Verona, 28 November, 2017 / 4:00 PM
Testimoniare l’amore di Cristo, in vari ambiti, dalla vita al sociale, passando per l’impegno internazionale, con l’unica finalità del “servizio del bene comune, di ogni uomo, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha concluso con una omelia dedicata alla testimonianza il Festival della Dottrina Sociale.
Tenutosi a Verona dal 23 al 26 novembre con il tema “Fedeltà è cambiamento”, il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa è giunto ormai alla Settima edizione. Lo ha aperto un videomessaggio di Papa Francesco, lo ha concluso una Messa celebrata dal Segretario di Stato nel suo ultimo appuntamento pubblico prima di partire con Papa Francesco per il viaggio in Myanmar e Bangladesh.
Nella sua omelia del 26 novembre, il Cardinale Parolin ha messo in luce l’aspetto della testimonianza.
“L’amore di Cristo – ha detto il Cardinale - va testimoniato con la difesa della vita nascente e della vita che si spegne, l’inclusione sociale dei poveri, l’instaurazione di una sana economia mondiale”.
Ma anche “aiutando le persone che sono chiamate ad operare nel sociale e nel politico, a livello nazionale, internazionale e multilaterale, a prepararsi al loro compito, rendendosi consapevoli della serietà dei problemi e della necessità di incidere sulle loro cause profonde e più vere”.
Il Cardinale cita l’enciclica Populorum Progressio del Beato Paolo VI, di cui ricorre il 50esimo, la collega all’esortazione Evangelii Gaudium di Papa Francesco e sottolinea che “l’annuncio e l’esperienza Cristiana tendon a provocare conseguenze sociali”, motivo per cui “i credenti, sia come singoli, sia come associati, vanno educati ad accogliere, a celebrare e a testimoniare la vita di Cristo, in un mondo sempre più globalizzato. In esso vanno consolidati i semi della libertà, della fraternità, della solidarietà e della giustizia sociale”.
Il Cardinale ha ricordato che “quanto facciamo agli altri ha una dimensione trascendente” e “produce effetti nell’immediato, nella qualità delle relazioni e nell’umanizzazione della realtà”, e che “guardando il volto del povero vi dobbiamo riconsocere Gesù Cristo stesso”.
Da qui, l’importanza del festival, perché – ha spiegato il Segretario di Stato vaticano - “in una società, dominata da un neo-individualismo radicale e da una prevalente indifferenza nei confronti dell’altro, come anche da una certa paura nei confronti del futuro, la Dottrina o Insegnamento sociale, strutturata in termini trinitari, rende fecondo l’umano, gli ambiti della vita sociale, dal punto di vista della relazionalità trascendente e del dono”.
Insomma – ha sottolineato il Cardinale Parolin – “la Dottrina Sociale va conosciuta, studiata, comunicata, sperimentata e quindi testimoniata”, perché “offre l’ideale storico e concreto di una nuova progettualità relative alla società, all’economia e alla democrazia”, e fornisce “una piattaforma di beni valori” che sono il più grande antidoto alla politica lontana dalla gente.
Non è dunque vano – conclude il Cardinale – lavorare per una civiltà dell’amore, perché “proprio in un contesto di crescente stemperamento di identità, miscelate in maniera indistinta e confusa, come anche in un periodo storico in cui avanzano spinte oligarchiche e populiste, diventa urgente la rivalutazione della genialità del cristianesimo e l’unità nell’impegno a strutturare le società”.
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