Città del Vaticano , 19 June, 2015 / 11:28 AM
Un incontro speciale per Papa Francesco questa mattina con Mor Ignatius Aphrem II, Patriarca Siro-Ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, un colloquio privato e uno scambio di discorsi e infine una preghiera comune nella cappella Redemptoris Mater. Una preghiera per il Medio Oriente per “una Chiesa di martiri fin dall’inizio” che “lo è ancora oggi, in Medio Oriente, dove continua a patire, insieme con altre comunità cristiane e altre minoranze, le terribili sofferenze provocate dalla guerra, dalla violenza e dalle persecuzioni. Quanto dolore! Quante vittime innocenti! Di fronte a tutto questo, sembra che i potenti di questo mondo siano incapaci di trovare soluzioni.”
Il Papa ha ricordato in particolare il Metropolita Mor Gregorios Ibrahim e il Metropolita della Chiesa Greco-Ortodossa Paul Yazigi, “rapiti insieme ormai da più di due anni. Ricordiamo anche alcuni sacerdoti e tante persone, di diversi gruppi, private della libertà. Chiediamo anche al Signore la grazia di essere sempre pronti al perdono e operatori di riconciliazione e di pace. Questo è ciò che anima la testimonianza dei martiri. Il sangue dei martiri è seme di unità della Chiesa e strumento di edificazione del regno di Dio, che è regno di pace e di giustizia.”
Un momento di prova e di dolore che devono spingere i cristiani a rafforzare i legami “di amicizia e di fraternità tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Siro-Ortodossa. Affrettiamo i nostri passi sul cammino comune, tenendo fisso lo sguardo al giorno in cui potremo celebrare la nostra appartenenza all’unica Chiesa di Cristo intorno allo stesso altare del Sacrificio e della lode. Scambiamoci i tesori delle nostre tradizioni come doni spirituali, perché ciò che ci unisce è ben superiore a ciò che ci divide.”
Il Papa ha concluso con una preghiera siriana: “ Che la memoria della Vergine Maria sia benedizione per noi; che le sue preghiere siano fortezza per le nostre anime. Apostoli, martiri, discepoli e santi, pregate per noi affinché il Signore ci doni la sua misericordia”
Da parte sua il Patriarca di Antiochia ha ricordato che solo in Iraq sono 150 mila i cristiani che sono ancora rifugiati nei campi in Kurdistan.
Una nota interessante sulla data della Pasqua che il Papa ha detto volere stabilire fissa e comune. Il Patriarca ha ricordato che la sua Chiesa già negli anni ’80 aveva avanzato questa ipotesi.
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