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Padre Engelmar Unzeitig: l'angelo di Dachau

Il 2 marzo 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau si spegneva a causa del tifo padre Engelmar Unzeitig. Quest'uomo, apparentemente magro e dimesso, ma dallo sguardo attento fu soprannominato l'angelo di Dachau.

Era un religioso della congregazione di Mariannhil: istituto religioso di spiritualità trappista.

Engelmar Unzeitig nasce a Greifendorf, nella attuale Repubblica Ceca, nel 1911. A 18 anni, su spinta della sua anima di preghiera, entra in seminario e viene ordinato sacerdote a 28. 

Nel corso della sua breve vita pastorale difende strenuamente i diritti del suo popolo contro le prepotenze del nazismo. Dal pulpito, chiaramente e senza paura, non cessa di ricordare ai fedeli i diritti del Cristianesimo e della persona, in un mondo in continua contraddizione, agli insegnamenti evangelici.

Nel 1941 è arrestato dalla Gestapo ed  è internato nel campo di concentramento di Dachau. Qui non cessa la propria attività a favore dei sui compagni di prigionia. Pur non avendo nulla, dona tutto: forze, energie e quel poco di cibo che gli spetta nella sua condizione carceraria. La cosa che più colpisce tutti sono l'estrema serenità e gioia che brillano sul suo volto. Sa che dietro ad ogni umana esperienza c'è Dio, che non sparisce, ma  che è presente tutti i giorni fino alla fine del mondo. Ed è una promessa del Cristo. 

Nel settembre 2016 è dichiarato beato da Papa Francesco. Il rito è presieduto a Würzburg in Baviera dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.

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