Roma, 22 May, 2018 / 12:05 AM
Una reliquia dell’apostolo Filippo è stata donata al Patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli dall’Ordine dei Frati minori conventuali, e a lui solennemente consegnata il 9 maggio 2017, in una celebrazione ecumenica con l’arcivescovo di Smirne, Lorenzo Piretto. Ora, è il Patriarca Bartolomeo a fare visita alle reliquie di Filippo, insieme a quelle dell’apostolo Giacomo, custodite nella Basilica dei Santi II apostoli.
Proprio nella Basilica, il Patriarca Bartolomeo presiederà il 23 maggio un momento di preghiera alle 18,30. Al termine della preghiera, il Patriarca Ecumenico saluterà la comunità dei Frati Minori conventuali della Basilica, con il ministro generale fra’ Marco Tasca, i membri della Curia generalizia e delle comunità romane e i fedeli presenti.
A dare l’annuncio della visita del Patriarca è stato fra’ Agnello Stoia, parroco della Basilica. L’incontro è stato organizzato insieme al Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
“Accogliamo con grande gioia la notizia della visita di Sua Santità Bartolomeo – ha sottolineato fra Agnello Stoia - che ha così accettato l’invito, rivolto in più occasioni, a visitare la nostra Basilica dove sono conservate e si venerano le reliquie dei due Apostoli e martiri. Un segno di grande attenzione che si pone nel cammino di dialogo e di fratellanza in corso tra le Chiese cattolica e ortodossa e che vede proprio in papa Francesco e nel patriarca Bartolomeo due instancabili artefici di questo percorso”.
Fu proprio fra’ Agnello Stoia a consegnare le reliquie di Filippo al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli in visita alla comunità cattolica di Smirne, in Turchia, lo scorso maggio.
San Filippo di Bethsaida è menzionato nei Vangeli come uno dei dodici apostoli di Cristo. Filippo giunse a Hierapolis, in Frigia, e predicò il cristianesimo. Il proconsole locale lo fece inchiodare a un albero a testa in giù, come è rappresentato nell'iconografia tradizionale.
La tomba di Filippo era stata ritrovata nel 2008 a Panukkale, l’antica Hierapolis, da una equipe di archeologi italiani guidati dal professor Francesco d’Andria dell’Università di Lecce. In un sito denso di moltissimo tombe, erano state ritrovate le tracce di una basilica a tre navate con nartece, sorta attorno alla tomba dell’Apostolo su cui era presente l’iscrizione: “Doulos Tou apostolou Philippou”, servo dell’apostolo Filippo. Sulle parete c’erano numerose invocazioni rivolte a Filippo, sia in lingua greca che in lingua armena, a testimonianza che il santuario era di fama internazionale.
Questa scoperta è stata anche al centro del viaggio del Patriarca Bartolomeo in Puglia nel dicembre 2016. Per l’occasione, l’università di Lecce consegnò al Patriarca una laurea honoris causa in archeologia. Il patriarca, nella lectio magistralis, constatò che “la costruzione di un mondo senza Dio è fallita.
La ricognizione delle reliquie degli apostoli Giacomo e Filippo si era conclusa il 20 dicembre 2016, dopo un lavoro di nove mesi che era cominciato il 5 aprile 2016. Il professor d’Andria era parte del pool di studiosi della ricognizione, guidata dal professor Nazzareno Gabrielli. La precedente ricognizione risaliva addirittura al 1879. I resti dei due apostoli sono due vasi con delle ceneri, dei brandelli di tessuto, alcuni denti, una scapola, e un piede.
Da lì sono state prese le reliquie inviate poi a Smirne. La ricognizione, in fondo, è stata solo il primo passo di un percorso che potrebbe riportare i due apostoli ad essere di nuovo evangelizzatori in un Medio Oriente colpito ancora una volta dalla persecuzione dei cristiani.
C’è, in fondo, una diplomazia delle reliquie già in corso. Lo scorso anno, anche una piccola parte delle reliquie di San Nicola di Bari sono state traslate in Russia, per la gioia dei fedeli ortodossi accorsi numerosi.. E non è un caso che Papa Francesco abbia indetto proprio a Bari la giornata di preghiera per il Medio Oriente, il prossimo 7 luglio.
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