Roma, 01 June, 2018 / 2:00 PM
“La notte di Aleppo non è finita, ma il fuoco non si è spento sotto la cenere e la morte non ha l’ultima parola”. Così Padre Ibrahim, frate francescano e parroco ad Aleppo, racconta la situazione odierna in Siria. Perché ci sono le case da ricostruire, le chiese e le moschee, ma a dover essere ricostruita è soprattutto la persona. Dopo il grande successo del suo ultimo libro “Un istante prima dell’alba” che racconta come in un diario, giorno dopo giorno, le cronache di guerra, Padre Ibrahim torna a Roma per presentare un altro volume sempre sulla Siria: “Viene il mattino”. ACI Stampa ha raggiunto il francescano presso la Delegazione della Custodia della Terra Santa a Roma:
Padre Ibrahim com’è ora la situazione ad Aleppo? Lei che la vive ogni giorno può raccontarcela meglio di chiunque altro…
Purtroppo vedo una sofferenza enorme. Siamo di fronte ad una società distrutta, ad una città distrutta almeno al 70 per cento, un’economia che non funziona, capitali che aiutavano a rimettersi in piedi sono stati trasferiti fuori, a livello sanitario poi molte strutture ospedaliere sono andate distrutte o si sono spostate altrove. La gente subisce la fame. E questa forte instabilità spinge le persone a scappare e ad emigrare perché pensano che la guerra in realtà non è finita e forse non finirà più.
Padre Ibrahim cosa possiamo fare noi qui dall’Italia come Chiesa e come società per voi?
Prima di tutto bisogna pregare, noi abbiamo fede nel valore della vostra preghiera. Vogliamo davvero che la gente preghi per noi, ma non solo per la Siria, è un momento molto duro per tutta l’umanità, come ci ricorda sempre il Papa. Si rischia di arrivare ad una guerra mondiale che distruggerà tutti quanti. Poi per gli aiuti umanitari, ognuno segua le ispirazioni del suo cuore, sicuramente lo Spirito Santo soffierà in particolare sulla Siria in modo che la Chiesa possa continuare il suo servizio a favore di tutta la popolazione non solo cristiana, ma anche musulmana.
Il suo ultimo libro si chiama “Viene il Mattino”. Aleppo, Siria, riparare la casa, guarire il cuore. Padre Ibrahim qual è il messaggio che vuole mandare?
Sicuramente un messaggio di speranza. Un messaggio che nel caos, la Chiesa che si trova in questo ambiente difficile, è responsabile della vita di tutti, non è permesso a Lei di addormentarsi o piangere, ma è sua responsabilità dare risposte chiare all’uomo che vive in questo labirinto. C’è il caos, ma anche lo Spirito Santo che mette in ordine tutto. Anche in Siria, ma ovunque sia, noi uomini di Dio siamo chiamati a mettere ordine a favore della dignità dell’uomo, della giustizia e della pace.
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