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Un servizio di EWTN News

Lituania, 100 anni di indipendenza. Come festeggia la Chiesa?

L'arcivescovo Gintaras Grusas di Vilnius

Cento rintocchi di campane in tutto il Paese, per celebrare i cento anni di indipendenza. La Lituania festeggia oggi una storia che poi è stata interrotta dalla dominazione sovietica, ma che ha avuto una continuità fortissima: la Chiesa cattolica. Lo racconta ad ACI Stampa l’arcivescovo Gintaras Grusas di Vilnius, in attesa dell’annuncio di un viaggio papale nelle Repubbliche Baltiche che potrebbe presto arrivare.

Come si prepara la Chiesa a festeggiare i cento anni di indipendenza?

Domenica siamo stati a Trakai, poco lontano da Vilinius, dove c’è una immagine della Vergine che ha il titolo di protettrice della Lituania. Di questa Vergine viene anche celebrato il 300esimo anniversario dell’incoronazione. E così tutti i vescovi sono stati insieme a Trakai, per riconsacrare al cuore di Maria Proettrice la Lituania. Un gesto che vuole essere un atto di ringraziamento per i 100 anni di libertà, m anche uno sguardo verso il futuro, che mettiamo nelle mani di Maria.

Cosa succede invece oggi?

Ci sarà una Messa nella cattedrale di Vilnius, in cui saranno presenti delegazioni da tutte le nazioni. Le campane delle chiese, a Vilnius, a Trakai, a Kaunas, suoneranno a festa alle 12,30, l’ora in cui è stata firmata la dichiarazione di indipendenza.

Quale è stato il ruolo della Chiesa in Lituania, in questi cento anni di indipendenza in fondo interrotti dalla dittatura sovietica?

La Chiesa è sempre stata presente, sin dall’inizio. Cento anni fa, prima che si arrivasse all’indipendenza, c’è stato un Congresso Nazionale a Vilnius che ha messo le basi per la dichiarazione. Bene, gran parte dei membri di questo congresso erano sacerdoti. Il clero ha dunque avuto un ruolo importante nell’indipendenza, e poi ha avuto un ruolo nel governo, orchestrando anche la riforma agraria. La Chiesa ha costruito la nazione.

E cosa è successo con la dominazione sovietica?

Persa l’indipendenza, c’era sempre la Chiesa a sostenere la resistenza. Molti sacerdoti sono stati deportati, hanno sofferto molto. Ci sono stati molti anni in cui la Chiesa è stata sotterranea. La persecuzione contro la Chiesa è stata documentata. Eppure, gli uomini di Chiesa hanno preparato il terreno per ristabilire l’indipendenza, e quindi – dopo la dominazione sovietica – ristabilire le strutture e anche la società.

Quanto è forte la fede in Lituania?

Abbiamo buone basi religiose. Vero, affrontiamo gli stessi problemi delle società occidentali: la secolarizzazione, il relativismo, una grande emigrazione che porta gran parte della nostra popolazione ad Ovest. Eppure, c’è una rinascita di persone in cerca di fede. La nostra sfida oggi è comunque quella di rievangelizzare.

Si parla molto di un possibile viaggio di Papa Francesco in Lituania. Cosa può dare la visita del Papa alla Lituania?

Abbiamo avuto la visita di San Giovanni Paolo II nel 1993, 25 anni fa, durante i primi passi della nostra nuova indipendenza, e quella visita è stata fondamentale nell’incoraggiare le persone sulla strada verso nuova società. Ogni visita Papale rafforza la Chiesa con il suo esempio. Ecco, se Papa Francesco verrà in Lituania – ma nulla è confermato o sicuro – sarà Pietro che rafforza la Chiesa con il suo esempio. E siamo sicuri che la sua visita porterà molto frutto. Noi abbiamo speranza che ci sarà una visita.

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