Padova, 04 November, 2018 / 3:00 PM
I manuali per imparare a fare, essere, ottenere qualcosa davvero si sprecano nel nostro tempo. Ce ne sono per ogni problema e per ogni siruazione, sono stati pensati per dare ragguagli in ogni minimo dettaglio. Sulla vita di coppia, poi, la bibliografia e' sterminata, come del resto sono sempre maggiori i problemi e i fallimenti che si accumulano nelle nostre vite.
Ma un libro contenente una chiave sicura per "interpretare" il matrimonio è sempre stata davanti ai nostri occhi: la Bibbia. Spesso e volentieri noi l'abbiamo valutato distrattamente, questo potenziale faro in grado di illuminare i misteri dell'amore.
I racconti biblici come introduzione ad una vita di coppia serena e feconda sono stati scelti e accostati a storie conteporanee in un agile e confortante libro appena pubblicato dalle Edizioni Messaggero di Padova. Il titolo accattivante e' "Amarsi da Dio". Un chiaro invito a entrare nel mondo biblico popolato da coppie, di famiglie, di storie d'amore con le crisi, le svolte e la fatica di andare avanti senza la certezza di un lieto fine convenzionale, ma con la determinazione che nasce dalla constatazione che l'amore si costruisce, giorno per giorno, stagione per stagione.
Pochi colpi di fulmine, tanta pazienza e accettazione dell'altro. E' un lavoro artigianale, ripete spesso Papa Francesco, non è qualcosa che si trova per caso e che rimane lì per sempre a disposizione.
L'autore, padre Oliviero Svanera, francescano, teologo, rettore della basilica di Sant'Antonio a Padova, ha scelto sette coppie bibliche, alcune più famose e conosciute, Maria e Giuseppe in primis, e Adamo ed Eva, i progenitori, poi facendone conoscere altre molto meno note, come Gomer e Osea, o Davide e Abisag. Per ciascuna ha individuato un tema portante -tenerezza, sessualità, differenza, perdono, dialogo, conflitto, generativita' - ponendo il racconto biblico a confronto con quello di coppie contemporanee.
Il risultato è che le vicende che sembrano confinate in un tempo remoto, ancestrale, in realtà sono un paradigma universale, in cui specchiare le inquietudini odierne e ritrovare misura e radici per ancorare e rendere forte la nostra stessa esperienza.
Del resto, come ricordano nella prefazione al libro i due sposi Chiara ed Edoardo Vian, questo libro fa riscoprire una semplice ma non scontata verità, ossia che "la Bibbia parla di noi, delle nostre paure, dei nostri sogni, dei nostri tradimenti, della nostra fede e di qua.siaisi ombra o luce possa passare nei nostri cuori".
Il volume e' stato presentato qualche giorno fa a Padova, nella sala dello Studio teologico di Sant'Antonio, accompagnato anche da una esecuzione musicale di brani di Bach e Vivaldi. Con l'autore hanno partecipato la teologa Assunta Steccanella, Roberta Gallato e Paolo Arcolin dell'Ufficio Famiglia della Diocesi di Padova, interventi e dialoghi coordinati da fra Fabio Scarsato, direttore editoriale del Messaggero di Sant'Antonio.
Il punto di partenza per la riflessione sul tema, davanti ad un pubblico numeroso e interessato (molte coppie, per inciso), sono state questi flash che fissano la situazione attuale: dall'amore romantico, eredità ottocentesca, e dal matrimonio per amore, con tutte le conseguenti illusioni e delusioni, oggi siamo passati all'amore senza matrimonio. Ma perché tutta questa fragilità di coppia? Perché abbiamo imparato a vivere l'amore senza perdono, senza sacrificio. E dunque, senza tutto ciò, il rapporto tra due persone e in grado di resistere?
L'esperienza ci dimostra che non lo e'. Il Papa ha recentemente parlato di catecumenato del matrimonio, come cammino per imparare ad essere coppia. La Bibbia ci dimostra come appunto questo cammino sia costante, quotidiano, e di come sia necessario -ha insistito la teologa Steccanella - imparare a guardare al sentimento che unisce due persone non come qualcosa di disincarnato e illusorio, ma concreto, calato nella vita di tutti i giorni.
Altro concetto da tornare a condividere pienamente, Bibbia alla mano, come fa padre Svanera, partendo dalla coppia ab origine, ossia Adamo ed Eva: siamo differenti, e questa differenza va accettata, amata, non cancellata. Oggi invece si oscilla perpetua mente tra una visione per cui "la differenza è un dato incontrovertibile", scrive Svanera, "evidente, perché inscritto già nella natura biologica e fenomenologica dell'uomo e della donna" e una visione invece "per cui non esisterebbe in sé né il maschio né la femmina", identità fluide, che si possono costruire e plasmare a piacimento, fino a sciogliersi nell'indifferenziato. Così lontano dalle parole della Creazione: "Maschio e femmina li creò".
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