Città del Vaticano , 16 June, 2015 / 4:02 PM
Non c’è la questione ucraina tra gli argomenti trattati da Papa Francesco e il metropolita Hilarion, capo delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Almeno secondo il comunicato ufficiale del Patriarcato di Mosca, che mette in luce come – nell’incontro che i due hanno avuto lo scorso 15 giugno – sono stati affrontati altri argomenti dirimenti: i problemi delle popolazioni cristiane in Medio Oriente e Nord Africa, la necessità di una azione comune in difesa della famiglia tradizionale nelle società moderne, la cooperazione tra Chiesa Romano Cattolica e Chiesa Russa Ortodossa nella sfera della cultura.
Questi i temi citati nel comunicato riportato sul sito del patriarcato di Mosca, che non dà nessun accenno alla questione ucraina. Un dettaglio da non trascurare, dato che era stato lo stesso Hilarion, il 16 ottobre 2014, prendendo la parola al Sinodo dei vescovi, ad affrontare la questione, attaccando frontalmente la Chiesa greco cattolico ucraina e sottolineando che questa era entrata in attiva cooperazione con gruppi ortodossi scismatici. Parole di attacco che avevano suscitato indignazione in molti, e prontamente il Cardinal Timothy Dolan, arcivescovo di New York, aveva ospitato il patriarca della Chiesa greco cattolica ucraina Sviatoslav Shevchuk nella trasmissione radio dell’arcidiocesi perché almeno ci fosse anche la sua parola nel dibattito.
Probabilmente, la volontà è quella di lasciarsi alle spalle i problemi. Hilarion è stato a Roma il 14 e il 15 giugno, e la lista degli impegni è stata fittissima. Già nella serata del 14, si è incontrato con il Cardinal Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e hanno parlato di molti aspetti della cooperazione tra la Santa Sede e il Patriarcato di Mosca.
Quindi, la mattina del 15 giugno, l’incontro con il Santo Padre. A lui, il Patriarca Hilarion ha portato i saluti del Patriarca Kirill di Mosca, e quindi la discussione, che è partita dai cristiani perseguitati ed è arrivata alle possibili collaborazioni tra cattolici romani e ortodossi russi nella cultura.
Il seguito di Hilarion era composto dall’archimandrita Antonio Sevryuk, secretario dell’amministrazione delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, e Miguel Palacio, un membro del Segretariato del Patriarcato per le Relazioni internazionali nelle nazioni lontane.
Allo scambio dei doni, il Papa ha dato ad Hilarion e ai membri della sua delegazione una medaglia del pontificato, e Hilarion ha contraccambiato con una copia dell’antica icona russa della Madre di Dio “Gioia di Tutti gli Afflitti.”
Prima dell’incontro, Hilarion ha avuto il tempo di visitare la Prefettura della Casa Pontificia, e ha notato – sottolinea il patriarcato – i dipinti di Raffaello e di El Greco, mentre è stata posta alla sua attenzione un crocifisso fatto di malachite e pietre preziose che fu presentato a Papa Gregorio XVI dall’imperatore Nicola I durante la sua storica visita in Vaticano. Fu infatti l’unica visita di un monarca russo in Vaticano della storia.
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