A Lampedusa continuano ad arrivare i barconi dalla Libia, carichi di profughi e continuano anche gli appelli al soccorso da parte di profughi su barchini in avaria,
La rete Caritas Ambrosiana ha dato il suo consistente contributo per i profughi ucraini. "A Milano Caritas ambrosiana ha interamente mobilitato il suo sistema – fatto di organismi parrocchiali e decanali, centri d’ascolto, servizi, cooperative sociali e fondazioni – per offrire risposte rapide e durevoli, credibili e rispettose dei traumi subiti e della dignità comunque manifestata dalle vittime del conflitto", si legge sul sito della Chiesa di Milano.
Si apre oggi alle ore 16, a Rho, presso il Centro Congressi Stella Polare, il 42° Convegno nazionale delle Caritas diocesane che vede riunite oltre 500 persone, tra direttori e collaboratori di Caritas diocesane e di Caritas Italiana.
Il vescovo Krzysztof Zadarko si è chiesto perché la Polonia non stia ricevendo più sostegno dall'Unione europea e da altri paesi nonostante aiuti milioni di rifugiati ucraini.
Nella guerra che prosegue in terra ucraina c’è una situazione che strazia il cuore, quella dei bambini.
Le parrocchie cattoliche di rito romano e bizantino in Polonia hanno raccolto e fornito ai rifugiati dall'Ucraina che soggiornano in Polonia aiuti finanziari e materiali per un valore di almeno 209 milioni di złoty, gli ordini religiosi maschili 29 milioni di złoty, le congregazioni femminili 4,3 milioni. Il valore del sostegno fornito attraverso Caritas Polska e le Caritas diocesane è di 241,3 milioni di złoty – secondo i dati presentati mercoledì dall'Istituto di Statistica della Chiesa Cattolica e da Caritas Polska.
"Nei prossimi giorni il Cardinal Czerny partirà nuovamente alla volta dell’Ucraina, su richiesta di Papa Francesco, per manifestare la vicinanza del Santo Padre a quanti vivono con dolore le conseguenze della guerra in corso. Il Cardinale arriverà in Slovacchia mercoledì 16 marzo e si recherà sul confine ucraino nei giorni successivi. Papa Francesco segue con la preghiera questa missione, come quelle dei giorni scorsi, e, tramite Sua Eminenza, desidera rendersi prossimo a coloro che fuggono dai combattimenti e soffrono per la violenza di altri uomini".
Ogni parrocchia dell'arcidiocesi di Cracovia aiuta l'Ucraina e i suoi abitanti. Sono diverse migliaia i profughi ospitati nei conventi, nelle case per i pellegrini e negli edifici parrocchiali. Mons. Marek Jędraszewski, arcivescovo di Cracovia, ha accolto gli ucraini in fuga dalla guerra al Palazzo Arcivescovile.
Verrà firmato al Viminale un nuovo protocollo per l’arrivo, in due anni, di 600 richiedenti asilo da Etiopia, Niger e Giordania. Si tratta di persone vulnerabili (famiglie con bambini, malati, donne a rischio di tratta), che vivono attualmente in campi profughi e altre sistemazioni precarie, appartenenti per lo più a nazionalità del Corno d’Africa, dell’Africa sub sahariana e anche della Siria.
"Colgo l’occasione per salutare i fedeli dell’amata terra irachena, duramente provati, condividendo la speranza per le notizie recenti che parlano di una ripresa della vita e dell’attività in regioni e città finora sottoposte a dolorosa e violenta oppressione. Possa la misericordia di Dio lenire le ferite della guerra che piagano il cuore delle vostre comunità, affinché possano finalmente risollevarsi". Con queste parole il Papa ha salutato i partecipanti al Sinodo della Chiesa Caldea, ricevuti stamane in Vaticano.
In udienza dal Papa questa mattina anche il fondatore della ONG Proactiva Open Arms Oscar Camps. L'organizzazione di esperti di salvataggio in mare che dal 2015 si occuoea di salvataggio si migranti.
“Preghiamo per tutti i migranti, i rifugiati, gli sfruttati che soffrono tanto, tanto, e parlando di migranti cacciati via, sfruttati, vorrei pregare con voi oggi in modo speciale per i nostri fratelli e sorelle Rohingya cacciati via dal Myanmar: vanno da una parte all'altra perché non li vogliono è gente buona, gente pacifica: non sono cristiani, sono buoni, sono fratelli e sorelle nostri, è da anni che soffrono. Sono stati torturati, uccisi semplicemente per portare avanti le loro tradizioni, la loro fede musulmana. Preghiamo per loro e vi invito, pregate per loro al nostro Padre, che è nei cieli, tutti insieme per i nostri fratelli e sorelle Rohingya”. Nella Giornata contro la tratta delle persone che si celebra oggi Papa Francesco lancia - nel corso dell’Udienza Generale - un nuovo appello per la minoranza Rohingya.
Alcuni mesi fa il commissario europeo all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, aveva proposto di aumentare i respingimenti da parte dell’Europa, affermando che il patto firmato nel marzo scorso con la Turchia, in cambio di € 6.000.000.000, è funzionante: “L’accordo funziona. Il numero degli arrivi nel territorio greco è diminuito sensibilmente”.
E’ passato un anno da quando, il 6 settembre 2015, papa Francesco, per prepararsi con “un gesto concreto” all’ Anno Santo della misericordia, invitava le parrocchie, le comunità religiose, i monasteri, i santuari di tutta Europa ad accogliere una famiglia di profughi.
Lo scorso 24 gennaio i vescovi ungheresi avevano indetto una colletta straordinaria per i profughi e il risultato è stato di crca 85 milioni di fiorini, altri 120 li donerà il governo ungherese. Somme ingenti se si pensa che il salario medio in Ungheria è di 172 mila fiorini, circa 550 euro.
Padre Lombardi ha detto che "Il Papa ha voluto fare un gesto di accoglienza nei confronti dei rifugiati accompagnando a Roma con il suo stesso aereo tre famiglie di rifugiati dalla Siria, 12 persone in tutto, di cui 6 minori. Si tratta di persone che erano già presenti nei campi di accoglienza di Lesvos prima dell’accordo fra Unione Europea e Turchia.
Circa 200 tra profughi e migranti sono stati espulsi ieri dalla Grecia e ricondotti in Turchia nell'ambito dell'accordo firmato in marzo tra l'Unione Europea e il governo turco. Una situazione che preoccupa il Cardinale Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti.
Papa Francesco, nel corso dell'odierna Udienza Generale, si è soffermato sui capitoli 30 e 31 del libro del profeta Geremia, il passo del "Libro della consolazione".
Partendo dal commento del Vangelo di oggi Papa Francesco, nel corso della recita dell’Angelus, coglie l’occasione per ribadire che “Dio non permette le tragedie per punire le colpe. Anche oggi, di fronte a certe disgrazie e ad eventi luttuosi, può venirci la tentazione di scaricare la responsabilità sulle vittime, o addirittura su Dio stesso”. Tuttavia – ammonisce il Pontefice – “il Vangelo ci invita a riflettere: che idea di Dio ci siamo fatti? Gesù, al contrario, ci chiama a cambiare il cuore, a fare una radicale inversione nel cammino della nostra vita, abbandonando i compromessi con il male, le ipocrisie, per imboccare decisamente la strada del Vangelo”.
Vescovi inglesi e governo insieme per riaffermare il sostegno della Chiesa inglese agli sforzi compiuti dal governo locale nell’accogliere i rifugiati siriani, in fuga da Damasco. Si è svolto ieri un incontro tra monsignor Patrick Lynch, vescovo ausiliare di Southwark e presidente dell’Ufficio episcopale per le migrazioni, ed il ministro responsabile per i rifugiati siriani, Richard Harrington. Secondo una nota dell’episcopato di Inghilterra e Galles si è parlato anche delle “prossime strategie governative per il re-insediamento degli sfollati”.