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Ecumenismo, un nuovo direttore per l’Anglican Centre

Reverendo John Shepherd, direttore ad interim all'Anglican Centre

Sono più di cinquanta anni che l’Anglican Centre funziona da liaison tra Santa Sede e comunione anglicana a Roma. Dal giugno 2017, rappresentante di Canterbury presso la Santa Sede era stato nominato Bernard Ntahoturi, che succedeva a David Moxon, che nei suoi quattro anni di mandato aveva vissuto un rinnovato dialogo ecumenico. Ma l’arcivescovo Ntahoturi si è dimesso a ridosso di Natale, a seguito di accuse di molestia sessuale. E una settimana fa, è stato nominato direttore ad interim del centro il Reverendo John Shepherd.

La nomina è arrivata appena alla vigilia dell’ottavo anniversario dello stabilimento dell’Ordinariato Personale Nostra Signra di Walsingham, che oggi conta circa 3500 battezzati, tutti provenienti dalla Comunione Anglicana. L’ordinariato fu il primo stabilito dopo la promulgazione della costituzione apostolica Anglicanorum Coetibus, che regolarizzò il passaggio di gruppi di fedeli dalla Comunione Anglicana alla Chiesa Cattolica.

Il nuovo rappresentante di Canterbury a Roma è stato decano della cattedrale di San George, a Perth (Australia) dal 1990 al 2014. Ordinato sacerdote nel 1966, il reverendo Shepherd si è laureato all’università di Melbourne, ha un master in Musica Sacra e un dottorato di ricerca a Cambridge. Tra i suoi incarichi, quello di parroco a Melbourne, Long Island, Manchester e Cambridge, e cappellano della Christ Church di Oxford dal 1980 al 1988. È insegnante di musica e un noto commentatore di teologia.

Le dimissioni dell’arcivescovo Ntahoturi sono arrivate il 22 dicembre. Per quanto improvvise e legate ad un caso di molestie di cui non sono stati rivelati i dettagli, le dimissioni sono arrivate anche in un momento di significativi cambiamenti nella leadership dell’Anglican Centre. Anche il capo del “board of governors”, il vescovo Stephen Platten, si è dimesso alla fine dello scorso anno dopo aver presieduto il board per 15 anni e aver servito per 30 anni all’Anglican Centre. È stato sostituito dal vescovo Michael Burrows, di Cashel, Ferns e Ossory.

I rapporti tra Chiesa Cattolica e Comunione Anglicana sono stati particolarmente intensi negli ultimi anni, e Papa Francesco aveva persino pensato di compiere un viaggio ecumenico in Sud Sudan con l’arcivescovo Justin Welby, il capo della Comunione Anglicana.

In questi anni, l’arcivescovo Welby si è incontrato con Papa Francesco tre volte, il 13 giugno 2013, il 16 giugno 2014 e poi in occasione dei Vespri di San Gregorio al Celio, in un evento tutto modellato sulle relazioni ecumeniche, perché festeggiava anche i cinquanta anni dell’Anglican Centre di Roma.

Un gesto di particolare comunione è stato il “prestito “della tunica insanguinata appartenuta a San Thomas Becket, inviata da Santa Maria Maggiore a Canterbury per le celebrazioni dell’850esimo anniversario del martirio.

I rapporti tra Chiesa Cattolica e Comunione Anglicana sono anche regolati dalla Costituzione apostolica Anglicanorum Coetibus, promulgata il 4 novembre 2009, per accogliere gruppi di anglicani desiderosi di entrare in comunione con Roma. La formula individuata fu quella di istituire degli “ordinariati personali”, vale a dire strutture canoniche che permettono a gruppi di persone di entrare in piena comunione. In questo modo, si cercava da un lato di salvaguardare le tradizioni liturgiche, spirituali e pastorali e dall’altro che i nuovi pastori fossero pienamente integrati nella Chiesa cattolica.

Il primo ordinariato fu quello di Nostra Signora di Walsingham, posto sotto il patronato del Beato Henry Newman (che presto potrebbe essere proclamato) santo. L’Ordinariato fu stabilito il 15 gennaio 2011.

L’Anglicanorum Coetibus dava anche la possibilità data dalla Costituzione di ordinare come sacerdoti cattolici vescovi anglicani già sposati, sebbene per ragioni dottrinali non sia possibile, nella Chiesa cattolica, l’ordinazione episcopale di uomini sposati. E infatti, quando l’Ordinariato di Walsingham fu stabilito, il 15 gennaio 2011, l’arcivescovo di Westminster Vincent Nichols – solo in seguito creato cardinale da Papa Francesco – ordinò sacerdoti cattolici tre ex vescovi anglicani: Andrew Burnham, Keith Newton e John Broadhurst. Keith Newton fu nominato dal Papa primo ordinario dell’Ordinariato personale.

Nel momento in cui diventano cattolici, gli ex vescovi cattolici perdono il titolo di vescovo, ma possono guidare l’ordinariato con il titolo di monsignore, pur con il diritto di portare i simboli pastorali della dignità di vescovo.

Due anni fa, fu mandato a guidare l’ordinariato degli Stati Uniti un vescovo cattolico, monsignor Steven Lopes, chiamato a dare nuovo impulso alla forma degli ordinariati.

Da quando è stato promulgato l’Anglicanorum Coetibus, sono stati istituiti tre ordinariati anglo cattolici, nei quali sono entrati oltre 3 mila ex anglicani, distribuiti in 90 comunità in Stati Uniti, Canada e Australia. Più in particolare, l’ordinariato di Gran Bretagna conta 40 comunità, con 86 sacerdoti, 1500 laici e due comunità religiose; l’ordinariato in Nord America ci sono 35 gruppi, 1600 laici e 40 sacerdoti; l’ordinariato australiano, l’ultimo in ordine di tempo, ha 12 comunità e 12 chierici, e il progetto di incorporare parrocchie dello Stretto di Torres.

Gli ordinariati non sono comunque destinati solo ad ex anglicani. L’arcivescovo Steven Lopes, che da officiale della Congregazione della Dottrina della Fede lavorò alla stesura dell’Anglicanorum Coetibus, a sottolineare che “gli ordinariati per gli ex anglicani devono essere un ponte per l’unità dei cristiani e una forza di vero ecumenismo”, e che i membri devono “costruire e ricostruire le loro relazioni con i confratelli che hanno soggiornato nella Chiesa anglicana”.

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