 2016, nel giorno ucraino della sovranità, il presidente ha siglato il decreto per I festeggiamenti del centenario della rivoluzione.

Il 2017 è stato dunque dichiarato l’anno della Rivoluzione Ucraina, a testimoniare che l’Ucraina è una nazione con una lunga storia, che ha raggiunto la sua indipendenza dopo una lunga lotta. “Non si tratta solo di una entità creata dall’Unione Sovietica”, ha detto l’ambasciatore Izhevsta.

La Santa Sede riconobbe subito l’Ucraina, come aveva fatto con gli altri Stati. Il primo ambasciatore ucraino della Santa Sede, Mykhailo Tyshkevych, presentò le sue credenziali il 25 maggio 1919 a Benedetto XV. Era di origini ucraine-lituane.

Non sorprende che la nazione ucraina, oggi, continui a rivendicare la sua indipendenza e la sua storia. Assoggettata ai russi per lungo tempo, l’Ucraina rifiuta di mettere da parte la sua storia. Sono stati, per decenni, un popolo senza Stato, ma pur sempre un popolo.

Non colpisce nemmeno il fatto che le Chiese, in Ucraina, siano state vicine alla popolazione negli anni del Maidan. Non era una decisione politica. Era una rivendicazione storica. Perché a fianco delle popolazioni c’erano sempre state le Chiese. La fede, in fondo, è quella che ha tenuto l’Ucraina unita e ne ha forgiato l’identità di popolo.

 

(5 – continua)

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